Non ti lascero’ prima che tu mi abbia benedetto
Testo elaborato dalla Commissione teologica del gruppo C+H (Chrétiens et Homosexuel/les)* di Ginevra (Svizzera) nel novembre 2004
In un momento in cui le comunità Battiste, Metodiste e Valdesi italiane stanno confrontandosi sul tema della benedizione delle coppie omosessuali, troviamo giusto riproporre questo documento che spiega le motivazioni che hanno spinto numerose chiese evangeliche ad istituire la benedizione delle unioni omosessuali.
DEFINIZIONE DI BENEDIZIONE
Intendiamo per benedizione la promessa di prossimità benevolente di Dio pronunciata in una situazione specifica.
LA BENEDIZIONE NELLA BIBBIA
1.1 DIO ALL’ORIGINE
La benedizione (berakhah) è un concetto dell’Antico Testamento. Il racconto della creazione in Genesi 1 dice che la sua origine è in Dio. Dio vide che la sua creazione “era buona”, egli benedisse gli animali e la creatura umana: “Siate fecondi e moltiplicatevi” (Gen 1,22.28) così come il settimo giorno, giorno che riassume in qualche modo tutto ciò che è “buono” in questa creazione. C’è un legame tra la soddisfazione con cui Dio contempla la sua opera e la benedizione pronunciata.
1.2 LA CREATURA UMANA CHE TRASMETTE…
La creatura umana è chiamata a trasmettere la benedizione di Dio. Dio disse ad Abramo: io ti benedirò… e tu sarai una sorgente di benedizione (Gen. 12,2). In Num. 6 la benedizione di Dio è trasmessa dalla parola umana: Voi benedirete così i figli di Israele (23)… E’ così essi porranno il mio nome sui figli di Israele e io li benedirò.
1.3 … O CHE LOTTA
Giacobbe dice allo sconosciuto che lotta con lui: Io non ti lascerò prima che tu mi abbia benedetto (Gen 32,26). Immagine poco abituale di un Dio oscuro che mette alla prova la creatura umana. Immagine forte per il bisogno umano di benedizione e che farà il suo cammino malgrado tutti gli ostacoli.
1.4 UNA BENEDIZIONE ATIPICA
Anche se il significato della procreazione nella religione di Israele è ben conosciuto e anche se le benedizioni di Genesi 1 riguardano soprattutto la fertilità, c’è una benedizione pronunciata esplicitamente per coloro che non possono avere figli e sono perciò disprezzati nella società: “Che l’eunuco non dica: Ecco, io sono un albero secco! Perchè così parla l’Eterno: Agli eunuchi che osserveranno i miei sabati, che sceglieranno ciò che mi è gradito, e che persevereranno nella mia alleanza, io donerò nella mia casa e tra le mie mura un posto e un nome preferibile a quello dei figli e delle figlie; donerò loro un nome eterno che non perirà” (Is 56,3b-5).
SITUAZIONI DI BENEDIZIONE
Secondo il Sinodo della Chiesa Protestante di Hessen-Nassau, chiamato a pronunciarsi circa la benedizione di coppie dello stesso sesso (vedi allegato), la sua decisione favorevole “trova appoggio nella buona tradizione della Chiesa che è quella di accompagnare le persone non solo all’inizio della loro vita coniugale, ma anche in numerosi altri passaggi dell’esistenza, nelle crisi e nelle nuove partenze”.
E’ un fatto che la Chiesa non pronuncia una benedizione solo in occasione dei matrimoni, ma anche di battesimi, confermazioni, consacrazioni pastorali o diaconali.
In ambito privato è comune la tradizione dei genitori che benedicono i propri figli prima della partenza per la scuola, o la benedizione prima di un viaggio.
Certe situazioni di benedizione sono legate ad un impegno: confermazione, battesimo degli adulti, matrimonio, consacrazione.
