Come è vissuto il coming out di un figlio gay dagli altri membri della famiglia?
Testo di Mary Ellen e Casimer Lopata tratto dal loro libro Fortunate Families: Catholic Families with Lesbian Daughters and Gay Sons (Famiglie fortunate: famiglie cattoliche con figlie lesbiche e figli gay),Trafford Publishing, 2003, capitolo 5, pp.33-35, libera traduzione di Diana
Sebbene l’indagine alla base del libro Fortunate Families sia rivolta principalmente ai genitori di lesbiche e gay, ci sembra che un libro sulle “Famiglie fortunate” abbia qualcosa da dire anche agli altri membri stretti di una famiglia: i fratelli, le sorelle e i nonni.
L’indagine ci mostra che il 96% delle famiglie ha più di un figlio, così i fratelli e le sorelle rappresentano una parte importante della famiglia. I fratelli e le sorelle possono racconare molte delle emozioni che provano i genitori: rabbia, tristezza, isolamento, imbarazzo, paura, shock, confusione, comprensione, accettazione, sollievo, ecc. Un fratello o sorella possono essere di aiuto ad un fratello gay o a una sorella lesbica ed essere un ponte tra i genitori e i fratelli/sorelle omosessuali. Oppure possono essere un ostacolo alla comprensione e al far pace in famiglia.
A volte i fratelli e le sorelle possono andare a un incontro della PFLAG (l’associazione USA di genitori, famiglie e amici di lesbiche e gay) per parlare della loro situazione famigliare. Chiedono suggerimenti su come aiutare i genitori nella loro lotta di accettazione e comprensione dei figli omosessuali. Il supporto di queste associazioni e le risorse disponibili (in rete) spesso sono tutto quello di cui hanno bisogno, o di un aiuto per incoraggiare i loro genitori a venire anche loro alle riunioni per genitori con figli LGBT. Dal punto di vista dei genitori, le preoccupazioni che ho sentito più spesso derivano dalla disapprovazione dei loro fratelli/sorelle o dall’ansia di dirlo a un figlio più piccolo.
Quando un fratello o una sorella disapprova, è importante ascoltarlo, stando attenti agli indizi che possono mostrare ansia sulla propria sessualità. Se questo è il caso i genitori possono suggerire loro una consulenza professionale. Altre volte si tratta di aiutarli a tenere separati gli argomenti. Per esempio, ci sono stati già problemi tra i fratelli: scontri di personalità o una storia di rivalità? I problemi possono venir mescolati tutti insieme sotto quello che attira maggior attenzione o simpatia. Quando ciò avviene spesso – alla lunga – nessun problema riceve la dovuta attenzione.
Quando si tratta di dire a un fratello più piccolo di un fratello/sorella omosessuale, la cosa migliore è di dare l’informazione in modo appropriato all’età. Anche i bambini delle elementari sentono termini come “frocio”, “finocchio”o “checca” sul bus della scuola, oppure nei caffè o nell’atrio della scuola. Possono non conoscere il significato di questi termini, ma si rendono conto in fretta che non sono dei bei termini.
Queste sono le peggiori parole da dire, se i bambini le usano, perché possono sentire colpevoli quando sanno che i loro fratelli/sorelle sono omosessuali. Se i genitori non parlano ai fratelli/sorelle della loro sorella lesbica o fratello gay rischiano di aumentare la confusione nel figlio quando lo viene a sapere. Si chiederà anche perché gli è stato nascosto – si tratta di qualcosa di cui vergognarsi? Il silenzio non protegge il figlio, ma lo lascia in preda alla cattiva informazione da fonti non corrette. Un figlio non è mai troppo giovane per sapere che lui o lei appartengono a una “famiglia fortunata”.
Quando mio figlio Jim fece il coming out fu d’accordo che io potessi dirlo a tutti quelli che lo dovevano sapere; cioè, a chiunque mi potesse essere di aiuto in qualsiasi modo. Concordammo anche che lui lo avrebbe detto agli altri membri della famiglia, ed io gli chiesi di dirlo a suo padre il più presto possibile. Glielo disse il giorno dopo, e questo fu per me una benedizione.
Alcuni figli gay chiedono a un genitore di mantenere il segreto con l’altro genitore. Alcune persone gay possono fare questa richiesta, giustamente, sulla base della loro conoscenza della propria famiglia, ma io credo che questo ponga un pesante e spesso inutile fardello sulle spalle di colui che deve mantenere il segreto. Effettivamente un figlio mette il genitore in un armadio chiuso a chiave. Dopo che Jim lo ebbe detto a suo padre io aspettai prima di comunicarlo agli altri membri della mia famiglia. Avevo fiducia che Jim avrebbe saputo quando era il momento giusto e questa era la notizia che lui avrebbe dato.
Le dinamiche famigliari vengono quasi sempre coinvolte quando un figlio fa coming out. Spesso i fratelli/sorelle si sentono messi da parte, perché l’attenzione e le emozioni sono tutte concentrate sulla sorella lesbica o il fratello gay.
Nel suo libro The Family heart: a memoir of when our son came out (Il cuore della famiglia: il racconto di quando nostro figlio ha fatto coming out) Robb Forman Dew racconta la storia del percorso della sua famiglia verso l’accettazione di Stephen, il suo figlio gay. Nella sua vicenda, mentre Dew e suo marito erano sempre più coinvolti nell’aiuto degli altri genitori e si impegnavano per la parità dei diritti di gay e lesbiche, il loro figlio minore Jack cominciò a sentirsi abbandonato.
Dew racconta di un incidente che ebbe suo figlio più piccolo Jack, quando gli scoppiò uno pneumatico su una strada di campagna nel New England. Quando Jack telefonò a casa per chiedergli il numero telefonico del soccorso stradale, lei cominciò a rimproverarlo perché non aveva portato con sé il tesserino con il numero. Con voce piena di rabbia e tristezza suo figlio Jack la interruppe dicendo: “Sai, non penso ci sia posto per me nella nostra famiglia…mi sentivo distrutto quando la gomma è scoppiata e tu non mi hai nemmeno chiesto come stavo… non mi va più bene. Non c’è più spazio per me. Tutta la famiglia è concentrata su una sola cosa che so che è importante. Anche per me è importante. Ma io mi sento…come se non avessi più una casa.”
Il dolore di Jack era così evidente nelle sue parole, che per me sono davvero dure da leggere, specialmente perché so che uno dei miei figli provava sentimenti simili.
Negli anni ho ascoltato tanti episodi simili sul coming out, frammenti di come Jim ha fatto coming out coi fratelli e sorelle. Quando ho cominciato a lavorare su questo libro ho deciso, col permesso di Jim, di chiedere ai suoi fratelli e alle sue sorelle di condividere questi ricordi con me. Ecco le loro storie.
Mia figlia Linda
Mio figlio Dan
Mio figlio Andy