Nel nome del gender. La lotta della chiesa cattolica polacca contro le persone LGBT
Articolo di Barry Duke pubblicato sul blog cristiano The freethinker (Stati Uniti) il 31 agosto 2020, liberamente tradotto da Innocenzo Pontillo
Ha fatto il giro del mondo il filmato in cui il neofascista Robert Bakiewicz, a un raduno dell’estrema destra in Polonia, mentre brandiva un crocifisso urlava “questo è ciò di cui i marxisti e quelli di sinistra hanno paura”.
Bakiewicz, che vorrebbe il ritorno (in Polonia) di una teocrazia cattolica “pura“, potrebbe aver attaccato anche i “gay”, perché in questo momento le comunità LGBT polocca viene demonizzata, mai come prima d’ora. Mentre la Chiesa cattolica polacca è in prima fila nell’accusare questa minoranza di voler imporre il suo “comportamento moralmente riprovevole” su tutto il paese.
E l’episcopato cattolico propone una soluzione chiara al problema: l’istituzione di cliniche per “curare” gli omosessuali.
Un suggerimento contenuto nella dichiarazione approvata la scorsa settimana dai vescovi durante la riunione plenaria della Conferenza episcopale polacca (KEP), l’organo centrale della chiesa cattolica in Polonia.
Nel loro documento, la gerarchia cattolica ha affermato che è: “Necessario creare cliniche (anche con l’assistenza della chiesa) per aiutare le persone che vogliono ritrovare la loro salute sessuale e l’orientamento sessuale naturale“.
I vescovi ammettono che questa idea: “Si erge in palese contraddizione con le acquisizioni scientifiche, nonché con la cosiddetta “correttezza politica”.
Ma affermano anche che le cliniche aiuterebbero le persone che si rendono conto che la loro sessualità è: “Un sintomo di ferite a vari livelli della loro personalità e perciò desiderano ritrovare una sana identità e un armonia spirituale“.
I vescovi, che hanno avuto un ruolo importante nel rendere la Polonia il peggior paese d’Europa in cui essere omosessuali, hanno avuto anche il coraggio di chiedere “rispetto” per le persone che si definiscono come LGBT.
Affermano i vescovi che: “Il rispetto per tutte le persone, comprese le persone che si identificano come LGBT, è giusto in uno Stato democratico. Uno Stato di diritto dovrebbe garantire che nessuno dei diritti fondamentali di queste persone sia violato.
Qualsiasi atto di violenza fisica o verbale, qualsiasi forma di comportamento teppista e di aggressione contro le persone LGBT è inaccettabil“.
Ma i vescovi hanno chiarito che credono che non esistano dei diritti fondamentali per le persone LGBT perché sono: “Chiaramente contrari alla natura umana e al bene comune (come nel caso delle relazioni tra persone dello stesso sesso o dell’adozione di bambini da parte di queste coppie)”.
Il portavoce dell’episcopato, padre Leszek Gàsiak, ha sottolineato che i centri di consulenza proposti sarebbero volontari, fornendo: “Un luogo di aiuto che, se la gente lo vuole, può usare”.
Tuttavia, un altro sacerdote, padre Jacek Prusak, che è uno psicologo accademico e vice rettore dell’Università dei gesuiti di Cracovia, ha criticato l’episcopato, ed ha affermato: “Stanno trattando la Bibbia come un libro di psicologia e la costituzione dei polacchi, e questo non può essere fatto“.
Prusak aggiunge che, anche se l’episcopato dice che ha lavorato su documento per un anno, la sua pubblicazione in questo momento non è casuale.
Questo pronunciamento è stato fatto non solo per essere ascoltato dai fedeli, ma anche dai politici. I vescovi stanno assumendo una posizione ufficiale su ciò che sta accadendo nella società polacca.
È esattamente ciò che il neofascista Robert Bakiewicz e i suoi seguaci vogliono, ed è musica per le loro orecchie quando sentono leader religiosi come Marek J’draszewski, Arcivescovo di Cracovia, definite “l’ideologia LGBT” come una “piaga“, paragonandola al bolscevismo e al nazismo.
Mentre la retorica anti-gay della chiesa delizia quanti sono di estrema destra, a quanto pare non sta facendo molto piacere ai polacchi più giovani.
I vescovi hanno appreso durante la loro tre giorni che la religiosità dei giovani polacchi è in declino, con un numero crescente di persone che non frequentano più i corsi di catechismo nelle scuole.
Padre Marian Zając, del Dipartimento di Catechetica Integrale dell’Università Cattolica di Lublino ha avvertito: “Si tratta di un declino sistematico. La percentuale di persone profondamente religiose sta diminuendo. Siamo la chiesa numero uno al mondo nel divario tra la fede dei genitori e quella dei figli“.
(…) Un recente studio del Pew Research Centre ha rilevato che il 69 per cento dei polacchi afferma che Dio svolge ancora un ruolo importante nella loro vita, che è la percentuale più alta tra i paesi dell’UE intervistati.
I dati, tuttavia, mostrano, che la forza della fede religiosa in Polonia è diminuita in modo significativo. Lo stesso sondaggio, solo nel 1991, affermava che per l’83% della popolazione “Dio svolgeva un ruolo importante nella loro vita“.
I gay vegetariani e vegani sono una minaccia per l’industria della carne polacca
La settimana scorsa Krzysztof, un mio amico polacco che vive in Spagna, mi ha segnalato che il Dipartimento dell’Agricoltura polacco è diventato l’ultima organizzazione a saltare sul carro anti-LGBT, sostenendo che i gay tendono ad essere vegetariani o vegani – e quindi parte di una comunità che vuole distruggere l’industria della carne del paese.
Un documentario polacco del 2019 afferma che se i vegetariani “possono sembrare innocenti“, la loro posizione è in realtà una “ideologia priva di etica e immorale” che cerca di realizzare una “rivoluzione anti-cristiana e anti-umana” con cui vogliono:
“Distruggere le strutture sociali, culturali, economiche e religiose (polacche)“.
Il gruppo autore del documentario fa parte di una rete di organizzazioni cattoliche ultra-conservatrici che hanno condotto in Polonia campagne contro una vasta gamma di minacce percepite – tra cui gli ambientalisti, gli omosessuali … e anche i ciclisti!
Un rapporto ha osservato che il vegetarianismo e il veganismo erano in aumento in Polonia, ma anche l’opposizione a questa tendenza:
Nell’attuale governo conservatore di Diritto e Giustizia (PiS), il ministro degli Esteri ha messo in guardia sulla necessità di combattere il “programma di sinistra del precedente governo”, che ha seguito un “modello marxista” per creare “un nuovo mix di culture e razze, un mondo di ciclisti e vegetariani, che utilizzano solo fonti rinnovabili di energia e lottano contro tutte le forme di religione”. E ha aggiunto che Questo “ha poco in comune con i valori tradizionali polacchi”.
Le sue parole illustrano bene che, per alcuni della destra polacca, il vegetarianismo è considerato parte di una serie di idee progressiste che minacciano lo stile di vita tradizionale, compresa la fede cattolica della Polonia.
“In alcuni ambienti, ciò che non si adatta all’approccio nazionale-cattolico del mondo, è definito “di sinistra”, afferma Klara Siemanowska, responsabile del marketing di Meatless. “Il vegetarianismo è percepito come una minaccia” da coloro che si considerano “dei veri polacchi e dei veri patrioti”.
(…) Non è difficile non essere d’accordo con Krzysztof quando dice che la Polonia sta rapidamente diventando l’Iran d’Europa.
Testo originale: Catholic bishops want to set up ‘gay cure’ clinics in Poland