Nostro figlio ci ha cambiato. Storia di una coppia lesbica e di un’adozione
Articolo di Beth Hallstrom pubblicato sul Huffington Post (Stati Uniti) il 29 gennaio 2016, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Raquel e Crissel Guerra-Luna erano già unite prima di incontrarsi. Incontrarsi non ha fatto che riconfermare il loro desiderio di creare una famiglia tutta loro. In questo articolo Beth Hallstrom racconta la storia di queste due donne e le esperienze di vita che hanno formato la loro famiglia.
Alcuni lo definiscono “restituire ciò che abbiamo ricevuto”, altri “osservare la Regola d’Oro”; Raquel e Crissel Guerra-Luna di Chino Hills in California preferiscono descrivere la passione della loro vita come “restituire la benedizione”, nel loro caso diventare ardenti ambasciatrici dell’affido e dell’adozione.
Raquel, 32 anni, è una mamma casalinga e Crissel, 31 anni, è una studentessa a tempo pieno che si è congedata da poco dall’esercito con il grado di sergente: studia amministrazione giudiziaria e si sta specializzando in sicurezza interna, il che calza a pennello con la sua formazione nell’intelligence. Dallo scorso ottobre hanno in affido un bambino di tre anni e mezzo dagli occhi scuri e dal dolce sorriso e stanno per cominciare le pratiche per l’adozione.
“È un piccolo concentrato di energia! Ci fa saltare qua e là tutto il giorno. Si sveglia alle 6.30 del mattino per giocare. A dire il vero, all’inizio eravamo state chiare nel voler adottare due fratelli” dice Raquel. I loro progetti originari per i bambini che volevano risalgono all’infanzia di Crissel in un orfanotrofio messicano: “Sono stata abbastanza fortunata da avere i miei due fratelli con me. Vedevo che altri bambini orfani erano soli ed espressi il voto che, quando sarei diventata mamma, avrei cercato di tenere uniti fratelli e sorelle, se avessi potuto”. A 15 anni rafforzò la sua promessa quando venne adottata da una famiglia americana che faceva volontariato nell’orfanotrofio. I suoi fratelli rimasero in Messico ma Crissel rimase sempre in contatto con loro e ancora oggi vi è molto legata.
“Ho incontrato la mia famiglia adottiva a nove anni: sono stati sempre fantastici con me. Non avevo mai pensato di andare a vivere con loro. Se una famiglia con sei figli poteva aprire le sue porte a me, allora un giorno avrei potuto restituire questa benedizione. Dio ci ha dato tantissimo e ne siamo molto grate” dice Crissel. “È una coincidenza sorprendente che alcuni miei parenti facessero volontariato nello stesso orfanotrofio. È come se io e Crissel fossimo unite da sempre” nota Raquel.
Andiamo al 2010, quando a un’amica di Raquel venne l’idea di presentarle una persona, un’ufficiale dell’esercito in servizio attivo: “Mi piacciono le donne in uniforme, così volli incontrarla. Crissel prestava servizio in Germania in quel periodo, così ci scambiavamo email e ci sentivamo su Skype. Poi finalmente ci incontrammo di persona, poco prima che lei venisse inviata in Afghanistan. Continuammo a tenerci in contatto: le spedivo pacchi pieni di caffè e dei suoi snack preferiti e lei mi mandava cartoline e fiori. Facevamo tutto il possibile per non perderci” ricorda Raquel. Poi, nel 2012, Crissel poté usufruire di due settimane di congedo e la coppia fece una vacanza in tenda per tutta la California. Poi seguì una vacanza nelle Hawaii, dove la coppia si mise a progettare il proprio matrimonio: “È stato molto romantico. Siamo andate a un luau [festa hawaiiana all’aperto, n.d.t.] e poi abbiamo fatto una passeggiata sulla spiaggia al chiaro di luna: quando siamo arrivate sotto un faro, Crissel si è genuflessa e ha fatto la sua proposta” ricorda Raquel.
Crissel stava per essere assegnata a una base di San Antonio in Texas, così la coppia tornò in California nell’ottobre 2013 per una rapida cerimonia nuziale nel palazzo di giustizia: “Quell’estate il matrimonio omosessuale era divenuto legale in California e le agevolazioni federali erano state estese alle coppie dello stesso sesso. L’esercito concedeva quattro giorni di congedo per sposarsi. Fu un matrimonio modesto, ma bello. Crissel era in uniforme, era tutto molto bello” dice Raquel: “È fantastico essere sposate e ricevere le medesime agevolazioni delle altre coppie sposate, come il mutuo per la casa e l’assicurazione sanitaria. Siamo andate insieme al ballo dei militari: una serata davvero speciale. Alla fine, dall’esercito abbiamo ricevuto un uguale trattamento, su tutti i fronti”.
