Non si possono soffocare i sentimenti. Sono una lesbica cristiana
Articolo di Mark Woods* pubblicato sul sito Christian Today (Gran Bretagna) il 27 giugno 2018, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Jayne Ozanne è attualmente una delle più convinte attiviste LGBT cristiane, in particolare nell’ambito della Chiesa d’Inghilterra, e come tale, da molti anni è una spina nel fianco di vescovi e sinodi, che cerca tenacemente di spostare l’asticella sempre più in alto, per arrivare alla piena accettazione di gay e lesbiche nella vita della Chiesa, non senza sofferenze.
Ma non è l’attivismo ad averle causato le maggiori sofferenze, bensì qualcosa di molto più fondamentale. Ha saputo presto di essere attratta dalle donne e non dagli uomini, e come Vicky Beeching, che ha recentemente pubblicato anch’ella il racconto delle sue lotte, è stata allevata nella convinzione che ciò fosse sbagliato. Gran parte del libro di Jayne, Just Love: A journey of self-acceptance (Solo amore/Amore giusto: viaggio nell’autoaccettazione), racconta appunto del viaggio intrapreso fino ad arrivare al punto di non poter più negare il suo essere e di concludere che Dio, ben lungi dal volere da lei questo sacrificio, era invece pronto a benedire il suo desiderio di stringere una relazione amorevole e duratura con una persona del suo stesso sesso.
Fa male leggere il suo libro. Jayne Ozanne era una protestante conservatrice fermamente convinta che la cosa “giusta” da fare fosse sposare un uomo timorato di Dio. Ma sembrava improbabile, perché continuava a innamorarsi infelicemente di altre donne, mai corrisposta. A un certo punto si ammalò: come Vicky Beeching, è convinta che le tensioni che era costretta a vivere avessero rivoltato il suo corpo contro se stesso. Venne ricoverata in una casa di cura, per poi passare a un’altra, specializzata in dipendenze, anche se nessuno riusciva a capire quale fosse la sua “dipendenza” e le cure erano disastrose. Si convinse di poter venire “guarita dagli spiriti omosessuali” e più tardi credette per anni di essere guarita.
Il racconto dell’innamoramento, inaspettato e non desiderato, per una donna commuove e rattrista profondamente: “Mi sentivo sporca, indegna, estremamente sola, una ‘donna di Dio’ con un segreto oscuro, che credevo nessuno avrebbe mai compreso. Per quanto strano possa sembrare, credevo davvero di essere l’unica cristiana conservatrice afflitta dall’attrazione per le persone dello stesso sesso. Ero di nuovo all’inferno, e questa volta sapevo che non c’era scampo”.
Complicava la sua situazione il fatto che fosse diventata una figura molto nota nel mondo anglicano. Laureatasi a Cambridge, aveva iniziato una carriera di grandi promesse nel marketing prima di essere assunta da Procter & Gamble: lavorava in giro per il mondo e aveva un futuro scintillante di fronte a sé. Era membro del Consiglio dell’Arcivescovo [di Canterbury; organo di governo della Chiesa d’Inghilterra, n.d.t.] e aveva lottato duramente per fermare quello che sembrava l’inesorabile declino della Chiesa d’Inghilterra. Ha lavorato al fianco del canonico Andrew White per la pace in Medio Oriente e con la baronessa Cox, parlamentare attiva nel sociale. Jayne era una figura molto rispettata e stimata, e nota per essere una conservatrice.
Tuttavia, i tentativi di “liberarla” dall’omosessualità fallivano. Allora, con l’aiuto di un prete anglicano, cominciò a considerare un’idea completamente nuova: che dopo tutto, forse Dio non condanna le persone come lei, al contrario di quanto aveva sempre pensato. Dopo l’ennesimo periodo di malattia dovuto allo stress, ed essersi sentita abbandonata dalla Chiesa, arrivò ad una conclusione: “Ragionai sul fatto che, se davvero Dio mi amava, allora mi avrebbe perdonata anche se non avrei seguito il piano che aveva stabilito per me. Pensai che sapeva bene quanti sforzi avessi fatto, e anche se avevo fallito il test, sicuramente doveva continuare ad amarmi e perdonarmi”.
Il suo “coming out” pubblico consistette nello scrivere delle lettere personali a chi pensava dovesse sapere, ma solo nel 2015 diede ufficialmente la notizia in una intervista al Times. Un anno dopo, Jayne tornò al Sinodo Generale della Chiesa d’Inghilterra per lanciare una campagna per la piena integrazione delle persone LGBT nella vita della Chiesa.
Just Love è un’autobiografia, non un libro che espone le argomentazioni teologiche pro e contro le relazioni omosessuali; è un grido che parte dal cuore: “Almeno, questo è stato per me”. È un’opera guidata da un senso di giustizia e dalla convinzione, basata sulla sua esperienza, che negare alle persone LGBT la possibilità di esprimere i loro sentimenti e i loro desideri alla pari con le persone eterosessuali è un qualcosa che le danneggia ad ogni livello.
Il libro è un contributo al dibattito, non l’ultima parola sull’argomento, ma è un contributo vitale. Quando non ascolta la voce di chi ha sofferto come lei, chi mantiene una posizione tradizionale sulla sessualità manca di un punto di vista essenziale sull’argomento e non può aspettarsi di essere preso troppo sul serio. Che piaccia o meno, quella di Jayne Ozanne è una voce significativa nel panorama anglicano odierno.
* Il reverendo Mark Woods è pastore battista e redattore di Christian Today. Profilo Twitter: @revmarkwoods
Testo originale: ‘Just Love’: Jayne Ozanne’s journey to self-acceptance