Omosessualità e Chiesa Cattolica: confrontarsi con il Catechismo ma non solo
Riflessioni pubblicate sul sito dell’associazione David & Jonathan (Francia), liberamente tradotte da Francesca Macilletti
Il catechismo della chiesa cattolica romana parla dell’omosessualità in questi termini:
Articolo 2357: L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrazione sessuale, esclusiva o predominante, nei confronti di persone dello stesso sesso. Essa ha preso diverse forme attraverso i secoli e a seconda delle culture. La sua genesi psichica resta largamente inesplicata. Sulla base delle Sacre Scritture, che li presentano come delle gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti omosessuali sono disordinati in maniera intrinseca, contrari alla legge naturale e che chiudono l’atto sessuale al dono della vita. Non procedono sulla base di una complementarietà affettiva e sessuale vera: essi non possono ricevere approvazione in nessun senso.
Articolo 2358: Un numero non trascurabile di uomini e donne presentano delle innate tendenze omosessuali. Questa propensione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro, una prova. Non scelgono la loro condizione omosessuale: devono essere accolti con rispetto, compassione e delicatezza. Verrà evitata ogni sorta di discriminazione ingiusta nei loro confronti. Queste persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della Croce del Signore le difficoltà che possono incontrare a causa della loro condizione.
Articolo 2359: Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Grazie alla virtù del controllo, educatore della libertà interiore, grazie al sostegno di un’amicizia disinteressata, alla preghiera e alla grazia dei sacramenti, queste persone possono e devono avvicinarsi, gradualmente e risolutamente, alla perfezione cristiana.
È importante leggere questi testi per prendere coscienza della difficoltà del magistero ad aprirsi alla nostra realtà. A David & Jonathan crediamo sia possibile vivere la propria affettività omosessuale, inclusa la sessualità, rimanendo in accordo con la nostra fede.
Nei miei scambi con persone cattoliche, succede spesso che questi articoli del catechismo non siamo conosciuti dai nostri interlocutori, i quali «cadono dalle nuvole»! È nostro compito, allora, spiegare come questi articoli del catechismo possano condurre, se si cerca di applicarli, a una frattura interiore con la quale è molto difficile convivere: come possono esigere da una persona, che non ha scelto il proprio orientamento sessuale, di vivere l’astinenza sessuale? È già difficile tenere duro per le persone che l’hanno scelta diventando preti o religiosi. Non ha sensovolerla imporre a tutte le persone omosessuali cattoliche.
Per aiutarci nell’argomentazione, ecco a voi alcune parole pronunciate da personalità cattoliche:
Nel 2013, Papa Francesco ha pronunciato questa frase: «Se una persona è omosessuale e cerca Dio con buona volontà, chi sono io per poterlo giudicare?»
Nel 2005, Timothy Radcliffe, l’allora priore dell’ordine dei domenicani, rispondeva al giornale La Vie riguardo al vietare l’entrata in seminario (l’istituto per diventare preti) ai candidati omosessuali. Egli si opponeva, ma questa misura è comunque stata applicata a partire dal 2006.
«L’orientamento sessuale di una persona non è qualcosa di essenziale. Poco importa sapere se mio fratello è gay o etero. Credo, tuttavia, che bisogna essere più vigili sull’omofobia e sulla misoginia. Questo comportamento dovrebbe essere completamente proscritto nei seminari.»
Per continuare un dialogo col magistero sull’omosessualità, ci basiamo sul testo sottostante. Si tratta di un estratto dell’opuscolo « Orientamento omosessuale e vita cristiana », pubblicato da Réflexion et Partage, un’associazione cattolica che riunisce le persone omosessuali e i loro cari.
Come conciliare una vita cristiana e l’omosessualità?
Ogni essere è unico. «Dio ama tutti gli uomini come fossero una persona unica… Se qualcuno è omosessuale, Dio non lo ama meno di un altro»
Messaggio pastorale dei Vescovi degli Stati Uniti ai genitori di ragazzi omosessuali – Documentazione Cattolica, N°2170, novembre 1997, p.988)
Come tutti i battezzati, le persone omosessuali sono appagati del dono dello Spirito Santo e vestiti di una luce vera che illumina tutti gli uomini. Sono membri del Popolo di Dio essendo nati dall’alto.
