Noi omosessuali mussulmani «vogliamo essere visibili»
Articolo di Benjamin Seze tratto da Témoignage chrétien (Francia), 17 maggio 2010, liberamente tradotto da Lorenza
“Vogliamo essere visibili. Non vogliamo più subire la rappresentazione identitaria egemonica costruita ed imposta dai predicatori che vengono in Francia, nei nostri quartieri, per dirci cosa deve essere un mussulmano” spiega Ludovic Lofti Mohamed Zayed.
Questo uomo sui trent’anni evoca le violenze verbali e fisiche che possono subire i mussulmani omosessuali in Francia, da parte di chi condivide la stessa loro fede, da parte delle loro famiglie.
Gli insulti, “perverso”, “squilibrato”. I matrimoni forzati. Gli adolescenti cacciati fuori da casa. Il fratello maggiore che picchia il fratello minore, gli rompe le mandibole e il naso dicendo : ecco così assomiglierai ad un uomo o più insidioso: “non vi condanniamo, ma non siete mussulmani come noi”.
Nel gennaio 2010, Ludovic Lofti Mohamed Zayed insieme a una decina di altre persone hanno fondato il Collectif citoyen des homosexuel musulman de France (HM2F).
“Un progetto che era nascente da vari anni in collaborazione con l’associazione David et Jonathan (1) che ci ospita da 4 anni nel gruppo Aboû Nuwâs (2)». Oggi, a Parigi, sono una quarantina e pensano di aprire altri centri a Lille e Marseille.
Lo scopo? « Rispondere ai bisogni degli omosessuali nati in una famiglia mussulmana e a volte praticanti. Riflettere insieme alla questione complessa di conciliazione tra pratica dell’Islam e omosessualità”.
HM2F vuole anche essere una forza di proposta all’interno della comunità omosessuale perché nella comunità s’incontrano, a volte, persone con “alcuni pregiudizi verso i mussulmani e verso i credenti in maniera generale”.
Per Ludovic Lofti Mohamed Zayed, oggi, la questione non è più di sapere se l’Islam è una religione dell’omofobia: “non è così”.
Questa mattina (17 maggio 2010), l’imam di Bordeaux Tareq Oubrou che era presente al convegno sulle religioni, l’omofobia e la transfobia (colloque Religions, homophobie et transphobie, organizzato all’Assemblée nazionale), ha spiegato che la Sounna e il Corano non condannano l’omosessualità. Ha detto che è la morale dei musulmani che non permetteva uan visibilità all’omosessualità.
Le parole di questo teologo, membro dell’Union des organisations islamique de France (UOIF), sono viste da Ludovic Lofti Mohamed Zayed come una mano tesa.
« Questo convegno, dice, è una prima tappa. Le discussioni devono continuare.
La questione è come iniziare un dialogo con l’insieme degli immam di Francia per pervenire a costruire insieme una placata rappresentazione d’identità di un omosessuale di fede mussulmana”.
Questione che doveva essere affrontata oggi pomeriggio (17 maggio 2010) da Dalil Boubakeur, rettore della moschea di Parigi e ex preside del Conseil français du culte musulman (CFCM).
Il CFCM, non ha risposto all’invito di partecipare ai dibattiti e non era presente in nessun delle manifestazioni del convegno.
« All’CFCM alcune questioni non possono oggi essere sollevate. Sembra che l’omosessualità ne faccia parte. Rispettiamo la loro scelta, ma se dovesse ancora essere il caso fra 10, 20 anni, allora dovremo comunque evocare insieme questa questione, dice Ludovic Lofti Mohamed Zayed. »
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1 Movimento omosessuale cristiano
2 poeta arabo-persiano del 8° secolo che celebra l’omosessualità.
3 La Sunna è l’insieme delle parole e degli atti del profeta Mohammed.
Testo originale: Homosexuels musulmans : «Nous voulons être visibles»