Prigionieri del proprio corpo. Testimonianze di giovani transessuali
Io vado spesso a trovarli, cerco di parlarne, ma è dura, ho sempre l’impressione di parlare a un muro. Ho iniziato anche l’accompagnamento psicologico e lo sanno tramite la mia sorellina che è fantastica, serve da collegamento.Ad ogni modo la prima reazione è il rifiuto, la colpevolizzazione, pensano che è colpa loro e sta a te rassicurarli a questo riguardo. Insomma è molto dura.Sono 10 mesi che sono in coppia con una donna affascinante che sa che sono transessuale, per lei sono il suo uomo, il suo ragazzo, mi ama, stando così le cose ero felice di dirlo a mia madre che mi ha risposto “tanto meglio, preferisco questo al tavolo operatorio”, al che le ho risposto “ma il tavolo operatorio c’è sempre, anzi è ancora di più in previsione”.
Non ha detto niente, ma almeno niente false speranze. Penso che i genitori hanno soprattutto paura dei fallimenti e della visione degli altri sui di noi, ma ciò di cui non tengono conto è che da loro dipende la nostra felicità.
Thomas
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Sei “trans” quando ti senti prigioniero nel corpo del sesso opposto. Un esempio molto stupido, quando sono uscito con una ragazza, non sono potuto andare molto in là a letto con lei: volevo penetrarla con il mio sesso… Che non avevo! Soffri nella vita di tutti i giorni, se ti chiamano “signorina” ti senti strano, se ti obbligano a mettere una gonna ti senti travestito, ecc. Non è il fatto di avere i capelli corti e un atteggiamento da ragazzo mancato (personalmente ho i capelli lunghi) ma è un sentimento profondo. Il tuo corpo ti disgusta. È una scelta difficile restare nel corpo sbagliato allo stesso modo che decidere di cambiarlo. Ho tentato a lungo di adattarmi, ma mi sono rapidamente reso conto che era ridicolo: mi rovinavo la vita.
Come confessare ai miei genitori che non sono una ragazza ma un ragazzo? Ho cominciato il mio percorso, ma non passerò agli ormoni prima di 2 anni. Terrò dunque il mio corpo femminile ancora per due anni. I miei amici mi consigliano di aspettare fino a quel punto per confessare… Ma mi sento un po’ perso. Ho paura delle reazioni (tipo “alla porta!” o “che cos’è anche questa idea stramba?”) tuttavia mi piacerebbe dirlo loro..
Miarka
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Credo di corrispondere alla definizione di chi si dice un “transessuale” e mi sono informato parecchio sulla questione. Mi sento ragazzo in un corpo di ragazza da moltissimo tempo, tanto che non mi ricordo quando è cominciato. Mi sento male essendo una ragazza. È qualcosa che rifiuto assolutamente. Cerco di imparare la pazienza ma questa consiste piuttosto in una forma d’indifferenza.
Ho fatto il mio coming-out transessuale un anno fa, i miei amici l’hanno accettato molto bene e mi chiamano tutti con il nome che ho scelto; mi sono iscritto a un corso di danza a coppie come uomo e nessuno mi ha detto niente. La sola difficoltà è lche a mia famiglia che non sopporta l’idea dell’operazione, della mutilazione in effetti.
Chouchou
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Mi chiamo Océane, sono otto anni che ho scelto questo nome, ma il mio corpo al principio è quello di un ragazzo. La mia identità di genere è molto solidamente fissata in cemento armato dalla mia più tenera età come quella di una ragazza!
Non ho che un solo desiderio, essere una ragazza normalissima ed essere considerata come tale malgrado il fatto che innegabilmente mi piacciono le ragazze.
Océane
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Testo originale: Témoignages de jeunes trans