Noi coppie omosessuali oggi non dobbiamo più pensarci come “gay” o “diverse”
Testimonianza di Luigi sul percorso di accompagnamento per coppie cristiane LGBT 2018/2019
Credo che non ci saranno mai abbastanza grazie per Corrado e Michela per essere stati docili all’azione dello Spirito, e aver dato vita ad un percorso tanto originale quanto necessario in Italia: un cammino di preparazione all’unione civile per coppie gay credenti, ‘equivalente’ a quello di preparazione al matrimonio per le coppie eterosessuali.
Trovo stupefacente la dignità della quale ogni coppia è stata investita in questi due giorni nel presentarsi, nel condividere la propria storia, e quindi nell’essere riconosciuta da tutti attorno a quel tavolo come una vera nuova ‘entità’ familiare in un ambito cattolico!
Siamo dei precursori in un certo senso in quest’ambito, ma siamo anche segno tangibile del fatto che sta crescendo la consapevolezza nel mondo e nella Chiesa e che ci sono e ci saranno sempre meno discriminazioni e ghettizzazioni, e sempre meno bisogno di pensarci come “gay” e catalogarci “diversi” con corsi e gruppi apposta per noi. La legge sulle unioni civili ha dato il via ad un’inarrestabile ondata di eguaglianza. Io e Giuseppe siamo già riconosciuti e rispettati come coppia da tutti i nostri amici, colleghi e buona parte dei familiari, ma esserlo in un convento di suore è un fatto inedito.
Per me è stato particolarmente utile l’esercizio nel quale abbiamo dovuto ripercorrere un po’ la nostra storia e riconoscere come questa ci abbia condizionato e come ci ostacoli, o ci agevoli, nel rapportarci all’altro. Non era la prima volta che aprivo il mio cuore a Giuseppe con sincerità, e ci è voluto come sempre un po’ di coraggio a mettermi a nudo nel mostrare i miei limiti. Sono limiti che mi sono sforzato e che mi sforzo di superare la maggior parte delle volte da solo.
Il lavoro su me stesso, la psicoterapia, lo studio…..quanto lavoro c’è dietro il provare a liberarsi da quei condizionamenti, dall’omofobia interiorizzata, dalla scarsa autostima….. e quanta ansia quando non riesco a farlo e finisco per credere che non vado bene così….. Eppure appena ho finito di condividere con lui in quell’esercizio, quel velo di ansia si è dissipato, e ho fatto una profonda esperienza di quanto l’intimità richieda di essere disponibili a essere vulnerabili. Ho immediatamente avuto la sensazione istantanea di aver creato una connessione più intima e profonda con lui, e sento ancora che è così. Sento Giuseppe più vicino e più complice.
E quanto è stato bello riconoscere che non siamo solo io e lui. Aver immaginato, su invito di questi genitori, che siamo voluti da Dio come coppia, e che quindi il progetto di Dio non è solo su me e su lui come individui ma su noi……mi ha riempito di gioia.
Per tanto tempo nei miei dialoghi interiori con Dio lo “rimproveravo” di non essere abbastanza; dava sì luce e sapore alla mia esistenza, ne riconoscevo la presenza e l’intervento e sentivo più o meno il Suo amore, ma gli dicevo che non era abbastanza perché Lui non era “fisicamente” presente nella mia vita, e io avevo bisogno di compagnia…beh, può sembrare stupido ma questo fine settimana per la prima volta ho realizzato a pieno quanto il Signore abbia esaudito anche quel desiderio e quel bisogno, e quanto usi Giuseppe e tutta la sua famiglia per amarmi, e per farmelo sapere ogni giorno.
E’ di questo weekend la vera scoperta che Dio usa Giuseppe per raccontarmi il Suo amore, e che usa me per raccontare a Giuseppe quanto Lui lo ami.
Ringrazio voi, e ringrazio Lui per averci messo alla Sua presenza questo fine settimana, che è sempre un grande dono, e per avermi fatto realizzare che abbiamo bisogno di Lui perché “invano s’affaticano i costruttori se il Signore non costruisce la casa”.