Nella diocesi di Civitavecchia un percorso di catechesi e preghiera con le persone LGBT
Articolo di Alberto Colaiacomo pubblicato sulla pagina della Diocesi Civitavecchia-Tarquinia nell’inserto Lazio Sette di Avvenire del 27 ottobre 2019, pag.6
«Un momento di accoglienza nel cuore del Signore, di conversione all’amore di Dio e di intercessione affinché lo Spirito Santo tocchi i cuori di molti». Così don Federico Boccacci, vicario episcopale per la pastorale, ha introdotto il percorso di spiritualità che la diocesi propone per i cristiani LGBT e le loro famiglie. Un gruppo di circa venti persone si è riunito per il primo incontro che si è svolto lo scorso 21 ottobre nella chiesa di San Liborio a Civitavecchia.
Un giorno particolare perché proprio la notte precedente, in località Pantano, una coppia di ragazze lesbiche aveva subito atti di vandalismo contro l’automobile danneggiata con scritte ingiuriose. Un episodio che il sacerdote ha voluto ricordare nella preghiera, esprimendo vicinanza alle vittime e sottolineando come sia necessaria una sempre maggiore educazione all’accoglienza. «Questo cammino – ha sottolineato don Boccacci – si svolge nell’anno che la nostra Chiesa dedica all’Eucarestia e che trova in essa una scuola d’inclusione».
All’incontro erano presenti anche tre coppie di genitori di ragazzi omosessuali e un giovane sacerdote spagnolo, don Cristobal, che sta approfondendo questo tipo di pastorale di “frontiera” per conto della diocesi di origine.
Una liturgia della Parola che ha visto i partecipanti riflettere sull’incontro di Gesù con Zaccheo a cui è seguito un momento di scambio e condivisione. «Gesù – ha detto Fabio, un quarantenne – ha dato scandalo perché è andato da chi aveva bisogno, dal malato e non dal sano. Ci ha insegnato che il cristiano deve impegnarsi a capire le esigenze dell’altro per andargli incontro».
«Momenti come questo – ha sottolineato un altro giovane – fanno molto più bene di quello che si pensa, una lettura condivisa e meno “bacchettona” ci aiuta a vedere la salvezza». Lucia, ha testimoniato che «basta un piccolo passo iniziale per andare verso il Signore, poi è Lui che ci viene incontro».
Il percorso – che continuerà fino ad aprile nel terzo lunedì di ogni mese, alle 19 nella parrocchia diSan Liborio – è curato dai coniugi Salvatore e Serenella Olmetto, dell’Ufficio di pastorale per la famiglia. «Abbiamo una figlia omosessuale – hanno scritto nella lettera di presentazione –, il suo coming out è entrato nella nostra famiglia in maniera prorompente lasciandoci completamente spiazzati di fronte a una realtà di cui non avevamo alcuna conoscenza. La nostra posizione verso le persone lgbt era giudicante e discriminante, derivata da una mentalità moralistica e dottrinale».
Per i due è stata un’esperienza «che bruciava sulla pelle e su quella di nostra figlia»: un cuore «dilaniato»tra l’amore e le convinzioni religiose e morali. «Il Signore – scrivono – ci ha preso per mano e ci ha accompagnati verso un’accoglienza totale e incondizionata di nostra figlia, consapevoli della grande responsabilità che in quel momento il Signore ci stava dando: far sentire alla nostra creatura o meglio alla sua, l’amore di Padre che passava attraverso il nostro abbraccio».
Partendo da questa esperienza, due anni fa i coniugi Olmetto hanno proposto un percorso di sostegno per le famiglie che vivono con difficoltà l’omosessualità dei figli. Gli incontri di preghiera che si svolgeranno nei prossimi mesi e sono aperti a tutte le realtà diocesane, vedono insieme i giovani con i loro genitori e rappresentano un ulteriore passo verso l’inclusione nella comunità «chiamata ad accogliere, accompagnare e discernere la volontà di Dio per ciascuno dei suoi figli».