Omofobia in Italia? Non se ne parla più!
Riflessioni di Massimo Battaglio per il progetto omofobia.org
Vorrei scrivere un aggiornamento sugli episodi di omofobia degli ultimi mesi ma sono in difficoltà. Sembra che i numeri siano in calo ma ho l’impressione che il problema sia un altro: non se ne parla più.
Le vittime sembrano poche rispetto agli altri anni (sono 95 dall’inizio del 2024 mentre erano state 138 a fine settembre 2023, 121 nell’analogo periodo del 2022 e 159 tra gennaio e settembre 2021). Il fenomeno è in calo? Non ci posso credere.
Non posso crederci innanzitutto per la “qualità” degli episodi emersi: quest’anno abbiamo registrato 24 vittime di aggressione fisica a singoli, altre 33 a gruppi o coppie, un omicidio, due suicidi e un numero minore di vittime di atti non fisici. Tra questi ultimi abbiamo 9 vittime di stalking con minacce di morte che, in alcuni casi, hanno portato i protagonisti a dover cambiare casa o chiudere attività commerciali.
Seguono 7 persone che si sono viste rifiutare un contratto d’affitto, 3 casi di danni a cose (automobili, attività produttive). Due ragazzi sono stati allontanati dalla famiglia. Una persona trans ha subito un licenziamento discrimatorio. Cinque sono le vittime di ingiurie in ambito politico istituzionale. Sette gli episodi non sfociati in violenza grazie all’intervento di terzi o alla fuga delle vittime.
In totale, il 63% delle le vittime rilevate ha subito violenza fisica con ferite sempre piuttosto gravi (mentre, negli anni precedenti, le aggressioni superavano di poco il 50%). Le altre sono state oggetto di atti discriminatori non fisici ma portatori di conseguenze molto pesanti.
Insomma: se il fenomeno sembra essere in calo dal punto di vista quantitativo, è invece evidente un aumento della gravità dei casi registrati. Il che fa sospettare che esistano molti altri casi sfuggiti alla nostra ricerca perché non denunciati o passati sotto silenzio. Si riesce a intercettare la notizia di un caso di omofobia solo quando è talmente eclatante da non poter restare nascosto.
D’altra parte, anche in altri “settori dell’odio” sembra che le cose non migliorino anche se non se ne parla più. Pensiamo ai femminicidi: sono in drammatico aumento. Da gennaio, se ne sono registrati 65 mentre erano stati 43 in tutto il 2023 e 52 nell’anno precedente (fonte Viminale). Ma quante volte ne abbiamo avuto notizia? Identicamente, i migranti morti in mare sono 1452 dall’inizio dell’anno. Il dato è del tutto comparabile a quello dei due anni precedenti, che si erano conclusi rispettivamente con 2271 e 2405 vittime. Ma non fanno più notizia.
Anche dei morti sul lavoro, si sente parlare meno: in questi giorni, hanno già superato quelli dell’anno scorso (680 contro 657). Sembra che le notizie sulle peggiori piaghe sociali non interessino più.
In parte, ciò si deve sicuramente al fatto che buona parte dell’informazione deve misurarsi con le svariate guerre in corso. E i giornali hanno pagine limitate. Ma la sensazione che si sia volutamente steso un velo sui nostri temi e in genere sulle tematiche dell’odio, è forte. D’altra parte, “Tele Meloni” non è solo TV. Ormai ha diramato le sue metastasi nella carta stampata e nell’informazione in rete. E sappiamo bene quanto è scomodo, per l’attuale Governo italiano, ammettere che in Italia si muore in mare, si uccidono le donne, si pestano e si discriminano le persone omosessuali.
La questione è quindi politica, in tutti i sensi. E’ politica perché, quando la deformazione dell’informazione segue le maggioranze di governo, si mette in gioco la democrazia. E’ ancora politica perchè la mancanza di informazione e di dati è la miglior scusa per non affrontare i problemi nelle sedi giuste, che sono per l’appunto quelle politiche. Ed è infine politica perché il silenzio su una piaga sociale è il sicuro preludio al suo allargarsi. Non parlare di omofobia equivale a legittimarla, a lasciare campo libero agli omofobi.
A proposito di legittimazione, in questi mesi si è fatto anche di peggio. Visto che non se ne parla più, il generale Vannacci si sente libero di farsi pubblicità attravero le sue assurde, fastidiose, stupide dichiarazioni omofobe. Poi dice che non è vero, che lo abbiamo frainteso perché siamo di parte. E così, lo seguono a ruota altri innumerevoli personaggi pubbici.
La TV ci mette del suo: al “Grande Fratello” non manca mai la sceneggiata omofoba. Sono cose che magari non colpiscono qualche persona particolare e quindi non costituiscono reato. Ma gettano odio e diffondono l’idea che insultare le persone LGBT+ sia normale se non apprezzabile. E da lì alla violenza vera e alla discriminazione, è un amen.
Invitiamo chiunque sia a conoscenza di fatti omofobi, a scrivere a omofobia.org . Se, a livello mediatico, non se ne parla più, dobbiamo pensarci per conto nostro. E’ urgente.