Niki Vendola: “come si possono cancellare migliaia di famiglie arcobaleno”
Intervista a Niki Vendola, a cura di Maria Corbi, pubblicata sul giornale La Stampa il 27 Luglio 2018.
Niki Vendola è l’orgoglioso padre di un bambino nato da un utero in affitto, per lui le dichiarazioni di Fontana non sono quindi solo una questione politica e culturale, ma un attacco personale a una sua scelta e al suo bambino.
Parole chiare quelle di Fontana, come è chiaro quello che pensa Matteo Salvini. Siamo a un ritorno al passato su questo tema?
«Sono parole in libertà, dette da chi usa il vocabolario come una clava o come il filo spinato. Non annunciano nulla di concreto, ma servono a far crescere la febbre razzista nel nostro paese. Già il governo in parlamento, per bocca del ministro Fraccaro, ha spiegato che non si possono annullare gli atti di registrazione all’anagrafe dei bimbi nati all’estero da coppie omogenitoriali».
C’è contrasto nel governo tra Cinque Stelle e Lega su alcuni temi, tra cui questo. Si aspetta prese di posizione decise dai grillini?
«Bisogna rieducare la politica ad aver rispetto della vita e delle persone, occorre contrastare ogni giorno il degrado del linguaggio della vita pubblica. Ed è urgente reagire ad ogni forma di razzismo. Non c’è delitto peggiore, non c’è corruzione più grave del razzismo e dei suoi derivati».
In questo momento la tutela viene dai Tribunali, e quindi la legge non è uguale per tutti perché il diritto a essere genitori di una coppia gay dipende dall’orientamento di un giudice e di un sindaco. Non le sembra un’anomalia?
«I tribunali operano nel rispetto dei diritti dei minori, la cui continuità affettiva con chi li ha cresciuti è il bene primario da tutelare. Lo sanno bene quei sindaci, come la Appendino, che non possono accettare che ci siano bambini di serie A e bambini di serie B. Il governo del “cambiamento” immagina il futuro come un revival del medioevo? L’Italia civile saprà reagire come sempre ha fatto».
Tuttavia è un momento in cui la Lega ha un largo consenso e soprattutto basta farsi qualche giretto in rete per vedere umori oscurantisti e intolleranti delle persone.
«Quando ficco il naso nella rete, dove vivono le galline pavloviane che replicano il copione della guerra degli insulti, mi sento in pericolo. Quando sono per strada, col mio compagno e nostro figlio, incontro solo simpatia e affetto. L’intolleranza, penso lo dicesse Voltaire, è sempre la somma di cattiveria e ignoranza».
E adesso cosa può accadere?
«Come si possano cancellare decine di migliaia di famiglie arcobaleno è un bel mistero! La propaganda può fare tutto, ma non riesce a cancellare la realtà. Fontana interviene non tanto sulle leggi, quanto sugli umori della pubblica opinione, cercando di seminare pregiudizi e odio».
Non pensa che su questo tema anche la voce della comunità LGBT sia un po’ deboluccia?
«Al pride di Milano vi erano centinaia di migliaia di persone, da ogni città. Mi pare che la comunità LGBT abbia imparato a lottare e saprà difendersi con le unghie e con i denti».