Nessun profeta è bene accetto in patria (Luca 4,24-30)
Riflessioni bibliche di Mauro Leonardi*, prete e scrittore
Il soffio della parola viene spesso dalle persone da cui non ci attendiamo nulla: gli stranieri, i non credenti, i lontani dalla chiesa o gli allontanati dalla civiltà. Quelli che non sentendosi a posto, si mettono in cammino e cercano uno sguardo che, oltre ogni appartenenza etnica o religiosa o di qualsiasi altro tipo, dia amore. E Dio piega lo sguardo su chi segue i passi di Gesù.
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Vangelo di Luca 4,24-30
In quel tempo, giunto Gesù a Nazaret, disse al popolo radunato nella sinagoga: «In verità vi dico:nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.
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* Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e da allora abita a Roma. Passa molte ore della sua giornata a fare il prete e predilige costruire ponti piuttosto che innalzare muri. Da anni scrive racconti, articoli, saggi e libri che ruotano intorno al rapporto tra l’uomo e Dio. Autore del blog Come Gesù. Abelis (Lindau) è il suo ultimo romanzo. I volontari del Progetto Gionata lo ringraziano per aver voluto condividere con noi queste sue riflessioni sulla Parola.