Nella diocesi di San Severo con le persone LGBT abbiamo visto una Chiesa senza pareti che accoglie tutti
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Testimonianza di Daniele del gruppo Zaccheo, cristiani LGBT+ di Puglia sull’incontro pubblico della diocesi di San Severo di Pastorale LGBT+ (San Paolo di Civitate, 22 maggio 2021)
“La pentecoste non è un evento che appartiene solo al passato, non si tratta soltanto di una circostanza che riguarda gli Apostoli e Maria riuniti nel Cenacolo duemila anni fa, ma coinvolge anche noi oggi”.
Questa è il primo spunto di riflessione di mons. Giovanni Checchinato, vescovo di San Severo, durante la Celebrazione Eucaristica di sabato 22 maggio a San Paolo di Civitate (FG), presso la parrocchia “Sant’Antonio”.
Sintetizzano in modo mirabile l’esperienza che come gruppo Zaccheo Puglia abbiamo vissuto: un’occasione dello Spirito, una rinnovata Pentecoste, in cui tutti ci siamo ritrovati a parlare la lingua delle origini, la stessa di Adamo ed Eva, quella dell’Amore. Il vescovo ha continuato ribadendo come nessuno possa pretendere di mettere in tasca Dio o imprigionarlo in schemi prefissati come anche è impossibile rinchiudere lo Spirito e bloccare il suo soffio.
Dopo aver ascoltato la Parola, Acqua che bagna le nostre aridità e spegne la nostra sete, a parlare è stata la Vita di alcune nostre sorelle e fratelli, che hanno molto sofferto per aver incontrato nel loro percorso cuori chiusi, terre inaridite, incapaci di accoglierli per quello che sono: cristiani omosessuali.
A molti di loro è stato impedito persino l’incontro con Dio e di rendere un servizio alla comunità cristiana solo perché omosessuali, perché visti come ostacoli o possibili minacce per la fede degli altri.
Il vescovo Giovanni ha concluso l’incontro facendo riferimento a due figure del libro degli Atti, Filippo e Pietro, che hanno corso il rischio di ingabbiare Dio nei loro schemi religiosi e personali ma, illuminati dallo Spirito Santo, hanno cambiato il loro modo di pensare e guardare alla realtà, compiendo il passaggio dal “so io cosa devo fare” al “chi sono io per impedire”.
Sia l’eunuco etiope che Cornelio infatti, pur non appartenendo al popolo eletto, si ritrovano ad essere battezzati, cristiani, scelti da Dio. In ricordo della serata abbiamo consegnato ai presenti delle pergamene con alcune frasi tratte dal Capitolo 62 del profeta Isaia, che accompagnano il percorso del gruppo durante quest’anno.
Il giorno seguente abbiamo vissuto una giornata di fraternità e spensieratezza nei pressi di Manfredonia, godendo delle bellezze naturali che il luogo offre. In momenti come il pranzo e il gioco abbiamo sperimentato cosa significhi sentirsi famiglia, stimati e voluti bene per ciò che si è.
Grazie a don Dino che ci ha ospitati e alla sua comunità, abbiamo fatto esperienza di Chiesa come Casa accogliente per tutti, senza muri e discriminazioni e ci auspichiamo di incontrarne tante altre così.
Mi piace concludere con un’immagine cara a don Tonino Bello, vescovo nostro conterraneo: “Ecco la Chiesa, una Chiesa senza pareti che accoglie tutti. Che non chiede la tessera a nessuno, che non chiede il distintivo del club, e non chiede la carta d’identità a nessuno. Un Chiesa senza pareti e senza tetto, cioè che sa guardare più in alto del soffitto.”
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