Nella Chiesa cattolica prima di parlare delle persone transgender bisognerebbe ascoltarle
Articolo di padre James Martin SJ* pubblicato sul sito LGBTQ cattolico Outreach (Stati Uniti) il 17 maggio 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro, parte ottava
Ascoltare. “Prima di dire una parola di più sulle persone transgender o l’identità di genere, i vescovi statunitensi dovrebbero dimostrare di aver ascoltato un buon numero di esperienze di persone in lotta con il genere, e dovrebbero anche dimostrare di aver letto, studiato e considerato attentamente le ricerche scientifiche e sociologiche che mettono in discussione il binarismo di genere” dice Francis De Bernardo, direttore di New Ways Ministry.
Dice il mio amico transgender cattolico laureato in teologia: “Le persone transgender sono la fonte primaria per comprendere questo fenomeno. Supplico i vescovi di parlare con decine, se non con un centinaio, di persone transgender, e di ascoltarle davvero”.
Padre James F. Keenan SJ, docente di morale al Boston College, ritiene l’ascolto un’esigenza urgente, specialmente per la gerarchia: “Questo vuol dire imparare ad essere umili e ad ascoltare, in particolare quelle persone terrorizzate non da ciò che stanno affrontando, ma dalla sordità moralista della Chiesa, che è convinta di sapere tutto meglio degli altri”.
Oltre a incontrare le persone transgender, come sta facendo la diocesi di Davenport, ci sono anche altri ausili per i vescovi. L’Associazione della Sanità Cattolica (Catholic Health Association) ha recentemente pubblicato un’utile brochure scritta da un gruppo di cinque cattolici: due persone transgender, due genitori di giovani transgender, e suor Luisa Derouen, con alle spalle i suoi decenni di ministero tra la comunità transgender.
Un altro modo di ascoltare consiste nel leggere testimonianze, non solo delle persone transgender, ma anche di chi si occupa di loro nella Chiesa, come suor Luisa negli Stati Uniti, suor Monica Astorga, la suora argentina che ha ricevuto il ringraziamento da parte di papa Francesco per il suo ministero, suor Prema Chowallur, che lavora tra le persone transgender nelle baraccopoli dell’India, o il diacono Ray Dever, padre di una ragazza trans.
Si distingue ancora una volta la diocesi di Davenport, con il vescovo Thomas Zinkula che si è preso il tempo di stare con le persone transgender, le loro famiglie e i professionisti che se ne occupano, per imparare da loro. Padre Thom Hennen, vicario generale della diocesi che fa parte del Comitato per il Genere, scrive: “C’è un certo consenso tra noi sul fatto, per esempio, che la disforia di genere esiste, e che le persone transgender non ‘fingono’. Nessuno sceglie di essere transgender, se con questo intendiamo l’esperienza della profonda disconnessione tra il corpo e la propria autopercezione. Il fatto è che non abbiamo una risposta veramente soddisfacente a questa questione: non ce l’ha la nostra diocesi, e non ce l’ha la Chiesa”.
Spiega monsignor Zinkula: “Prima di saltare alle conclusioni, è importante conoscere chi vive la disforia di genere. La nostra fede cristiana ci invita ad amare il prossimo, e non possiamo amarlo in astratto. L’amore comincia con un incontro personale, con l’ascolto dell’altro. Avere conoscenti, amici, figli, figlie, fratelli e sorelle transgender educa il nostro cuore, e ci aiuta a essere più informati e consapevoli. Il lavoro del comitato non consiste nel capovolgere la dottrina della Chiesa, bensì nel coinvolgere un gruppo di persone ai margini, ascoltandole, accettandole in quanto persone, accompagnandole, amandole. Questo è il punto di partenza di tutto ciò che la Chiesa fa”.
Non giudicare. Con tutte le ricerche scientifiche ancora in corso, il sempre crescente numero di testimonianze sull’esperienza transgender, e le sempre più numerose violenze contro di loro, l’ultima cosa che i vescovi dovrebbero fare è condannarle e punirle; in altre parole, la Chiesa dovrebbe ascoltare Gesù che dice “Non giudicate”.
Questo comprende non dire loro che sono il risultato di scelte egoiste e peccaminose, che abbandonano Dio, che distruggono la famiglia e il concetto di natura, che si piegano al volere dei coetanei o della “ideologia del gender”. Quest’ultima espressione, che suor Jeannine definisce “una coltellata alle persone transgender”, è particolarmente fuori luogo.
* Il gesuita americano James Martin è editorialista del settimanale cattolico America ed autore del libro “Un ponte da costruire. Una relazione nuova tra Chiesa e persone Lgbt” (Editore Marcianum, 2018). Padre James ha portato un contributo sull’accoglienza delle persone LGBT nella Chiesa Cattolica all’Incontro Mondiale delle Famiglie Cattoliche di Dublino e ha portato una sua riflessione anche al 5° Forum dei cristiani LGBT italiani (Albano Laziale, 5-7 ottobre 2018).
Testo originale: The church and the transgender person
> Riflessioni di padre James Martin su “la chiesa e le persone transgender