La giustizia europea contro l’esclusione dei donatori di sangue gay
Articolo pubblicato sul sito del mensile Têtu (Francia) il 17 luglio 2014, liberamente tradotto da Marco Galvagno
L’avvocato generale della Corte di Giustizia europea ritiene che la Francia abbia torto ad escludere gli omosessuali dai donatori di sangue.
L’omosessualità non costituisce “in se stessa” un comportamento che giustifica l’esclusione permanente dalla donazione del sangue, come avviene ancora oggi in Francia, ha detto qualche giorno fa l’avvocato generale della Corte di Giustizia europea.
“Una tale esclusione può essere giustificata nei confronti della sanità pubblica solo a condizione che non vada al di là delle misure necessarie, ma nell’esempio francese questo non sembra avvenire” ha aggiunto Paolo Mengozzi.
Il parere dell’avvocato generale viene seguito dalla Corte nella grande maggioranza dei casi. Le leggi francesi escludono dalla donazione di sangue in maniera permanente gli uomini che hanno o hanno avuto rapporti omosessuali.
Un cittadino francese ha contestato questa esclusione davanti al tribunale amministrativo di Strasburgo e ha chiesto alla Corte europea se tale decisione fosse compatibile con le leggi dell’Unione. La legge europea prevede che “le persone che hanno comportamenti sessuali a rischio e che potrebbero contrarre malattie infettive trasmissibili per via sessuale siano escluse in maniera permanente dalla donazione del sangue”.
Con queste conclusioni l’avvocato generale considera che il solo fatto, per un uomo, di avere o aver avuto rapporti con un altro uomo non costituisca di per sé un comportamento sessuale tale da giustificare l’esclusione permanente dalla donazione di sangue.
La regola francese tende piuttosto a considerare questo fatto come una irrefragabile presunzione di esposizione ad un rischio elevato di contrarre malattie sessualmente trasmissibili, senza considerare la frequenza dei rapporti e se questi siano con partner occasionali o all’interno di un rapporto di coppia, protetti o non protetti.
La normativa francese è generica e lacunosa. Gli Stati membri “possono mantenere o stabilire misure di protezione più severe di quelle stabilite dalle direttive comunitarie” ma solo fino a quando “non ledono il rispetto dei diritti fondamentali della persona” ci ricorda Mengozzi.
“Escludendo in maniera permanente dalla donazione di sangue ogni uomo che abbia o abbia avuto rapporti omosessuali, la normativa francese introduce una evidente discriminazione indiretta che si basa, in maniera combinata, sul sesso (uomini) e sull’orientamento sessuale (omosessuali o bisessuali).
Testo originale: La justice européenne contre l’exclusion des homosexuels du don du sang