Morisi, la Bestia e quello strano rapporto tra fede e omosessualità
Riflessioni di Massimo Battaglio
In questi giorni mi sono interrogato molto per capire la vicenda di Morisi, l’ex social-manager di Salvini. Mi chiedevo se questa storia avesse qualcosa da dire agli amici di Gionata.
Ma mi pareva che unirsi al coro già ben nutrito delle voci critiche non aggiungesse molto a una vicenda già molto triste.
Questa mattina ho cambiato idea. Ho letto titoli stupidi, come “Il gay pride della Lega” e sentito affermazioni ancora più stupide. A una certa ora, l’ex capo di Morisi ha sbottato: “Oggi ho scoperto che un leghista non può essere omosessuale, vedo tanta omofobia a sinistra“. E ho perso la pazienza.
Non perché io sostenga che sia o meno possibile essere omosessuale nel suo partito e nemmeno perché io creda che la sinistra sia esente dall’omofobia. Ma è quel termine, omofobia, usato così a sproposito, che mi ha mandato, per l’appunto, in bestia.
Omofobia è l’avversione e l’odio per le persone omosessuali in quanto portatrici di una diversità. E a me pare che nessuno stia esprimendo sentimenti del genere nei confronti di Morisi. L’unico che li ha espressi è, forse, il solito onorevole Pillon (leghista) ma più per una posa necessaria che per altro. Al social-manager si contesta l’ipocrisia, non l’orientamento sessuale. Tornerò più avanti sul concetto di ipocrisia. Ora restiamo su quello di omofobia.
Che io sappia, nel contestare Morisi, nessuno, almeno per ora, è sfociato nell’odio. Ci si è sempre mantenuti su livelli ben lontani da quelli tipici, per esempio, degli spot della stessa “Bestia” contro l’onorevole Boldrini o contro gli immigrati, contro le donne, le persone LGBT+ e le loro associazioni.
Non si stanno registrando, nei confronti dello stesso autore di quei messaggi, comportamenti o affermazioni penalmente rilevanti.
Al contrario, nel solo 2021, le persone LGBT+ che sono state vittime di reato a causa del loro orientamento sessuale sono già 150. Furono 171 nel 2020 e rispettivamente 239 e 211 nel 2019 e nel 2018, gli anni in cui Salvini era ministro dell’Interno. E non parliamo di commenti facebook sopra le righe ma di persone cacciate da casa, mobbizzate o aggredite.
Sempre che io sappia, nessuno ha alzato le mani a Morisi (e mi auguro che non succeda nè ora nè mai!). Invece, le persone omosessuali che, nel solo 2021, sono state vittime di aggressione fisica sono già 76, delle quali 2 vittime di omicidio.
Del pari, nessuno sta cercando di indurre Morisi a comportamenti autodistruttivi. Invece, nel solo 2021, sono già state rilevate almeno 3 vittime di suicidio indotto (e chissà quante altre non si è riusciti a rilevare).
Salvini che dà dell’omofobo agli altri è peggio del bue che dà del cornuto all’asino. Sì: peggio, perché l’alterco tra il bue e l’asino fa sorridere. L’omofobia invece è una cosa seria e dannatamente amara. L’onorevole non ha mai letto il sito delle Cronache di Ordinaria Omofobia? Eppure gliele abbiamo segnalate.
Ciò che piuttosto mi sento di dire, da cristiano, su questa vicenda, non riguarda per nulla l’orientamento sessuale del soggetto, che è un dato di natura e, a mio avviso, un dono di Dio. Riguarda piuttosto la tristezza del mentire a se stesso, di scrivere twitt e discorsi omofobi in pubblico e poi esercitare la propria specificità sessuale in privato, anzi, al buio, salvo poi liquidarla, al culmine della sopportazione, con quell’accenno a “fragilità esistenziali irrisolte”.
Oso pensare che le bordate di odio così pervicace che uscivano quotidianamente dalla tastiera di Morisi avessero qualcosa a che fare con l’oscurità in cui era costretto a vivere con la sua dimensione più intima.
Mi è tornato spesso in mente un brano del Vangelo di Matteo, in questi giorni:
“Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto (…). Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Mt 5,33/37)
Quante volte invece, il committente di Morisi, su sua stessa indicazione, ha giurato su qualunque cosa: rosari, vangeli tascabili, Madonne di Fatima o di altri santuari. E ha chiamato in causa i santi e le gerarchie ecclesiastiche per convincere gli sprovveduti che il suo partito avesse qualcosa di sacro o perlomeno di conforme ai dettami della Chiesa.
Ora: forse nella Lega non è un problema essere omosessuali (non ci credo neanche se me lo mettono per scritto) ma, per quella parte di Chiesa (neotradizionalista) a cui Salvini fa riferimento, lo è eccome.
Magari non tutti la pensano allo stesso modo ma, caro Kapitano, anche per i più “progressisti” come me e come gli amici di Gionata, trovare un equilibrio tra l’essere gay e cristiani non è una passeggiata.
Certamente non lo si trova reprimendo i propri impulsi, salvo sfogarli tra chem-sex e prostituzione. Queste cose non devono determinare giudizi o condanne sulle persone ma, senza ombra di dubbio, non hanno nulla di cristiano.