Nella chiesa cattolica tedesca a che punto è la discussione sulla benedizione delle coppie omosessuali?
Articolo di Stefanie Witte pubblicato sul sito del giornale Neue Osnabrücker Zeitung (Germania) il 5 luglio 2018, liberamente tradotto da Giacomo Vitali
L’argomento, dapprima oggetto del dibattito pubblico, è ora discusso all’interno della Chiesa (cattolica). Nucleo della discussione è la controversia sorta sulla benedizione delle coppie omosessuali. Alcuni la rifiutano categoricamente, altri chiedono di riconoscere le unioni omosessuali come dono di Dio – come è avvenuto di recente ad un convegno ad Amburgo.
Quale posto ha l’omosessualità nella Chiesa cattolica tedesca? Durante il convegno nazionale cattolico solo due chilometri e mezzo, in linea d’aria, separavano il duomo di Munster dal centro “Arcobaleno”, situato alla periferia della città. L’atteggiamento ‘ufficiale’ della Chiesa verso gli omosessuali si potrebbe descrivere così: di inclusione, ma senza che per lungo tempo ne fossero definite le modalità.
Era stato l’arcivescovo di Osnabrück, Franz Josef Bode, ad aver acceso all’inizio dell’anno il dibattito sulla benedizione delle coppie omosessuali. Detrattori e sostenitori della causa si sono scontrati in discussioni molto aspre, soprattutto sui social network. E adesso a che punto siamo?
Riforma immediata?
Michael Brinkschröder, presidente di Huk, gruppo di lavoro ecumenico su “Omosessuali e Chiesa”, insegnante di religione ed omosessuale dice: “è importante innanzitutto che cambi l’approccio all’argomento e si sviluppi una certa empatia nei confronti delle persone omosessuali.” Fatto questo passo, si potranno affrontare anche altri argomenti. Brinkschröder non si aspetta riforme nell’immediato: “I cambiamenti richiedono tempo, occorrerà attendere dai sei mesi, ad anni”.
Il convegno ad Amburgo
Dietro le quinte sono state elaborate nuove idee sulla benedizione, come di recente ad Amburgo dove si sono incontrati circa un centinaio di esperti provenienti da tutto il paese – beninteso a porte chiuse. Argomento “Le unioni omosessuali nella prospettiva della pastorale ecclesiale.” “La benedizione non vuol essere un sigillo di carattere morale, quanto piuttosto un’esortazione” dice Brinkschröder. Come lui molti cattolici credono che la benedizione di un prete non possa essere negata alle coppie omosessuali. “La pastorale ecclesiale, dunque la cura delle anime, può essere di stimolo al cambiamento”, ne è convinto Brinkschröder, che aggiunge: “la Chiesa stessa rivendica uno stile di accoglienza e di carità verso tutti.”
Amburgo: una pietra miliare
“Il convegno recente ha già smosso qualcosa”, sostengono i partecipanti. “Amburgo è stata una pietra miliare. Un’iniziativa di grande rilievo si è svolta in quella forma per la prima volta. “Così si esprime la dottoressa Martina Kreidler-Kos, responsabile nella diocesi di Osnabrück per la pastorale matrimoniale e famigliare, che ha partecipato al convegno di Amburgo. “Per molti il rapporto della Chiesa con gli omosessuali è una questione fondamentale”.
Quasi allo stesso modo la vede anche il frate francescano Thomas Abrell, responsabile nella stessa diocesi di Osnabrück della pastorale ‘arcobaleno’, ovvero della cura pastorale per le persone omosessuali, anch’egli presente ad Amburgo. Le sue conclusioni: “nel complesso è significativo che si possa affrontare l’argomento della celebrazione della benedizione.” Si tratta in questo caso di pensare in primis ad una celebrazione la cui forma sia adeguata allo scopo. “Deve però cambiare anche la mentalità delle persone. Le unioni omosessuali devono essere riconosciute come dono di Dio.”
Il punto nevralgico
Il punto nevralgico dell’argomento “benedizione” è istituire una celebrazione adatta. Gli oppositori argomentano che potrebbe essere confusa con il matrimonio, costituito esclusivamente da un uomo e una donna. Una premessa: un orientamento o una decisione ecclesiale non c’è, neanche dopo il convegno di Amburgo.
La dott.ssa Kreidler-Kos registra tuttavia dei progressi: “finalmente possiamo parlar dell’argomento all’interno della Chiesa. Questo è un grande passo in avanti. Capisco però anche che venga percepito da molti membri della comunità Lgbt come un passo ancora piccolissimo. Dobbiamo, umilmente, avere pazienza.”
Adesso è importante mettere in rete tra loro le tante iniziative già attive in molte diocesi. Allo stesso tempo le singole diocesi dovrebbero continuare a lavorare sulla benedizione: “qui nella nostra diocesi abbiamo una grande libertà che possiamo sfruttare per elaborare nuove idee” dice la dott.ssa Kreidler-Kos. In questo contesto il convegno di Amburgo è stato, e continua ad essere, fonte di grande incoraggiamento.
Obiettivo: un orientamento pratico
Gli osservatori sono convinti che non si approderà ad una dichiarazione unitaria della Conferenza episcopale, l’organo più importante della Chiesa cattolica tedesca. L’obiettivo deve essere sempre più quello di fornire un orientamento pratico alle diocesi che si pronuncino a favore della benedizione. La speranza dei sostenitori, e di di coloro che già officiano le benedizioni senza un’autorizzazione ufficiale, è che nel migliore dei casi, tanti vescovi si uniscano e lancino così il segnale che la benedizione può essere celebrata e resa accessibile a tutti.
Testo originale: Segen für alle? Wann kommt der katholische Segen für homosexuelle Paare?