Noi, vittime di abusi sessuali, chiediamo alla Chiesa di agire
Testimonianza* pubblicata** sul sito dell’edizione internazionale del quotidiano cattolico La Croix (Francia) l’8 aprile 2019, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
La terribile situazione attuale ci spinge a parlare pubblicamente. Come potremmo starcene zitti quando sul capo del nunzio apostolico in Francia pendono tre denunce per aggressione sessuale, e lui continua a vivere tranquillamente la sua vita alla nunziatura? Come potremmo starcene zitti mentre le suore vengono abusate e violentate dai preti, persino all’interno del Vaticano, con la complicità passiva di molte madri superiore?
Come potremmo starcene zitti mentre un vecchio prete spiega in televisione che sono i bambini “a cercare spontaneamente affetto” e poi dice “Non avete mai visto un bambino che viene da voi e vi bacia sulla bocca…?”? Come potremmo starcene zitti quando a Roma viene ignorata una sentenza di un tribunale francese (anche se poi si è andati in appello)?
Come potremmo trovare pace quando il Papa non riconosce il danno morale e non accetta le dimissioni di un vescovo, andando contro il suo stesso motu proprio, Come una madre amorevole? Come potremmo starcene zitti quando un prete della diocesi di Lione, il quale ha abusato e violentato settanta giovani scout negli anni ‘80, profanando così il ministero sacerdotale, non è ancora stato canonicamente sanzionato, né dalla Chiesa né dalla diocesi, e le vittime non sono ancora state risarcite?
Non possiamo più credere a quello che dice la gerarchia! La discrepanza tra parole e azioni parla da sola… “Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno” (Matteo 23:3): ecco perché redarguiamo la Chiesa e la sua gerarchia.
Vogliamo esprimere la nostra indignazione e la nostra delusione. Ne abbiamo abbastanza di belle parole non seguite da fatti, di promesse non mantenute. Ciò che vediamo contraddice il Vangelo! E contraddice l’amore per cui Cristo è morto in croce.
In questo modo la Chiesa non diverrà un luogo più sicuro per i bambini, gli adolescenti e le persone vulnerabili. E cosa dice, cosa fa il popolo di Dio? Noi chiediamo, con una sola voce, che le azioni divengano realtà e non rimangano, come oggi, un’illusione.
Viviamo un momento cruciale, perché molti stanno vivendo la via della croce: le vittime e i loro cari; i preti e le suore innocenti, vittime collaterali di questa crisi; i cristiani e le comunità scossi nella loro fede e nella loro fiducia nella Chiesa.
Abbiamo di fronte a noi un’alternativa cruciale. Sceglieremo la “rivoluzione copernicana” discussa al summit di Roma lo scorso febbraio, vale a dire, la gerarchia si assumerà le sue responsabilità? O andremo avanti a forza di belle parole e comunicati stampa? Le vittime vanno poste al cuore della Chiesa, il che oltretutto vorrebbe dire porre Cristo stesso, ancora una volta, al cuore della Chiesa.
Una Chiesa che non condanna gli atti malvagi che la stanno erodendo non ha più nulla da proclamare al mondo! Bisogna scegliere tra la vita e la morte. Le vittime degli abusi potrebbero essere i vostri fratelli, le vostre sorelle, i vostri amici, i vostri figli, i vostri nipoti.
Potremo mai unirci per combattere e denunciare qualsiasi forma di abuso sessuale commesso a danno dei minori e delle persone vulnerabili, per spezzare il silenzio individuale e collettivo, pernicioso e distruttivo, e per condannare l’impunità di chi ha perpetrato tutti questi abusi, nonché il sistema che li ha consentiti?
Sono domande che vengono dall’interno della Chiesa, e dalle persone di buona volontà.
* Il passo biblico è tratto dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
** La testimonianza è stata scritta da un gruppo di vittime di sacerdoti che hanno parlato di fronte alla Conferenza Episcopale Francese nel novembre 2018.
Testo originale: The victims of clergy sexual abuse have had enough