Nella Siria in rivolta lesbiche e gay sono additati come responsabili della decadenza della nazione
Articolo di Radwan Bassam tratto dal sito Gaymiddleeast.com, 9 marzo 2012, liberamente tradotto da Adriano C.
Un popolare quotidiano di proprietà privata (nei mesi scorsi) ha pubblicato un articolo in cui dichiarava che i gay e le lesbiche stanno ‘prosperando’ a causa della rivolta siriana e sono responsabili dei problemi sociali.
‘Un polso sciolto, un modo evidente di muovere le dita, sedersi incrociando le gambe in modo femminile e un particolare interesse a pettegolezzi e indiscrezioni sono le principali caratteristiche distintive degli omosessuali’.
Questa era l’introduzione dell’articolo sui gay pubblicato in Siria sul locale quotidiano Baladna il 21 febbraio 2012. L’articolo affermava che la rivolta ‘ha dato agli omosessuali una libertà che non si sarebbero mai sognati di poter avere’ e che da marzo 2011, il numero dei membri siriani di un popolare sito di incontri è salito da 20.000 a 100.000 utenti. Il sito web non è citato esplicitamente ma si presume che sia ManJam, un popolare sito di incontri gay. In realtà, il numero dei membri di ManJam che dichiara di essere residente in Siria non supera i 10.000 iscritti.
L’articolo di Baladna dice anche che prima della rivolta, i gay in cerca di incontri o cruising erano una priorità per Mukhabarat; il sevizio segreto dello spionaggio Siriano. Ora però sostengono che hanno problemi più importanti ai quale interessarsi e che hanno abbandonato le questioni omosessuali, causandone la loro ‘proliferazione’.
Sostiene inoltre l’articolo che la migrazione dei rifugiati dalle aree colpite dai combattimenti, soprattutto nei governatorati di Homs, Hamah e Idlib, verso le città metropolitane di Damasco e Aleppo hanno facilitato gli incontri tra la gente LGBT e hanno incrementato i loro raduni.
L’articolo di tre pagine passa quindi a descrivere lo slang e i termini usati dai membri della comunità gay metropolitana per comunicare tra di loro e include l’intervista a due prostituti di sesso maschile che descrivono come la loro attività si sia affermata fin dall’anno scorso all’inizio della rivolta. Uno dei due prostituti, chiamato nell’articolo ‘Dandan’, secondo quanto riferito ha accettato di parlare con il giornale non per una cifra in denaro ma solo come atto di vendetta dopo che un altro membro del gruppo lo aveva ‘tradito’.
L’altro intervistato, del quale vengono riportate le sole iniziali, sostiene che egli plagia i modelli maschili europei per accontentare i gusti degli uomini benestanti di ricchi paesi del Golfo Persico. Nell’articolo viene raccontata anche la storia di un dentista siriano che è stato violentato mentre studiava in Russia per la sua laurea.
Secondo quanto affermato: ‘Una notte ero con un mio amico e ci siamo ubriacati. Lui e suoi amici, cinque di loro, hanno chiuso la porta a chiave e mi hanno violentato a turno. In un primo momento ho provato una sensazione distruttiva ed umiliante, poi il piacere è stato travolgente e improvvisamente ho capito quello che mi ero perso fino a quel momento. Ho cominciato ad andare a letto con qualsiasi ragazzo potessi avere!’.
Seguono altre interviste, questa volta con tre lesbiche. Anche loro descrivono lo slang che utilizzano, diverso da quello utilizzato dagli uomini omosessuali, secondo Baladna, e raccontano le loro storie. L’articolo diceva che una di loro era sposata, un’altra violentata e la terza si era convertita al lesbismo per paura che suo padre potesse ucciderla (in un cosiddetto ‘delitto d’onore’) se avesse scoperto che stava facendo sesso con un uomo prima del matrimonio.
L’articolo prosegue discutendo sulle opinioni delle due principali religioni in Siria, l’Islam e il Cristianesimo, sul tema dell’omosessualità e conclude che entrambe lo condannano fortemente.
Si esamina poi lo status giuridico dell’omosessualità in Siria, che attualmente viene punita con la reclusione da uno a tre anni e parla con un avvocato che sostiene che egli preferisce trattare gli omosessuali come persone con disordini psichiatrici che necessitano di aiuti medici, piuttosto che come criminali che andrebbero messi in carcere. L’articolo riporta anche un sondaggio che indica che 26 del 50 uomini omosessuali intervistati sono stati violentati da bambini, 10 vivevano in una famiglia dominata dalla madre o con un padre assente, e che 14 dichiarano di essere nate femmine in corpi maschili.
Per quanto riguarda le lesbiche, il sondaggio includeva 23 donne delle quali 18 hanno ‘imparato’ il lesbismo a scuola e 5 vennero violentate da bambine ed erano disgustate dagli uomini. L’articolo, infine, si conclude con la testimonianza di un notaio che lavora nel Palazzo di Giustizia che afferma che i matrimoni sono scesi a un terzo rispetto all’anno passato ed incolpa di questo la facilità crescente di incontri omosessuali, oltre alle condizioni economiche negative.
L’ultima frase di questo articolo descrive gli omosessuali come un “virus sociale” che “hanno infestato la nostra società e che hanno colto l’occasione di colpirla appena sono apparsi i primi segni di debolezza”. Il giornale di proprietà privata, la cui edizione del 23 novembre 2011 è stata ritirata dal mercato per un articolo che criticava una decisione del partito Baath, è una delle pubblicazioni più popolari in Siria con oltre 50.000 copie giornaliere in circolazione.
Testo originale: Popular Syrian newspaper stirs up homophobia