Negli Stati Uniti la Chiesa Metodista Unita è a un passo dalla spaccatura sulle questioni LGBT
Articolo di Ray Sanchez e Daniel Burke pubblicato sul sito dell’emittente CNN (Stati Uniti) il 4 gennaio 2020, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
I vertici della Chiesa Metodista Unita (United Methodist Church) stanno riflettendo sulla possibilità di compiere un vasto scisma, come tentativo di risposta ad anni di discussioni sui pastori e le pastore LGBT e i matrimoni omosessuali.
La proposta di separazione [tra progressisti e conservatori] viene da un gruppo di sedici tra vescovi, pastori e leader laici, secondo cui la separazione “sarà il miglior modo di risolvere le nostre differenze, e permetterà a ciascuna parte della Chiesa di rimanere fedele alla sua teologia, riconoscendo la dignità, l’uguaglianza, l’integrità e il rispetto dovuti a ogni persona”.
Questa dichiarazione fa seguito all’infuocata Conferenza Generale dell’anno scorso, in cui la seconda denominazione protestante degli Stati Uniti votò a maggioranza per confermare la sua posizione contraria ai pastori e alle pastore LGBT e alla celebrazione dei matrimoni omosessuali.
Secondo il vescovo di New York Thomas Bickerton, che fa parte del gruppo di cui sopra, le furiose discussioni sul tema dimostrano “che una riga tracciata nella sabbia alla fine si è trasformata in un canyon. L’impasse è tale che ormai non possiamo più rimanere”.
Alla conferenza di St. Louis, lo scorso febbraio, la Chiesa decise che le congregazioni, i pastori e i diaconi avrebbero potuto essere rimossi se entro il 2021 non avessero sottoscritto l’opposizione ufficiale contro i matrimoni omosessuali e i pastori LGBT che non vivono nel celibato.
La proposta di cui sopra invita alla creazione di una nuova denominazione metodista tradizionalista; la Chiesa Metodista Unita, invece, permetterà i matrimoni omosessuali e accetterà i pastori e le pastore apertamente LGBT.
Una scissione specchio delle divisioni culturali e politiche negli USA
Per William Willimon, professore universitario e vescovo della Chiesa, la scissione è uno specchio delle divisioni culturali e politiche negli USA: “Una serie di complesse problematiche ecclesiali è stata ridotta a un braccio di ferro tra la destra e la sinistra, tra i ‘tradizionalisti’ e i ‘progressisti’. Le due parti in causa sono più attaccate alle loro prese di posizione che alla sopravvivenza della Chiesa Metodista Unita. I vescovi, incapaci di reggere ulteriori discussioni sulle nostre differenze, hanno deciso di non poter fare altro che sovrintendere alla disintegrazione della Chiesa”.
Human Rights Campaign, potente organizzazione per i diritti LGBT, definisce lo scisma “un’opportunità offerta alla Chiesa di fare ammenda e riconciliarsi con i suoi fedeli LGBTQ. Questa decisione lascia in un limbo i molti metodisti LGBTQ che desiderano essere pienamente integrati nella vita della Chiesa e cercano di capire quale sia il loro posto in una istituzione che ancora non li ha accolti”, nelle parole di Michael Vazquez, direttore del programma religione e fede di Human Rights Campaign.
A maggio la conferenza mondiale, che deciderà sulla storica proposta
Il reverendo Keith Boyette, presidente della tradizionalista Associazione per il Patto Wesleyano (Wesleyan Covenant Association), difende la separazione in quanto “soluzione corretta ed equa per metterci alle spalle decenni di conflitti e proiettarci con speranza nel futuro”. La conferenza mondiale della Chiesa, il prossimo maggio, dovrà approvare questa storica risoluzione. […]
Lo scorso anno la conferenza di St. Louis votò il cosiddetto “piano tradizionale” dopo aver rigettato il piano denominato “una sola Chiesa”, che prevedeva di permettere alle singole congregazioni di celebrare matrimoni omosessuali e di assumere pastori apertamente LGBT. Il voto fu un tentativo di tenere assieme una denominazione sempre più spaccata su temi quali l’omosessualità e [l’autorità delle] Scritture.
Il Libro delle Discipline della Chiesa afferma che ogni persona “ha un valore sacro”, ma denuncia “la pratica dell’omosessualità”, in quanto “incompatibile con la dottrina cristiana”. I pastori e i diaconi apertamente gay, e le pastore e le diacone apertamente lesbiche, possono essere rimossi dal loro incarico, ma in pratica questo avviene di rado.
Nel 2016, decine di pastori e pastore hanno fatto coming out come lesbiche, gay o bisessuali, sfidando la posizione della Chiesa sulle “persone omosessuali praticanti e impenitenti” e sfidando anche i loro superiori a prendere provvedimenti in proposito.
In alcune parti degli Stati Uniti i pastori apertamente omosessuali fanno il loro lavoro praticamente indisturbati. Secondo i conservatori, tutti questi atteggiamenti minacciano di frantumare la Chiesa in molteplici e autonome piccole branche. Da più di dieci anni i liberali all’interno della Chiesa cercano di cambiare i regolamenti, senza successo.
Testo originale: United Methodist Church proposes historic split over gay marriage and LGBT clergy