Nella veglia di Reggio Emilia “il Signore ha camminato in mezzo a noi”
Riflessioni di don Paolo Cugini pubblicate sul suo blog Pensando il 21 maggio 2018
E’ stato un momento di preghiera indescrivibile. E’ questa la sensazione a caldo che si sentiva nell’aria, vale a dire la sensazione di aver partecipato ad un evento carico di emozioni in cui si sentiva forte la presenza di Dio. Senza dubbio Dio è stato presente con noi in questa veglia, non solo perché eravamo in una chiesa, ma perché ha fatto sentire la sua presenza attraverso gesti, parole, incontri, canti. Molta gente, proveniente anche dalle città vicine, hanno partecipato all’evento. Si sono viste persone di tutte le età. C’erano giovani, anziani, scout, giovani africani, fedeli parrocchiani. Non è stata una veglia, dunque, ristretta a coloro che ruotano attorno al mondo LGBT: c’era tutta l’umanità presente nella chiesa di Reggio Emilia. La presenza del Vescovo ha senza dubbio attirato il mondo cattolico alla Veglia. Questo è già un primo fatto estremamente positivo, che vale la pena sottolineare. La presa di posizione coraggiosa del Vescovo non ha sol creato unità, ma ha soprattutto attirato l’attenzione di tutta la comunità sul tema delle persone omosessuali. E’ stato proprio questo il punto di partenza del discorso di Mons. Camisasca: “prima di tutto sono qui perché voi siete persone”.
C’era molta attesa per le parole del vescovo Massimo Camisasca, che si è dimostrato un vero padre, un vero pastore che guida il suo gregge, mostrando attenzione per tutti, esprimendo parole di accoglienza e di comprensione.
“Sono qui per pregare. Che cos’è una Veglia: è attingere allo sguardo che Gesù ha avuto sull’uomo e sulla donna e chiedere Dio che questo sguardo possa entrare anche in noi. Gesù non è stato connivente con nessun peccato dell’uomo. Se oggi possiamo dire nel tuo essere straniero, nel tuo orientamento di vita che non c’è nulla che possa discriminarti lo dobbiamo a Gesù. Il suo è stato un segno spesso non compreso. Occorre una continua conversione del cuore. Per questo partecipo alla sofferenza di chi è rimasto colpito”.
La maggior parte delle persone presenti, non addentro alle tematiche delle persone omosessuali, hanno colto il valore di una Chiesa che si sta sforzando di capire, di porsi al fianco delle persone LGBT, per ascoltare la loro sofferenza, camminare con loro. A me sembra che la veglia abbia aiutato ad aprire gli occhi dei fedeli. E’ stato come un collirio. Grazie alla presenza del vescovo i fedeli si sono accorti che esistono persone omosessuali, che non ha senso demonizzarle, perché sono persone e perché davanti a Dio tutti possono inginocchiarsi e pregare.
La presenza del Vescovo ha tolto il velo sui pregiudizi che derivano dall’ignoranza, e dall’accettare, senza riflettere, il pensiero comune. E’ stato, dunque, un atto di svelamento, di comprensione nuova. Ai fedeli presenti alla Veglia è tata offerta la possibilità di comprendere in modo nuovo il mistero delle persone omosessuali.
“Cos’è la verità che rende liberi: è Gesù, è metterci alla sua scuola, è accogliere tutte le sue parole, senza selezionarle a nostro piacimento. Dio non ci chiede tutto subito, è paziente. Chiede a noi quello che passiamo dare oggi. Nello stesso tempo è esigente, per trovare orizzonti nuovi alla nostra carità. Sono queste le due parole che vorrei consegnarvi in questa veglia: pazienza di Dio ed esigenza del suo messaggio”.
Il Cammino di una piena integrazione delle persone LGBT dentro la chiesa è ancora molto lungo. Ma siccome il cammino per raggiungere qualsiasi meta è fatto di tappe, senza dubbio quella della veglia del 20 maggio a Reggio Emilia, è stata una tappa significativo verso l’accoglienza piena delle persone LGBT nella Chiesa.