Non sarà una fiaba con una principessa lesbica ad influenzare l’identità affettiva di un bambino
Lettera aperta inviata ad direttore di Avvenire dal Gruppo Cristiani LGBT+ della Calabria
Egregio direttore, siamo rimasti sconcertati nel leggere l’articolo, non firmato, “Il gender entra nella TV dei ragazzi” (su Avvenire del 15 gennaio 2021, pag.7) dove vengono fatte una serie di affermazioni colorite e assai forti giustificandole come suffragate da un chimerico ‘consulente tecnico scientifico biomedicale’ (evidentemente oggi il binomio tecnico-scientifico ha una sua nobiltà intrinseca), e ci dispiace che una testata così autorevole faccia da megafono acritico delle ‘mamme informate’ e della lotta all’ideologia gender.
A un primo fact-checking, la notizia che vorrebbe dare l’articolo sarebbe in realtà riferita alla presentazione di un libro di Emma Dante in cui vengono rivisitate in chiave femminista alcune fiabe (nell’articolo si afferma erroneamente che siano in chiave LGBTTIQ, acronimo fra l’altro superato), dove le pietre di scandalo sarebbero rappresentante dall’immaginare la Bella Addormentata risvegliata dal bacio di una principessa (effettivamente tecnicamente la Bella Addormentata non è consenziente) e dal considerare Pinocchio un burattino ermafrodita (effettivamente di solito i burattini di legno sono sessuati).
Basterebbero questi evidenti e grossolani errori a classificare l’affermazione ribadita nell’articolo che un libro di fiabe possa portare alla “falsificazione della realtà dell’uomo e della donna”, come fake news e a trattarla come tale, senza degnarla di ulteriori attenzioni. Ma come figli e cristiani LGBT+ cresciuti secondo i canoni della “buona educazione tradizionale” ci sentiamo chiamati ad esprimere il nostro disaccordo.
La rivisitazione di classici (non solo fiabe) in chiavi che rappresentano le minoranze (e non solo quelle sessuali) hanno sempre avuto lo scopo principale di far sentire i bambini meno esclusi, meno soli e meno “sbagliati”. Come cristiani LGBT+ possiamo testimoniare che non sarà certo una principessa lesbica o un burattino ermafrodita ad influenzare l’identità affettiva di un bambino.
Ci sono sfide ben più ardue del gender che i genitori di oggi devono affrontare per preparare i propri figli al futuro, fra queste, forse la più pericolosa è rappresentata dalla disinformazione e violenza psicologica che articoli di questo tipo possono fomentare. Ci rincresce constatare che la sua testata si sia prestata a pubblicare tale notizia.
Gruppo Cristiani LGBT+ Calabria
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