Noi lo giudicavamo, percosso da Dio e umiliato (Isaia 53:4-6)
Riflessioni sulla terza stazione: Gesù cade la prima volta, lette nella Via Crucis online organizzata dal Progetto Adulti Cristiani LGBT il 26 Marzo 2020
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. (Isaia 53:4-6)
Testimonianza di Davide
Sono omosessuale. Ecco il motivo delle mie sofferenze! Penso:”Voglio guarire! Non posso essere accettato da Dio!”Ed è proprio nel momento di sofferenza più profonda che comprendo che Dio mi ama così come sono, non devo cambiare, perché sono “prezioso ai suoi occhi, sono degno di stima” (Isaia 43).
È solo presentandomi senza maschere davanti a questo Amore che posso rialzarmi! Le fratture fisiche guariscono velocemente, ma le fratture emotive hanno bisogno di tempo… Solo Dio può guarire le ferite causate dalla non accettazione di me stesso.
La paura e il senso di colpa mi hanno disintegrato, Dio mi ha portato alla riconciliazione con me stesso. Ecco allora qual è stato il mio peccato più grande: rifiutare me stesso!
Perché dove io non mi amo, Dio mi ama; dove io mi disprezzo, Dio non mi disprezza; dove io mi sento in colpa, Dio mi perdona!Ora posso realmente danzare la bellezza della vita! “Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l’abito di sacco, mi hai rivestito di gioia” (Salmo 30)
Preghiera (Salmo 30,7-13)
Tu detesti chi serve idoli falsi,
ma io ho fede nel Signore.
Esulterò di gioia per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria,
hai conosciuto le mie angosce;
non mi hai consegnato nelle mani del nemico,
hai guidato al largo i miei passi.
Abbi pietà di me, Signore, sono nell’affanno;
per il pianto si struggono i miei occhi,
la mia anima e le mie viscere.
Si consuma nel dolore la mia vita,
i miei anni passano nel gemito;
inaridisce per la pena il mio vigore,
si dissolvono tutte le mie ossa.
Sono l’obbrobrio dei miei nemici,
il disgusto dei miei vicini,
l’orrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono caduto in oblio come un morto,
sono divenuto un rifiuto.
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