Raquel afferma che lei e Crissel hanno parlato di avere figli fin dall’inizio della loro relazione, come anche di valori famigliari, di religione e, come dice lei, ”di tutte le cose grandi della vita”: “Abbiamo avuto tutt’e due infanzie difficili e relazioni finite male, così quando ci siamo incontrate abbiamo deciso di essere sincere su tutto. Abbiamo sempre voluto costruire una famiglia attraverso l’affido e l’adozione. Questo ha reso tutto ancora più speciale perché io e lei abbiamo sempre saputo che era così che volevamo diventare mamme”.
In seguito Crissel è stata congedata per motivi di salute dall’esercito e la coppia è tornata in California, dove hanno cominciato a informarsi sulle pratiche per l’adozione e partecipato a dei colloqui con delle agenzie. Lo scorso dicembre hanno avuto l’occasione di restituire la benedizione parlando a un incontro sull’adozione: “Era la prima volta che ascoltavamo qualcuno parlare di questa esperienza e ci è stato molto di aiuto. Lì abbiamo conosciuto la nostra agenzia e ci siamo incamminate sul sentiero della maternità” spiega Raquel. Chiare fin da subito sull’adottare due fratelli per via dell’antica promessa di Crissel, le due ragazze hanno incontrato cinque coppie di fratelli, ma nessuna è stata loro assegnata: “Per un motivo o per l’altro, non abbiamo potuto concretizzare. Poi la nostra referente ci ha parlato di questo bambino di tre anni. Abbiamo chiesto consiglio a parenti e amici. Ci abbiamo pensato tutta la notte e poi abbiamo deciso che era la cosa giusta da fare. Il giorno dopo l’abbiamo incontrato e abbiamo capito subito che sarebbe stato nostro figlio” dice Raquel.
Il bambino era in affido presso un parente e la casa di Raquel e Crissel sarebbe stato l’ottavo posto in cui transitava. Per due settimane la coppia lo è andato a trovare, lo ha portato al parco e a casa loro per mangiare. Ma durante la prima notte passata con loro era ancora impaurito e ansioso, come racconta Raquel: “Ci siamo sedute assieme a lui, lo abbiamo rassicurato, lo abbiamo abbracciato e gli abbiamo detto che andava tutto bene. Eravamo liete di avere passato due settimane a fare la sua conoscenza, cosicché ora non eravamo due complete sconosciute. La prima notte Crissel ha dormito sul divano con lui perché non voleva stare da solo nella sua stanza. Poi, una di noi ha dormito sul pavimento della sua stanza e poi ci sedevamo sul suo letto finché non si addormentava. Ora abbiamo il nostro bel rituale serale a base di abbracci e baci, poi gli leggiamo una storia e a lui piace. Ha fatto grandi progressi nel poco tempo che è da noi”.
Il bambino è un atleta in erba: ha appena terminato la stagione con la sua squadra di basket per piccolissimi e sta prendendo lezioni di tennis. Ama tutto ciò che riguarda l’Uomo Ragno e i fumetti della Marvel; Crissel lo descrive così: “Un bambino traboccante di felicità ed energia, amatissimo”. Una volta che la prima adozione sarà cosa fatta, Raquel e Crissel vogliono aggiungere un altro bambino (possibilmente due) alla loro famiglia, ma uno alla volta, dicono ridendo. Vogliono continuare a sostenere fortemente l’affido e l’adozione incoraggiando chiunque, anche al di fuori della comunità LGBT, a costruire la propria famiglia in questo modo: “Promuoviamo con entusiasmo l’affido e l’adozione, vogliamo rendere evidente che è un modo valido per costruire la famiglia dei propri sogni. Vogliamo che si sappia che la trafila è accessibile, non complicata e tutt’altro che costosa. La trafila non deve spaventare né intimidire nessuno. Vogliamo far sapere a tutti ciò che abbiamo imparato, perché c’è una grande differenza tra ciò che pensavamo all’inizio e ciò che sappiamo ora. Ci sono molte idee errate a riguardo e incontri come quello a cui abbiamo partecipato noi sono il modo perfetto attraverso il quale i possibili genitori possono sapere la verità sull’affido e l’adozione” dice Raquel. Crissel aggiunge: “Vogliamo soprattutto che si sappia quanto siamo felici e quanto la nostra vista sia cambiata in meglio grazie a nostro figlio. Vederlo crescere, vedere il suo sorrisino, sapere che sa di essere al sicuro, amato: vogliamo che tutti sappiano che ne vale veramente la pena“.
Testo originale: Two Moms Open Up About How They’re Forming Their Dream Family