Noi, cattolici LGBT, prendiamo spunto da Martin Luther King
Articolo di Bob Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 18 gennaio 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Il reverendo Martin Luther King Jr. è onorato oggi negli Stati Uniti per il suo contributo al Movimento per i Diritti Civili. Le sue parole e le sue idee emozionanti ci danno una lente attraverso la quale riflettere su come poniamo i problemi degli LGBT cattolici in un più vasto contesto mentre ci impegniamo di nuovo per la giustizia delle persone LGBT nella nostra Chiesa.
Bondings 2.0 dà notizie su argomenti riguardanti i cattolici LGBT ma, preparando i post, spessi ho incontrato le tensioni sulla sessualità e il genere sperimentate dalle altre confessioni cristiane e dalle altre fedi. Per esempio, la settimana scorsa i titoli suggerivano che la Chiesa Episcopaliana qui negli Stati Uniti è stata sospesa dalla Comunione Anglicana dall’Assemblea dei Primati, il corpo dei vescovi anziani della Comunione delle chiese membro. Mentre parlare di sospensione è comunque esagerato, la decisione dei vescovi rimane triste perché è stata provocata dalle affermazioni degli episcopaliani sulle persone LGBT e sulle relazioni gay.
In un altro caso, dopo che il governo della Grecia aveva approvato le unioni civili per le coppie omosessuali, il metropolita Ambrosios di Kalavryta della Chiesa Ortodossa greca invitò i greci a “sputare contro” e “picchiare” le persone gay dicendo che “non sono umane”. Il metropolita di Messinia Chrysostomos Savvatos ha risposto dicendo che le persone LGBT, “come tutti gli esseri umani sono creature di Dio e meritano lo stesso rispetto e la stessa stima e non violenza e rifiuto.”
Qual è l’importanza di queste storie e dell’esperienza delle comunità di altre fedi per i cattolici LGBT, i loro amici e i loro sostenitori? Vi do tre spunti di riflessione, guidati dalle parole del reverendo King (in corsivo).
“Se vogliamo avere la pace nel cuore, la nostra lealtà deve diventare ecumenica piuttosto che selettiva. La nostra lealtà deve trascendere razza, tribù, classe e nazione; e questo significa che dobbiamo sviluppare una prospettiva mondiale.”
Per prima cosa queste due storie pongono la questione dei cattolici LGBT in un contesto globale ed ecumenico. Capiamo che leader religiosi di tutti i tipi possono essere inclini a promuovere sentimenti anti-GLBT con le loro parole e i loro atti, così come altri, nelle loro confessioni, promuovono l’uguaglianza. L’omofobia e la transfobia sono radicate nei pregiudizi comuni a tutte le persone piuttosto che essere specifici delle tradizioni religiose. La divisione circa l’omosessualità che esiste tra i vescovi cattolici occidentali e africani è presente anche nella Comunione Anglicana. Dispute tra i vescovi sulle unioni civili angustiano anche la Chiesa Ortodossa greca. Eppure, le persone credenti di tutto il mondo sono anche profeticamente testimoni affinché le comunità rispettino e valorizzino le persone LGBT – e a volte, profeticamente, soffrono per questa testimonianza. La via della liberazione è un viaggio universale, giocato a livello locale, e ciò significa che ci sono molti punti in comune nonostante le differenze.
“L’ingiustizia è ovunque una minaccia alla giustizia. Siamo impigliati in un’inestricabile rete di reciprocità, legati nell’unica maglia del destino. Tutto ciò che colpisce qualcuno direttamente, colpisce tutti indirettamente.”
In secondo luogo, dal momento che la ricerca dell’uguaglianza per le persone LGBT è un viaggio universale, dobbiamo mantenere un’ampia prospettiva per la nostra azione locale. L’esortazione del reverendo King per una prospettiva ecumenica e globale può essere facilmente persa se non viene coltivata intenzionalmente. Sia che siamo cattolici, ortodossi o anglicani la nostra più profonda appartenenza è alla Chiesa di Cristo, che si estende al di là dei parametri di ogni singola Chiesa. Questa Chiesa più grande, piuttosto che le nostre piccole chiese locali, è ciò che, in ultima analisi, dobbiamo perseguire, per affermare un’inclusività di tutte le identità sessuali e di genere. L’ingiustizia verso le persone LGBT in una sola comunità offende tutte le comunità nel loro complesso.
Esistono anche paralleli con il patrocinio LGBT fatto tra gli ebrei, i musulmani, i sikh, gli indù e comunità di altre fedi. Il movimento per i diritti civili che King ha contribuito a guidare ha unito credenti di tutte le fedi e non credenti in una causa comune. Ci sono anche paralleli con altri movimenti per la giustizia, come il Black Lives Matter, o con quelli che combattono l’ingiustizia contro immigrati e rifugiati. È commovente ricordare che Martin Luther King è stato assassinato mentre organizzava la Poor People’s Campaign, un richiamo all’azione interrazziale per tutti coloro che sono poveri.
Quando i nostri fratelli episcopaliani sono offesi perché affrontano l’esclusione, dobbiamo raggiungerli con la nostra preghiera e con la nostra vicinanza. Quando un leader religioso promuove il pregiudizio, dobbiamo stare insieme, solidali, contro questi messaggi. Quando la violenza della polizia affligge brutalmente le comunità nere, le persone LGBT devono essere contro questi crimini. Quando donne transessuali senza documenti sono ospitate in strutture di detenzione non sicure, i sostenitori delle persone LGBT e dei diritti dei latinoamericani devono procedere uniti. L’intersezionalità esige risposte di collaborazione orientate ad una giustizia globale per tutti. Le azioni di solidarietà sono parte costitutiva del nostro patrocinio agli LGBT cattolici.
“La vera pace non è solo assenza di tensione; è presenza di giustizia.”
In terzo luogo, questo appello ad una prospettiva ecumenica e globale è contemporaneamente un appello a impegnarci nel lavoro locale che stiamo facendo nella Chiesa Cattolica – per lavorare in essa fondamentalmente per la riconciliazione, vale a dire per creare condizioni eque. Il cattolicesimo rimane conflittuale quando si scontra con le questioni LGBT. Esistono divisioni tra la gerarchia e i laici, tra differenti regioni geografiche, tra le generazioni e tra i diversi campi ecclesiali. Fino a che queste divisioni nella chiesa permarranno, non ci sarà mai vera giustizia per le persone LGBT. Perciò il nostro lavoro deve fornire una sensibilizzazione positiva e affrontare una sfida necessaria, sempre con un occhio alla riconciliazione delle persone. Rafforzamento dei ministeri parrocchiali per persone LGBT, incontri con i leader ecclesiastici, proteste contro i licenziamenti di chi lavora per la Chiesa, approfondimento della teologia pro-LGBT nei circoli cattolici sono gli strumenti con cui giorno per giorno contribuiamo alla guarigione e alla liberazione universale – e dobbiamo fare tutto ciò con amore.
Mentre oggi ricordiamo l’eredità del reverendo Martin Luther King Jr. leggendo le sue parole e ricordando la sua testimonianza, è il momento di guardare alle nostre vite e ai nostri attuali sforzi. Dobbiamo chiederci se siamo all’altezza della chiamata del reverendo King di una prospettiva universale nella nostra azione particolare. Se cediamo, dobbiamo chiederci dove possiamo crescere e costruire in vista di quell’obiettivo. Questo è il giorno del ricordo, ma ugualmente, per i promotori dell’uguaglianza, è tempo di impegnarsi di ancora per il nuovo anno.
Testo originale: Martin Luther King’s Words Call LGBT Catholics and Allies to Action