Omofobia nascosta, covid e giornata della memoria
Riflessioni di Massimo Battaglio
Nel mese di gennaio, è stato difficile trovare notizie di episodi di omofobia. C’entra il COVID? E’ possibile ma non abbiamo ancora elementi per trarre conclusioni non affrettate. Di fatto, sono venute a galla solo tre vittime, un numero ancora inferiore a quello di dicembre, quando gli episodi erano stati cinque. Era dal febbraio 2014 che non ci si teneva così bassi.
Lo stesso fenomeno si era registrato a marzo scorso, con quattro sole vittime rilevate. Quasi a conferma, a giugno, la parabola aveva ricominciato a salire e aveva raggiunto le 14 vittime e poi le 24 e 29 dei mesi successivi. Segno che, nei momenti di maggiore emergenza, diradandosi i contatti sociali, si assiste a un calo di violenza? O forse c’è solo meno interesse all’argomento e si torna indietro di anni, cioè al fenomeno dell’omofobia nascosta?
Mercoledì 27, giornata della memoria dello sterminio nazista,
mentre cercavo dati aggiornati, mi è saltata casualmente sotto gli occhi una notizia che, di primo acchito, con l’omofobia, non c’entra niente ma ha sollevato non poche polemiche. Era un video di un certo padre Bruno De Cristoforo, di Marsala. Il giovane chierico intonacato di fresco istituisce un paragone (raccapricciante) tra i campi di sterminio e l’aborto. Ne estraggo un solo passaggio perché il resto del documento è volutamente ripetitivo:
“che differenza c’è tra il dottor Mengele – il funzionario di Auschwitz soprannominato “angelo della morte” – e una legge che dice che tu meriti la tutela soltanto dal terzo mese di gestazione in poi? C’è la stessa arbitrarietà”.
Ho voluto approfondire la conoscenza di padre Bruno consultando la sua pagina facebook (fatta apposta per essere consultata, no?). Ho notato che, oltre a un continuo martellamento sul tema dell’aborto, si fa anche portavoce di un’altra campagna che definisce “di libertà”: contro il ddl Zan e più in generale contro le persone omosessuali. Omofobia nascosta ma neanche tanto. Da maggio in avanti, ha postato venti articoli sulla legge contro l’omofobia. Più di quelli che abbiamo scritto noi. Tra i titoli: “Un prete costretto a tacere su omosessualità e famiglia” o “Dead Pride: il vero volto dei circoli lgbt”. Una vera e propria ossessione.
E’ fin divertente ricostruire il profilo del tradizionalista medio. Si scopre che i “valori non negoziabili” sono sempre tre: no all’aborto, no all’eutanasia, no all’omosessualità. E i tre “no” vanno detti con toni il più possibile deliranti, meglio se carichi d’odio, salvo scaricare la responsabilità dell’odio su qualcun altro.
Nelle stesse ore arrivava la notizia di un’altra piccola ma brutta campagna omofoba: quella che ha investito Manuel Zardetto, di Vittorio Veneto, vincitore del concorso per il “più bel papà dell’anno”. Manuel è in effetti un gran bel ragazzo di 34 anni, oltre che il simpatico papà di una bimba di sei anni. Ha solo una particolarità che alcuni giudicano come una terribile colpa: è un papà arcobaleno. La mamma naturale della sua bambina non è sua moglie ma è un’amica, con la quale lui non ha mai fatto sesso essendo gay. La piccola è nata per fecondazione artificiale.
Non voglio addentrarmi nel dare giudizi in materia. La mia opinione sui metodi di concepimento non tradizionali è del tutto irrilevante, nè ritengo che la questione sia connessa al dibattito sull’omosessualità. Ricordo solo che, per ogni bambino con una storia simile a quella di Manuel, ce ne sono altri novantacinque concepiti secondo prassi identiche ma con genitori eterosessuali. Condannare la gestazione per altri significa addossare una colpa su un gran numero di famiglie tradizionalissime.
Ciò che invece ha trasformato la notizia in un fatto di omofobia nascosta ma non troppo, sono i commenti che il giovane ha ricevuto e riportato in un video. Il più generoso dice:
“Ma di che c@@@ sta parlando… due papà? E’ normale che ha insulti alla stramorti. Cioè lui gay ha chiesto a una tipa single di fare inseminazione artificiale per diventare padre? Poi la va a prendere a scuola con l’altro compagno che fa chiamare 2ndo papà…”.
E’ sempre viva la grammatica alternativa! Ma un altro commento, su cui non c’è niente da ridere, dice: “non stupirti se un giorno tua figlia verrà violentata”. E qui non è omofobia nascosta. E’ follia palese.
Perché ho messo vicine queste storie? Facile da immaginare: perché i commentatori di Manuel e di padre Bruno sono le stesse persone. O meglio: sono le stesse “entità social”, dietro le quali non sappiamo chi si nasconda ma possiamo benissimo immaginarlo. E poi criticano il ddl Zan asserendo che darà vita al “far west dell’odio”.
Per approfondire> Cronache di ordinaria omofobia