Mussulmano e omosessuale e’ possibile?
Articolo di Tim Madesclaire tratto da Tetu (Francia) del maggio 2010, pp.148-149, liberamente tradotto da Roberto D.
A 32 anni, Ludovic Zahed, ha già una lunga storia militante. Dopo essere passato da David & Jonathan (ndr gruppo di credenti francese), ha creato un’associazione per giovani sieropositivi, poi ha concluso un “giro del mondo dei bambini con l’Aids” e ora ha appena fondato l’associazione HM2F, omosessuali mussulmani di Francia.
Perché hai fondato l’associazione HM2F?
Perché mi ricordavo di ciò che ho vissuto sulla mia pelle, che non c’era nulla per aiutare una persona omosessuale e mussulmana. Ho saputo molto presto che ero differente dagli altri.
A 8 anni, sapevo, senza poter dare un nome, che ero omosessuale. E io prego, leggo il Corano fin da quando ero bambino, anche se non ho ereditato ciò dalla mia famiglia, essendo essa poco praticante.
In quel periodo, credevo che non potevo essere allo stesso tempo mussulmano e omosessuale. Vivevo questo conflitto molto male, mi facevo la morale davanti allo specchio!
A 19 anni, quando ho cominciato a vivere pienamente la mia sessualità, mi sono proibito qualsiasi pratica religiosa.
Questa situazione è durata 7 anni, fino a quando non ce l’ho più fatta. Adesso sono in pace con me stesso.
Come funziona questa associazione?
Come nelle riunioni di “David & Jonathan” l’associazione cattolica alla quale ho aderito quando ha messo in piedi un gruppo per i mussulmani.
Ci ritroviamo in circa 10 persone, dove ognuno a turno si presente e si racconta. C’è’ un momento dedicato alle testimonianze, seguito dalla discussione sui progetti in corso.
In questo momento stiamo lavorando sull’incontro con omosessuali mussulmani presenti in Sud Africa e sull’intervento al parlamento nazionale durante la giornata internazionale contro l’omofobia del 17 maggio.
Le testimonianze che si ascoltano raccontano di esperienze molto differenti. I partecipanti sono di tutte le età, un terzo sono donne.
Alcuni vengono perché sono alla scoperta della loro omosessualità, altri al contrario la vivono in maniera più o meno visibile, tutti avendo in comune la pratica religiosa.
E’ un pubblico che si trova tra l’incudine ed il martello, ma che ha molto riflettuto soprattutto su come si può essere allo stesso tempo gay e mussulmani in questa società occidentale.
Come rispondere a questa difficoltà? Come si fa ad essere gay e credenti omosessuali?
Non c’è una rappresentazione univoca dell’omosessualità nell’Islam. E poi quale Islam prendiamo in considerazione? Gli Sciiti in Iran, considerano che i Transessuali possano beneficiare del cambiamento di sesso.
Ci sono poeti sufi apertamente omosessuali. I testi sono ambigui.
Alcuni Imam sono più disponibili, come Tareq Oubrou, a Bordeaux, e tutti compreso Tareq Ramadan, sono d’accordo nel dire che bisogna cambiare le rappresentazioni dell’Islam, le sue istituzioni fossilizzate, il suo aspetto atemporale, che data ormai di mille anni fa. Tutto nel rispetto del messaggio dell’Islam.
Il nostro contesto è l’occidente, dove la sessualità è più complessa di quel che sembra, che è liberale ma dove si categorizza fino all’estremo.
La posta in gioco per noi, mussulmani e omosessuali, è di portare in maniera costruttiva argomentazioni sulla famiglia, il matrimonio, temi forti per i mussulmani. Cosa ne è della sessualità? Come parlarne se è tabu? Come poter fare prevenzione?
E se capovolgiamo la domanda: come reagisce la comunità davanti ai gay mussulmani?
Quello che ci rinfacciano più spesso, è che è impossibile essere allo stesso tempo gay e mussulmani. Lo stesso discorso che ha affrontato il gruppo “David & Jonathan” ben 30 anni fa.
Essere credenti ed omosessuali a quanto pare non sarebbe possibile. Spiegherei ciò in parte dal rifiuto degli omosessuali che le religioni attuano; e gli omosessuali a loro volta rifiutano le religioni.
E poi c’è un’altra difficoltà, che non riguarda la sessualità ma la percezione dei mussulmani in Francia.
Su alcuni siti gay, ci sono reazioni molto islamofobe, che nascono dall’equazione “mussulmano = integralismo” a volte è difficile di esprimere certe differenze all’interno della comunità gay, sia che esse siano etniche o religiose… malgrado tutto però, siamo un poco meno sotto pressione, negli ambienti gay, lesbo, bisex e trans (GLBT).
Gli omosessuali mussulmani sviluppano un modo differente di essere gay?
Può darsi, faccio un esempio. Abito in una città della periferia di Parigi: sotto casa mia, c’è una discoteca dove all’interno gli uomini si tengono per mano, in mezzo a coppie etero.
Fuori dal locale, essi sono considerati come degli esclusi, ma quel luogo esiste.
A lungo andare non si può essere soddisfatti dei soli luoghi nascosti per essere se stessi; ma bisogna capire la situazione fino in fondo dei mussulmani omosessuali: se essi sembrano rifiutare il modello di vita dei gay, è solo perché per loro è un mondo inaccessibile, sarebbe una spaccatura troppo evidente con l’ambiente in cui vivono con la famiglia.
Molte persone che frequentano l’associazione HM2F, non si mostrano in pubblico perché sanno che ciò porterebbe delle conseguenze che non hanno voglia o non hanno gli strumenti per affrontarle.
Titolo originale: Musulman et homo, c’est possibile