Il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca chiede alla Chiesa radicali cambiamenti su omosessualità e donne
Articolo pubblicato sul sito del quindicinale cattolico National Catholic Reporter (Stati Uniti) il 29 dicembre 2020, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
In un’ampia intervista il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca invita la Chiesa Cattolica a radicali cambiamenti, e critica l’atteggiamento del Vaticano verso la Chiesa tedesca: “Mi definirei un conservatore, perché amo questa Chiesa e mi piace dedicarle la mia vita e le mie energie, ma voglio che cambi” ha dichiarato monsignor Georg Bätzing, vescovo di Limburgo, al giornale Herder Korrespondenz, ripreso poi da KNA, agenzia stampa cattolica tedesca.
Tra le altre cose, monsignor Bätzing suggerisce di modificare la dottrina cattolica che riguarda i diritti LGBTQ; per la Chiesa Cattolica i rapporti omosessuali sono “intrinsecamente disordinati”, ma le persone LGBTQ vanno trattate con “rispetto, compassione e delicatezza”, e non vanno discriminate.
Monsignor Bätzing ha anche auspicato una benedizione per le coppie che non possono sposarsi in chiesa: “Dobbiamo proporre soluzioni che non siano solo efficaci nell’ambito privato, ma che siano anche visibili pubblicamente, senza per questo confonderle con il matrimonio”, non solo per le coppie omosessuali, ma anche per i divorziati che si risposano.
Il vescovo di Limburgo ha anche auspicato riforme per il ruolo delle donne nella Chiesa, affermando che è sempre più difficile giustificare il fatto che le donne non possano essere diaconesse e presbitere; è importante “dire con sincerità la posizione della Chiesa, secondo cui il ministero sacramentale è riservato agli uomini, ma devo dire francamente che le argomentazioni portate dalla Chiesa sono sempre meno convincenti, e che esistono buone motivazioni teologiche in favore dell’apertura del ministero sacramentale alle donne”.
C’è spazio di manovra sulla questione, e il vescovo auspica in generale un maggiore coinvolgimento delle donne e dei laici durante la Messa, per esempio pronunciando l’omelia, cosa che a tutt’oggi non è permessa.
Ha invitato poi a indagini indipendenti e trasparenti sugli abusi [sessuali], in modo da stabilire chi era ed è responsabile di cosa. Chi ha violato i regolamenti “deve in ogni caso assumersi le responsabilità del suo comportamento”.
Monsignor Bätzing ha poi criticato l’atteggiamento del Vaticano nei confronti della Chiesa tedesca, riferendosi in particolare a un documento, da lui firmato, sulla Comunione condivisa, pubblicato lo scorso maggio da teologi cattolici e protestanti e destinato ad essere discusso all’assemblea plenaria dei vescovi tedeschi alla fine di settembre.
Tuttavia, il 18 settembre scorso la Congregazione per la Dottrina della Fede ha reso note le sue forti perplessità a proposito dell’accordo [con i teologi protestanti]: le differenze tra le due Chiese nella comprensione dell’Eucarestia e del ministero sarebbero “tutt’ora profondissime”, tanto da sconsigliare la partecipazione comune: “Alla fine di giugno ero a Roma [nella mia posizione di nuovo presidente della Conferenza Episcopale Tedesca], dove ho parlato con tre dei cardinali [che avevano esaminato l’accordo]. Nessuno dei tre mi ha detto che era in corso una revisione del processo, o che volessero parlarne con me” afferma monsignor Bätzing.
A proposito del dibattito sulla riforma delle parrocchie e sul Cammino Sinodale [della Chiesa Cattolica tedesca], il vescovo di Limburgo ha incassato le riserve del Vaticano “su noi tedeschi e sul modo in cui facciamo le cose”.
Il Cammino Sinodale, che dovrebbe durare due anni, intende discutere sulle questioni del potere, della morale sessuale, della vita sacerdotale e del suolo delle donne nella Chiesa. Lo scopo è recuperare la fiducia persa per via degli scandali sessuali: uno studio della Conferenza Episcopale stima in 3.700 i casi noti di abusi sessuali [da parte di sacerdoti] in Germania dal 1946 al 2014.
“Cerco di capire tutto questo e ho il sospetto che Roma riceva molte pressioni per tenere insieme la Chiesa universale in mezzo a tante diverse influenze culturali”, aggiunge monsignor Bätzing, le risposte non possono tardare e devono essere “adatte al loro contesto culturale e in grado di colmare il divario tra il Vangelo e le varie culture, in modo che non diventi sempre più profondo”. Tali risposte devono essere decentralizzate, e permettere libertà di manovra.
Testo originale: Head of German bishops, self-described conservative, calls for change