Nei paesi anglosassoni e germanici, si può osservare la tendenza a creare nuovi riti di benedizione per situazioni di passaggio.
IMPLICAZIONI TEOLOGICHE – SIGNIFICATO DELLA BENEDIZIONE
La benedizione ha una triplice portata teologica: parola di grazia, impegno della comunità che benedice, confessione di fede delle persone benedette.
• La parola di grazia esprime un incoraggiamento: “Dio è con te in questa situazione”.
• L’impegno della comunità benedicente esprime il riconoscimento del progetto e l’obbligo di metterci del proprio perché questo riesca (la preghiera, il sostegno). E’ questo impegno che fa la differenza tra la benedizione e l’intercessione. Va da sé che questo impegno può essere preso solo per un progetto che la comunità ritiene compatibile con il progetto di Dio per le persone che vengono benedette.
• La confessione di fede delle persone che chiedono la benedizione rivela che noi non disponiamo della nostra vita e del nostro avvenire, ma che abbiamo bisogno della presenza protettrice ed incoraggiante di Dio.
La benedizione è pronunciata nella fiducia della disposizione benevolente di Dio di fronte a questa situazione. Se Dio ci promette la sua presenza, la sua vicinanza benevolente, tuttavia noi non possiamo disporre di Lui. Questa, che può apparire come una contraddizione fa sì che, precisamente, la benedizione sia un atto di fede e non un gesto magico.
BENEDIZIONE DELLE COPPIE OMOSESSUALI
2.1 PUNTI COMUNI E DIFFERENZE IN RAPPORTO AL MATRIMONIO
Le coppie omosessuali hanno in comune con le coppie eterosessuali la volontà di voler dividere la loro vita con la persona amata – e questo su tutti i piani: spirituale, affettivo, sessuale e materiale – e di essere riconosciuti in quanto coppia avendo come conseguenza un irraggiamento ed una testimonianza di amore nel mondo. Gli uni e gli altri attraverso la promessa e l’impegno che assumono, si impegnano in un cammino di crescita.
L’unica differenza è nel fatto che la procreazione non è una possibilità delle coppie omosessuali.
2.2 CONSIDERAZIONI DI ORDINE LITURGICO
• La maggior parte delle liturgie nuziali protestanti non parlano della procreazione. Nella teologia protestante del matrimonio la procreazione non è uno scopo in sé.
• Inoltre, ricordiamo che nella teologia protestante il matrimonio non è un sacramento. Si tratta di una benedizione di matrimonio, ed è precisamente una benedizione che noi chiediamo per le coppie omosessuali.
• Nelle liturgie nuziali protestanti si dà prova di una grande libertà liturgica. Se ci sono alcuni elementi di una liturgia matrimoniale che non figureranno mai in una benedizione di coppie omosessuali, l’inverso non vale: ogni elemento di una benedizione di una coppia omosessuale potrebbe a priori figurare in una liturgia matrimoniale.
• Ne consegue voler mantenere ad ogni costo una differenza, sul piano liturgico, tra una benedizione di una coppia omosessuale ed un matrimonio sarebbe artificiale (cf. Sinodo di Hessen-Nassau 5).
CONCLUSIONE
Constatazione: La richiesta di benedizione delle coppie omosessuali corrisponde al bisogno umano di ricevere la benedizione di Dio in un momento di passaggio.
La Chiesa deve porsi la domanda se può ammettere che un progetto di vita omosessuale possa essere degno di benedizione.
Per parte nostra, noi siamo convinti che la risposta a questa domanda non possa essere altro che positiva. E’ per questo che gli omosessuali credenti continueranno a fare questa richiesta con la stessa ostinazione mostrata dalla vedova nei confronti del giudice iniquo, con il coraggio e la fede di un Giacobbe che ha dovuto incalzare un angelo per ricevere la benedizione di Dio.
* Si ringrazia la Refo (Rete evangelica fede e omosessualità) per averci segnalato questo interessante documento.