Mio figlio è gay. Una benedizione e una sfida per la nostra famiglia cristiana
La mia prima benedizione fu essere nata in una famiglia amorevole, la seconda fu conoscere e sposare il mio migliore amico, la terza benedizione fu rimanere incinta di due gemelli sani diciannove anni fa, e la quarta benedizione è essere la mamma di un figlio gay. Certo, come molte benedizioni (che all’inizio potrebbero sembrare sfide), non sempre ti rendi conto che sono benedizioni mentre sono lontane. Quando i nostri bambini stavano iniziando la scuola superiore, iniziamo a notare alcuni cambi in Spencer. Smise di fare sport, aveva meno amici, non era interessato alla scuola, cambiò il suo modo di vestire, sembrava infelice ed era molto lontano di suo padre e di me.
Suo fratello, al contrario, era molto coinvolto nella scuola, gli sport, le ragazze e in tutte quelle cose che sapevo erano “normali”. Mio marito ed io eravamo dei genitori molto conservatori, anche se eravamo giovani, avevamo certi valori nella nostra casa ed eravamo molto coerenti con le nostre aspettative. Ora scherzo con Spencer che in realtà doveva essere figlio della mamma di Ellen DeGeneres.
Frequentava circa il secondo anno di liceo, quando capimmo che qualcosa succedeva. Nostro figlio, una volta felice e socievole ci stava preoccupando da morire. Andavamo a letto la sera temendo il peggio per Spencer: abuso di sostanze y/o suicidio. Sapevamo che dovevamo aiutarlo.
E stato durante una terapia familiare che Spencer ci dichiarò gay all’età di 15 anni. Eravamo distrutti. Dicemmo a Spencer che lo amavamo, e che sempre lo avremmo appoggiato, ma diciamo la verità, non volevamo un figlio gay.
Non sapevamo che fare o da chi andare. Mio marito ed io ci sentivamo soli. Temevamo per il futuro di Spencer. All’improvviso, le convinzioni che erano state radicate in noi (religiose, politiche e morali) iniziarono a venire a galla in un modo che non avevamo mai affrontato. Fecce tutto quello che potevo per capire “perché” o se la sua giovane età significava che poteva “cambiare” ed era soltanto confuso. Leggete moltissimi libri e “googlare” su moltissimi siti web.
L’amore e la preoccupazione per nostro figlio erano la nostra priorità, quello che ci mantenne nel buon cammino. So quante famiglie sono state distrutte per questo tipo di notizie.
Questa è una delle principali ragioni per la quale ho accettato di parlare con voi oggi, e per il mio coinvolgimento in organizzazioni come PFLAG (Genitori e Amici di Lesbiche e Gay) e Fortunate Families. L’amore incondizionato che mio marito, i miei genitori, mia sorella, i nostri più cari amici e il nostro altro figlio mostrarono a Spencer fu incredibile. Perché avevo delle aspettative prestabilite di come sarebbero stati i miei figli, ci ho messo un po’ più di tempo ad accettare di avere un figlio gay.
Guardando in dietro, la mia preoccupazione maggiore era “che penseranno gli altri?” Ora capisco anche il perché Spencer si comportò come lo fece: stava passando il suo momento di difficoltà, e lo so, era molto doloroso.
Conosco mio figlio, e so che non scelse di essere gay. Suo padre ed io abbiamo guardato nei suoi occhi e abbiamo visto il suo dolore. Vediamo anche un giovane fantastico. E spirituale, un grande lavoratore, affettuoso, artistico, aperto, intelligente e genuino. E una persona speciale. Essere gay non lo delimita. Ha molto da dare a questo mondo e a tutti quelli che incontra.
Mi ha insegnato a non vedere tutto in bianco e nero, e ad accettare tutta la gamma di grigi nella mia vita. Lui ha cambiato la maniera in cui vedo la religione organizzata e la politica.
L’amore per il mio Dio e il mio paese sono più forti che mai, ma il mio sistema di credere “egotistico” si è trasformato in una maniera più aperta e amorevole. Alcune delle persone più straordinarie che ho conosciuto nei gruppi PFLAG (Parents, Families, & Friends of Lesbians and Gays/Genitori, Famiglie, Amici di lesbiche e gay) hanno la stessa luce che il mio Spencer.
Questo è quello che mi fa sentire fortunata e benedetta di essere la sua mamma.