Non lasciate che le convinzioni religiose degli altri vi impediscano di essere felici!
Testimonianza di Adam (Carolina del nord, Stati Uniti), pubblicata sul blog Born this way* (USA) il 15 settembre 2015, libera traduzione di Cristina Citterio
Sono sempre stato conosciuto come “il figlio del miracolo” nella mia famiglia, dato che quando sono nato i miei genitori superavano i 40 anni e avevano problemi di salute. Sono stato cresciuto in un ambiente rigido, di cristiani pentecostali, dove il peccato e qualsiasi cosa riguardante il mondo erano proibiti. Come la maggior parte figli unici, ero piuttosto coccolato.
Questa foto è stata scattata nel 1987, il giorno di Natale. Quell’anno ricevetti un carrello trainabile rosso della Radio Flyer, vestiti, il gioco Sit ‘n’ Spin e parecchie piccole cianfrusaglie. Ma il regalo più apprezzato fu la bambola My Buddy, per la quale avevo sfinito i miei genitori. Sono sicuro che non fossero certo elettrizzati dal fatto di dovermi comprare una bambola ma, dato che anche il bambino dello spot in tv ne aveva una, cedettero. Potete vedere com’ero sorpreso, indicando i regali dicendo: “Per me?”.
Ho sempre adorato giocare con le bambole e possedevo una gigantesca collezione di My Little Pony. Riesco ancora a ricordare l’imbarazzo sul volto di mio padre (RIP papà) quando mi facevo di corsa la corsia “giochi per bambine” e sceglievo un nuovo pony.
So di essere diverso da quando avevo tre o quattro anni. Avevo quella che credo si potrebbe chiamare una cotta, per il più giovane dei miei zii. Era aitante e aveva voglia di passare il tempo con me, perciò per me era il ragazzo più straordinario del mondo. Durante gli anni delle elementari mi presi diverse cotte, ma nonostante ciò continuavo a dire alla gente di avere una fidanzatina (di solito un’amichetta stretta), perché quella era la cosa normale da fare.
Avevo circa sette anni quando sentii per la prima volta i miei genitori e i fedeli della mia chiesa evangelica parlare di “quelle persone strane” e di “loro omosessuali”. Quando alla fine capii cosa significassero quei termini mi sentii molto imbarazzato e impaurito.
Le mie due più grandi paure erano finire all’inferno e deludere i miei genitori. Eppure non potevo fare a meno di sentirmi in quel modo. Non importava quando ci provassi o quanto pregassi: quello che provavo per i ragazzi non cambiava.
All’età di dieci anni commisi l’errore di dire a mia madre che volevo essere femmina. Non ero transessuale, ma pensavo che l’unico modo per poter avere un ragazzo fosse quello di diventare una bambina. Mia madre si infuriò e mi disse che Dio mi avrebbe mandato all’inferno se avessi continuato a pensarla in quel modo. Credo che quello fu il momento in cui iniziai a tenere per me i miei sentimenti.
Per tutti gli anni del liceo ebbi cotte devastanti per ragazzi ma mi nascondevo dietro la mia religione. La ragione per cui non avevo una ragazza non era perché ero gay: nella mia testa stavo solo aspettando la ragazza giusta. Alla fine arrivò il giorno (dopo l’università) in cui non potei più mentire a me stesso.
Oggi, alcuni dei miei amici più stretti lo sanno. La mia famiglia è estremamente omofobica, dunque tengo per me la mia vita privata. Ho provato a rivelarlo a mia madre, ma minacciò di dirlo a tutti quanti e di bandirmi dalla sua vita. E quella è stata, fino ad oggi, la cosa più dura che abbia mai affrontato. Ho anche considerato il suicidio.
Non riuscivo ad immaginare un mondo in cui poter essere veramente felice a modo mio, ma ho perseverato e man mano che imparo ad amare ed accettare me stesso, fiorisco. Ho ancora molta strada da fare, però ho degli amici fantastici che mi vogliono bene ed un compagno che mi fa sentire come se fossi l’unico uomo al mondo.
Ai bambini LGBTQ di oggi vorrei dire questo: tenete duro! E pensate con la vostra testa. Non lasciate che l’ignoranza e le convinzioni religiose altrui vi impediscano di essere veramente felici. Il mondo sta cambiando e il nostro momento sta arrivando. Anche se non vi conosco, vi mando il mio affetto. Aggrappatevi alla vostra verità e vi prometto che le cose miglioreranno.
* Born This Way è un Blog che raccoglie foto d’infanzia di persone LGBT di quando avevano tra i 2 e i 12 anni, accompagnate dalle loro storie personali. Testimonianze che vanno dagli anni ’40 ad oggi, ricordi che parlano delle difficoltà vissute dalle persone LGBT prima del riconoscimento dell’amore gay. Come ama ripetere Dan Savage il suo blog: “Born This Way vuol aiutare i giovani di tutto il mondo a trovare il coraggio di dire: “Sì, sono gay. E sono nato così. Lo sò da quando ero piccolo e questa è la mia storia”.
Testo originale: Adam: Don’t allow the ignorance or religious fervor of others keep you from being truly happy