Omogenitorialità: intervista a Daniela Danna
Articolo di Sarah Kay del 16 gennaio 2013 pubblicato su bambinizerotre.it
Oggi abbiamo intervistato per voi Daniela Danna, ricercatrice in Sociologia al Dipartimento di studi sociali e politici della Facoltà di Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegna attualmente politica sociale. Ha scritto diversi libri tra cui “Crescere in famiglie omogenitoriali” con Chiara Cavina e “La gaia famiglia” con Margherita Bottino. Da quest’ultimo emergono dati interessanti: in Italia il 40% dei gay e il 35% delle lesbiche che ancora non hanno figli ne vorrebbero avere.
Dopo gli studi effettuati, come può dirci in merito all’omogenitorialità?
Il livello italiano purtroppo è molto lontano da quelle che sono le acquisizioni delle ricerche psicologiche e scientifiche che sono state fatte negli USA, in Olanda, in Belgio, in Spagna i quali dimostrano che non c’è uno svantaggio dell’essere una coppia omogenitoriale per i bambini i quali hanno le stesse caratteristiche dei figli coppie eterosessuali. Anche perché sono coppie che hanno voluto fortemente realizzare un progetto di famiglia che includesse i figli. Le ricerche effettuate comunque indicano differenze non rilevanti tra figli di genitori omosessuali ed eterosessuali, che risultano competenti allo stesso livello.
Ha avuto modo di rapportarsi con figli nati all’interno di coppie omogenitoriali?
Personalmente ho fatto ricerche sulle madri, più che sui figli. Le sto riportando lavori e ricerche che hanno fatto i colleghi accademici.
Cosa può dirci delle famiglie tri e tetra parentali?
Penso che siano delle situazioni interessanti perché permettono al bambino di confrontarsi con una pluralità di figure e questo non può fargli che bene. Riporta un po’ alle situazioni di quando bambini venivano cresciuti collettivamente. È anche vero però che quando le persone ad educare un bambino sono molte, l’equilibrio è delicato. È una situazione richiede grande maturità da parte delle persone coinvolte.
Nel suo libro “La gaia famiglia” si concentra sul contesto attuale del fenomeno delle famiglie con genitori gay, in particolare sul “bene del bambino”. Cos’è dunque?
È un argomento retorico di cui purtroppo ci si serve spesso per non ascoltare nemmeno i bambini, nel momento in cui si suppone di sapere già qual è il loro bene, nella fattispecie di avere due genitori di sesso diverso. Quello che è importante invece è la qualità del rapporto con le figure genitoriali, che deve essere armonico, a prescindere dal sesso, e l’ambiente dove vivono, che deve essere positivo e sereno.