Oltre il gender. La transizione di una donna transessuale
Riflessioni di Marìa Del Mar pubblicate sul blog transiciondeunaespanola (Spagna) il 15 maggio 2015, liberamente tradotte da Francesca Macilletti
Mi chiamo Marìa Del Mar e sono una donna spagnola che, da poco, ha completato il cambio di sesso fisico, da uomo a donna. Appoggiata da medici specializzati, psichiatri, psicologi e associazioni LGTB (Lesbiche, Gay, Transessuali e Bisessuali), familiari e amici, ho scritto un libro su questo duro e sorprendente viaggio partendo dall’infanzia fino al termine della mia transizione.
Questo è il primo libro scritto in spagnolo da una donna transessuale che racconta la sua storia dall’infanzia fino al completamento della sua transizione. Una parta funge da documento informativo sui trattamenti medici, chirurgici e le procedure burocratiche. L’altra parte, invece, è il registro storico pieno di esperienze reali che vanno dal divertente, sorprendente e originale al dantesco, spiacevole e perfino brutale, includendo foto personali.
Per 4 anni la mia transizione è stata un inferno, nel quale facevo il giro di psicologi, psichiatri, trattamenti ormonali e bloccanti di testosterone; chirurgie e ricoveri; rovina economica, insulti e umiliazioni di persone che incontravo in ogni luogo; di sangue, sudore e lacrime…Lavoravo come una schiava 7 giorni la settimana – avevo diversi lavori – fino ad essere esausta (perché ho sempre rifiutato di cadere nel luogo comune secondo cui i transessuali debbano prostituirsi) e che per mera dignità ho potuto conservare grazie all’appoggio incondizionato di mia madre.
Non è stato facile adattarmi alla mia vera identità dopo quasi 40 anni cercando di essere ciò che non ero, recitando un ruolo nel quale mai mi sono sentita identificata. Ho sofferto molto più di quello che credevo potessi sopportare, per riuscire a vivere la mia vita come donna – fisicamente molto attraente mi dicono – però, soprattutto, una donna e non un fenomeno da baraccone, che è quello che volevano mi sentissi in molte occasioni.
Una volta completata la transizione, il mio desiderio era quello di amalgamarmi alla società, passare inosservata e dimenticare la mia condizione precedente. In definitiva, vivere la vita normale che da sempre desideravo. Però non possiamo eliminare il nostro passato, perché in esso sono impresse le nostre esperienze che formano il carattere, un insieme di tutto quello che abbiamo appreso attraverso le nostre esperienze di vita.
Non ho avuto un’infanzia, né un’adolescenza, né una gioventù coma la maggior parte delle persone. Per me questo è stato un tormento di paura e insicurezza, un’opera teatrale deplorevole dove io ero la protagonista che cercava di interpretare un copione troppo complicato per lei.
Mesi dopo aver completato il mio cambio fisico, mi sono accorta che la mia vita non sarebbe mai stata come quella della maggior parte della gente: vivere, crescere, sposarsi, riprodursi; avere una casa e una macchina (se è più lussuosa di quella vecchia, ancora meglio) e morire dopo aver compiuto l’unica funzione per la quale sembra che siano stati creati tutti gli essere viventi di questo pianeta: perpetuare la specie (in questo pianeta ci sono già molte persone che si prodigano a questa unica causa).
Grazie alla collaborazione di persone buone, sono riuscita a finanziare l’edizione del manoscritto con l’editore “Editalo Contigo”. […] Voglio, in questo modo, rendere visibile la realtà di un collettivo così minoritario che per molti è invisibile e talmente stigmatizzato che, per molti, non siamo altro che uno stereotipo. Il nostro problema più grande non siamo noi: è dimostrato scientificamente che si tratta di un difetto che si produce nell’embrione a partire dalla quarta settimana di gestazione. Il nostro problema più grande, è l’inciviltà sociale, la mancanza d’informazione e l’ignoranza (la quale è molto audace in questa società).
Con l’inestimabile aiuto di mia cugina Cristina, ho avviato il mio blog, http://transiciondeunaespanola.blogspot.com.es/ e abbiamo creato un profilo Facebook con lo stesso titolo che da il nome al libro, https://www.facebook.com/transiciondeunaespanola, con l’intenzione di far conoscere il mio progetto e “rendere visibili gli invisibili”. Quest’ultima frase è di Africa Pastor, la scrittrice del “Libro di Daniela” e fondatrice della Fondazione Daniela, organizzazione senza scopo di lucro creata senza alcun aiuto statale per aiutare i bambini transessuali e le loro famiglie. Un’intera lezione di vita che raccomando fortemente a tutti di leggere e che è l’unico sostegno che mantiene questa ONG.
“Negare a qualcuno la propria identità è il peggior maltrattamento che ci possa essere e le sue conseguenze sono gravissime”
Metterci la faccia e mostrare la mia realtà, non è un cammino facile. Da quando ho cominciato il mio progetto e l’ho annunciato sulle reti sociali, vengo rifiutata in tutti i colloqui di lavoro. Gli uomini che conosco, che si interessano a me in quanto donna, hanno paura di questo progetto e temono che possa diventare popolare e questo li influenza negativamente. In effetti, una parte della mia famiglia mi ha allontanata per aver reso pubbliche la mia infanzia e adolescenza.
Il mio unico interesse è quello di aiutare gli altri affinché la loro transizione non sia troppo difficile e, inoltre, ringraziare ogni brava persona che ho incontrato sul mio cammino e che mi ha aiutato ad uscire dal baratro nel quale caddi quando ebbi fiducia nella normativa vigente del Ministero della salute di Madrid e nei medici della previdenza sociale, i quali mi diagnosticarono come “paziente con disforia di genere” e che, dopo avermi incoraggiato a intraprendere una transizione di sesso col loro aiuto, mi abbandonarono fino a quasi la fine della mia transizione perché, improvvisamente, non c’erano fondi per intraprendere la CRS – chirurgia di riassegnazione genitale.
Verso la fine di giugno del 2015 verrà pubblicato il mio manoscritto che spero possa far conoscere l’argomento a tutte le persone che non capiscono il perché di questa scelta e a far sapere a tutti quelli che ne ridono, che non tutti hanno la capacità di capire tutto.
“Il rispetto per il prossimo dovrebbe essere una legge universale”
Titolo originale: La transiciòn de una mujer transexual