Noi genitori al Forum dei cristiani LGBT storditi da una tempesta d’amore
Testimonianza di Alberto e Laura, genitori cattolico con una figlia lesbica, sul V° Forum dei Cristiani Lgbt (Albano Laziale, 5-7 ottobre 2018)
“Storditi da una tempesta d’amore in un insolito week end di ottobre“. No, non è il titolo di un film della Wertmüller ma è l’esperienza che abbiamo vissuto al Forum dei cristiani LGBT (Casa dei Padri Somaschi di Albano Laziale, 5-7 ottobre 2018). Un mare di abbracci che esprimono la voglia di amare e di essere amati.
Come cristiani potremmo aggiungere ben poco altro. Come genitori lo stesso. Crediamo fermamente che un figlio, sia omo che etero, questo desideri. Amare ed essere amato. In molti di questi ragazzi, che potremmo definire figli nostri, era presente in modo quasi morboso il desiderio di trovare una collocazione, capire il progetto che Dio ha su di loro. Ma era ancora più forte il desiderio di essere accettati e non essere più considerati un disordine o una devianza.
Il Signore non si distrae e non sbaglia, non siamo teologi ma crediamo che nessuno possa mettere in dubbio questa affermazione.
Come uomini, e per questo limitati, annaspiamo in mille perché a cui non sappiamo dare risposta. Questo non può contribuire a definire sbagliato quello che non comprendiamo.
Come abbiamo già espresso la chiave di lettura non può essere che l’amore. Come genitori certo ci è più facile anche se non è per niente scontato.
Abbiamo ascoltato storie dilanianti in cui genitori hanno allontanato i loro figli e li hanno rinnegati. Non riusciamo a comprendere ciò, ci riesce difficile capire come ciò possa avvenire, anche se dobbiamo ammettere che il nostro momento di smarrimento lo abbiamo vissuto anche noi quando Costanza, nostra figlia, ci ha detto di essere lesbica. È comprensibile e umano. Non è comprensibile e umana la sofferenza che genera ogni rifiuto ed ogni forma di negazione che i nostri figli devono subire. È crudele poi l’impossibilità di ritrovare l’armonia nelle relazioni più importanti che ogni individuo ha, familiari o non. Non è colpa di nessuno, forse della nostra cultura e delle nostre categorie mentali a cui associamo “buono” o “cattivo”.
Al di là delle categorie, quello che resta è la certezza che non siamo soli, genitori e ragazzi. E’ in questa rete di amore che trovino la forza di non nascondersi più. Auspichiamo che la voglia e la determinazione di ognuno dei partecipanti al forum ci conduca in un “villaggio dell’amore” dove ognuno, con i suoi mezzi e le sue capacità faccia tesoro delle diversità che incontra e le colga come dono e come opportunità. Grazie e buona avventura a tutti