Nella giornata contro l’omofobia a Firenze si veglia in parrocchia
Articolo di Giulio Gori pubblicato su Corriere della sera – edizione di Firenze del 17 maggio 2017, pag.6
Veglie di preghiera per le vittime dell’omofobia. Papa Francesco ha aperto agli omosessuali, e in Italia alcune parrocchie hanno così deciso di ospitare nelle chiese delle celebrazioni liturgiche impensabili fino a pochi anni fa. Ma a Firenze c’è un’esperienza che è nata molto prima della storica apertura del Pontefice ai gay. E per il gruppo Kairos, che stasera organizzerà una veglia di preghiera alla Madonna della Tosse, in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia, sarà l’undicesima volta.
Tutto iniziò nel 2006, quando un piccolo gruppo di gay fiorentini, tutti ispirati alla fede cristiana, decise di raccogliersi per ricordare un ragazzo che si era suicidato a Torino, vittima del bullismo dei compagni di scuola. Ad accoglierli allora fu la chiesa valdese di via Micheli, per la prima storica veglia di preghiera. «La partecipazione fu larghissima, una sorpresa anche per noi», racconta Innocenzo Pontillo. Poi arrivarono le veglie anche alla chiesa battista.
Fino a che, nel 2010, Kairos che vagava per la città in cerca di un posto dove riunirsi, non trovò la risposta della parrocchia della Madonna della Tosse di don Giacomo Stinghi. «Per me che sono cresciuto a Grassina — racconta don Stinghi — “buho” era l’offesa peggiore che si potesse fare. Poi ho scoperto che quello dell’omosessualità è un mondo. E impari che non c’è nulla di sbagliato».
All’inizio, tra Kairos e la Madonna della Tosse c’è un momento di studio. I ragazzi dell’associazione cominciano a frequentare la parrocchia.
A maggio 2011 c’è la prima storica volta di una liturgia dedicata alle vittime gay. Quest’anno dopo la veglia che si terrà alle 20,50, ci sarà una fiaccolata per le vittime dell’omofobia che sfilerà per via Cavour fino a piazza del Duomo. Ad aderire, molte organizzazioni cattoliche: Pax Cristi, la parrocchia di Sant’Andrea in Percussina, le Piagge, le suore domenicane San Tommaso d’Aquino, i missionari comboniani, la comunità vetero-cattolica.
E un mese fa, ad aprile, un’altra svolta: durante la visita pastorale del cardinale Giuseppe Betori alla Madonna della Tosse, ad accoglierlo c’è anche il gruppo Kairos. Ufficialmente non fa parte della parrocchia, ma Betori ascolta anche la testimonianza di uno dei ragazzi. «C’è una parrocchia — commenta Betori — dove non si dà mai retta…». Poi guarda don Stinghi. E gli sorride.