Maestro, non t’importa che siamo perduti? (Marco 4:35-41)
Riflessioni di don Fabio
“Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia”. (Salmo 130:2)
Marco 4:35-41: “Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?»”.
Tante volte, nella mia vita, mi è capitato di avere la stessa reazione degli amici di Gesù sulla barca… Tante volte mi sono arrabbiato con Dio sentendolo assente!
Nelle situazioni difficili la nostra paura si amplifica, e prende il posto della fede. E ce la prendiamo con Dio! La nostra mentalità greca ci fa sperare in un “Deus ex machina” che da fuori intervenga a risolvere i nostri problemi…
Ma il nostro Dio, il Dio della nostra fede, si coinvolge pienamente con noi, è parte della nostra storia, della nostra vita; dice Isaia: “Se dovrai attraversare le acque, sarò con te” (Isaia 43:2). Lui non ci abbandona! Anzi, lotta con noi!
Con affetto, Fabio!