‘Nessuno è impuro’ (Atti 10,28) Perchè anche quest’anno veglieremo per ricordare le vittime dell’omofobia?
Comunicato dei volontari del progetto Gionata
Aprile 2007, Matteo un adolescente di 16 anni di Torino si getta nel vuoto dalla sua abitazione. “Non ce la faccio più” si legge sul suo ultimo biglietto “Sono a disagio perché mi fanno sentire diverso”. I compagni lo accusavano di essere omosessuale, così dopo continue e ripetute vessazioni, la tragedia.
Un fatto di ordinaria omofobia in Italia, si potrebbe dire, ma per un cristiano e a maggior ragione se omosessuale tutto assume un significato diverso.
Infatti è stato proprio questo terribile episodio unito al silenzio da parte delle chiese cristiane, e in particolare della Chiesa Cattolica italiana, a spingere alcuni omosessuali cristiani di Firenze a lanciare l’appello per la prima veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia.
‘Possibile che i nostri pastori, non avessero per Matteo una parola? Per quale motivo le preghiere nei nostri culti domenicali non formulano mai per noi un solo pensiero?’ Queste le domande di fondo a cui questa iniziativa cercava di dare una risposta, una risposta cristiana.
Da allora ogni anno le veglie per ricordare le vittime dell’omofobia vengono celebrate in molte città d’Italia e dallo scorso anno anche in Europa e America Latina.
Un sempre maggior numero di credenti da allora hanno preso consapevolezza che il problema omofobia non può essere più taciuto e che tale forma di violenza troppo spesso viene ingiustamente tollerata nella società e anche nelle nostre chiese.
Per questo anche quest’anno è venuto il momento di rompere il silenzio e radunare in una preghiera comune cristiani cattolici, valdesi, battisti, luterani, omosessuali e non, per portare alla luce della memoria le tante storie spezzate dal pregiudizio e dall’odio ma anche le testimonianze di coloro ce l’hanno fatta e adesso vivono sereni.
Perché le veglie non sono solo una commemorazione dei defunti ma sono nate proprio per aprire una strada nel deserto dell’indifferenza e dell’isolamento che molti omosessuali percepiscono nell’ambiente che li circonda.
Ecco perché anche quest’anno veglieremo in preghiera per ricordare le vittime dell’omofobia! E tu cosa farai? Tacerai, farai finta di nulla o ti unirai in preghiera con noi?