Nella Pasqua al tempo del coronavirus: “Alzatevi andiamo!” (Mc 14, 42)
Riflessioni di don Adriano inviate ai ragazzi del Guado Giovani di Milano, seconda parte
Forse ci apprestiamo a vivere questa Pasqua col peso di tante situazioni difficili, con la paura per il futuro, con tanti tradimenti che ci avvicinano a Pietro, con tanti dubbi e delusioni che ci spingono a indossare i panni di Giuda. Come scrive Recalcati in fondo “Giuda, diversamente da Pietro, tesse un complotto, medita la rivincita aggressiva sul Maestro che lo ha deluso”.
Ti senti deluso? Beh non nascondo che io a volte lo sono, di me, degli altri, della Chiesa di cui faccio parte e che a tratti sento matrigna più che madre. Che non sa ancora accogliervi per quello che siete e che siamo. Fatti di pensieri ma anche di corpo, di sessualità, di passioni e di bellezza. Persone.
Che vuole oggi a tutti i costi, in tempo di corona virus, le persone nelle chiese tristemente vuote, vuole arrivare a tutti, dare la comunione, celebrare i momenti della vita delle persone, ma è la stessa che alcuni li ha sempre tenuti a distanza in nome di una legge più che di un Amore.
L’amore che è Cristo stesso. Quel Gesù di cui dobbiamo innamorarci. Lui unica speranza, come vi ho anche scritto nella breve meditazione sulla speranza che abbiamo condiviso nella preghiera di compieta.
Questa settimana autentica, mi piace questo nome, ci veda più autentici, amici. Mettiamo in gioco noi stessi invece che di essere spettatori davanti ad uno schermo. Mettiamoci la faccia e il cuore.
Il maestro ci vuole cosi. Non addormentati. Nel Getsemani, in quella notte tremenda che segna uno spartiacque, in cui Gesù è terribilmente solo, piange e suda sangue anche Dio è in silenzio, i sui discepoli dormono e Lui per tre volta torna a chiamarli. E si sente una domanda tenera ma decisa, non biasimevole, “Simone dormi”?.
Sì, dormiva! Anche io, forse, spesse volte non sono capace di vegliare e stare accanto al Maestro. Anche voi forse. Ma Gesù che fa? Prima dice dormite, comprende la debolezza e non la giudica poi però dice “alzatevi andiamo!”.
Si, anche nel torpore, nella fatica di non comprendere quanto ci accade, nel sentirci piccoli o falliti, Gesù ci guarda dormire, ci mette una mano sugli occhi (come direbbe in note Niccolò Fabi) e poi ci sveglia e ci invita a seguirlo.
Nel silenzio del Getsemani, nella delusione di un tradimento annunciato quello di Giuda ma anche di Pietro (seppur diversi), dopo che il male ha fatto capolino in questo gruppo di discepoli uniti al loro Maestro, ecco che si riapre la speranza. Gesù si fida di noi.
Libri consigliati in questo tempo per la lettura:
Angelo Casati, I giorni della tenerezza, Edizioni Romena, 2013,128 pagine
Massimo Recalcati, La notte del Getsemani, Einaudi, 2019, 84 pagine
Giovanni Vannucci, Il richiamo dell’infinito, ed. Fraternità di Romena, 2006, 224 pagine
Canzoni da ascoltare:
Niccolò Fabi, La mano sugli occhi
Fiorella Mannoia, L’Amore con l’Amore si paga
Vinicio Capossela, Il povero Cristo