In Brasile nasce la rete nazionale dei gruppi cattolici LGBT
Articolo di Mauro Castagnaro pubblicato sul mensile JESUS di ottobre 2014, p.20
Alla fine del loro primo incontro, svoltosi a Rio de Janeiro, dieci aggregazioni di diverse parti del Brasile hanno costituito la Rete nazionale di gruppi cattolici di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt).
Il manifesto fondativo dichiara l’impegno «per una società senza omofobia e discriminazione» e il sostegno «alle iniziative pastorali dei vescovi per accogliere, orientare e includere nelle comunità quanti vivono in nuove configurazioni famigliari, comprese le unioni tra persone dello stesso sesso».
Inoltre giudica «anacronistico considerare l’omosessualità una tendenza intrinsecamente disordinata e spingere persone lgbt a preghiere di “cura e liberazione”».
Il movimento, composto da «cattolici praticanti che cercano di conciliare la duplice identità: omosessuale e religiosa», si ripromette di «camminare con la Chiesa in un dialogo franco», ricreando «un ponte tra essa e la comunità omosessuale», nella «certezza che il messaggio del Vangelo è rivolto a tutti.
La riunione è venuta poche settimane dopo che dom Leonardo Steiner, ausiliare di Brasilia e segretario generale della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, aveva sottolineato la necessità di «dialogare sui diritti di vita comune tra persone dello stesso sesso che decidono di vivere insieme»). Queste persone, aveva detto Steiner, «hanno bisogno di un sostegno legale della società».
La dichiarazione è stata definita un «passo molto importante e inedito» della Chiesa verso il riconoscimento delle unioni civili da Arnaldo Adnet, tra i fondatori nel 2007 di Diversità cattolica, il primo gruppo cattolico lgbt brasiliano. L’argomento è emerso anche dalle risposte al questionario preparatorio al Sinodo sulla famiglia.