“Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!” (Mt 27, 22-23.26)
Riflessioni sulla prima Stazione: Gesù è condannato a morte, lette nella Via Crucis online organizzata dal Progetto Adulti Cristiani LGBT il 26 Marzo 2020
Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”. Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso. (Matteo. 27, 22-23.26)
Riflessione di don Giovanni
Gesù non è quel bel giovane con gli occhi azzurri, dai capelli lunghi, che, per tenerci buoni, ce lo presentavano sempre come l’obbediente… Gesù era disobbediente agli uomini e al loro modo di vivere la religione del suo tempo.
Come qualsiasi di noi, che abbiamo sperimentato l’amore di Dio, in modo personale, pur trovandoci in una situazione non tanto omologata dalla chiesa ufficiale. Costei punta il dito contro di noi, pur ignorando il nostro modo di amarci, senza porre il suo sguardo benevolo su di noi o cercare di capire che siamo persone che amano e vogliono essere amate.
I maggiorenti e le autorità religiose dicevano a Gesù:
· di non toccare i lebbrosi e lui non temeva il contatto fisico con costoro;
· che di sabato non si poteva far nulla, neanche guarire un malato, e lui lo faceva;
· che certi cibi erano impuri e non andavano mangiati e lui li si nutriva di tutto ciò che gli offrivano, di fronte a tutti;
· che un vero maestro non doveva avere familiarità con i pubblicani e le prostitute e lui si intratteneva con certi tipi e tipe invisi alle autorità religiose e non solo …
Oggi le autorità religiose ci dicono “Non ti è lecito!!!”, ma alcuni di noi, in coscienza sentono che ciò che fanno non solo porta un beneficio personale, ma riescono a dare un senso alla loro esistenza…
Tra l’altro si impegnano ad aiutare altri a superare gli ostacoli che hanno incontrato nella loro esistenza di persone emarginate, SENZA ALCUNA COLPA SOGGETTIVA!!!
Per ognuno di noi tutti Gesù ha tracciato un cammino che noi cerchiamo di percorrere perché – anche se alcune volte con fatica – non si può rifiutarsi di seguire Colui che ci ha amati per primo: così come ci trovavamo, soprattutto SENZA GIUDICARCI INCAPACI DI UN VERO AMORE!
La Chiesa alla quale pure noi ci sentiamo di appartenere, col suo giudizio, paludato di teologia di sacra scrittura, della tradizione e della dottrina, non può continuare a tenerci ai margini co-me se fossimo dei … malati di lebbra!
Non disdegni di sistemare la sua tenda “nell’ospedale da campo”: non ci siamo solo noi! Non siamo soli! Chi più chi meno, ognuno di noi porta nella sua carne una ferita che chiede vicinanza, amore e solidarietà reciproca …
Con un po’ di buona volontà mettiamoci a costruire ASSIEME quel ponte che ci permetterà di non trovarci ancora distanti e percepirci stranieri gli uni agli altri, pur recitando tutti noi, quella preghiera che Gesù ci ha consegnato nel comune battesimo: Padre nostro!…
Che la chiesa possa diventare trasparenza della tenerezza di Dio per TUTTI i suoi figli e figlie!!!
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