Catechismo della Chiesa cattolica n°782
Come tutti i battezzati, attraverso la fede in Cristo, queste persone ricevono le grazie del battesimo, la sua condizione e la sua missione: « Essere il sale della terra e la luce del mondo»
Catechismo della Chiesa cattolica n°782
La Fede è un dono di Dio e ogni essere accoglierà questo dono in funzione di quello che è, con la sua sensibilità, la sua affettività, la sua sessualità, che si tratti di una persona omosessuale o eterosessuale. «L’essere umano, dal momento della sua concezione, esiste solo nelle relazioni con gli altri, e (…) il cristianesimo assume pienamente questa realtà, con le sue dimensioni corporali e affettive.»
Monique Hébrard, Preti: inchiesta sul clero di oggi, Buchet-Chastel, aprile 2008, p.143
Quando un/a cristiano/a si scopre omosessuale, lo vive spesso come un’inquietudine, quasi uno sconvolgimento, in quanto la persona prende coscienza immediatamente che il suo desiderio si scontra con l’ostilità di coloro che lo circondano e con quello che gli/le è stato insegnato dalla Chiesa. È importante che la persona omosessuale possa confidarsi con qualcuno che abbia ottime capacità di ascolto e che conosca a fondo l’argomento.
L’approfondimento della fede cristiana e della vita spirituale, può aiutare le persone omosessuali a trovare il modo migliore per relazionarsi con Dio. In effetti, molto spesso, il rimorso (categoria psicologica) e il peccato (categoria teologica) si confondono. La persona omosessuale potrà allora apprendere che non manca dell’amore di Dio, per quanto forti siano le sue pulsioni.
Non dimentichiamo nessuna delle affermazioni ufficiali della nostra Chiesa:
«L’essere umano deve sempre obbedire al giudizio certo della sua coscienza. Se agisse deliberatamente contro di essa, si condannerebbe da solo»
Catechismo della Chiesa cattolica n°1790
«Nel processo di formazione della coscienza, la Parola di Dio è la luce sul nostro cammino»
Catechismo della Chiesa cattolica n°1785
«Nel profondo della sua coscienza, l’uomo scopre la presenza di una legge che non si è dato da se stesso… inscritta da Dio nel cuore dell’uomo; la sua dignità è di obbedirgli ed è questa che lo giudicherà. La coscienza è il centro più segreto dell’uomo, il santuario dove lui è solo con Dio». Come ricorda Monsignore Jean-Charles Thomas a proposito delle persone divorziate e risposate, queste frasi furono votate da più di duemila vescovi durante il concilio Vaticano II (Gaudium et spes, n°16).
La loro autorità non può essere contestata. Approfondire la fede cristiana può portare, poco alla volta, a scoprire il significato delle parole di San Giovanni: «Dio è amore».
«Il cuore della nostra fede è una speranza che trasforma tutti gli ostacoli in grazia, tutta la tristezza in gioia, tutta la morte in resurrezione e tutte le colpe in colpe felici.
Viviamo schiacciati sotto il peso di una pietra: ognuno di noi porta un fardello identico che è al di sopra delle nostre forze.
«Chi potrà mai sollevare tale pietra?»
La Pasqua simboleggia questa esperienza, quasi dolorosa, quando la pietra viene rimossa e bisogna abituarsi alla luce del giorno.»
Louis Evely, «Se tutto avesse un senso?», Monte Cristo – aprile 2005 – p.211)
«Ogni persona che crede nel Cristo ha il suo posto nella Chiesa. Non ci sono i mezzi-cristiani»
Sr Véronique Margron
Per concludere: l’argomento è complesso ma non disperato. Veniteci a trovare a David & Jonathan per continuare a discuterne!
Testo originale: L’homosexualité et le catéchisme de l’Eglise catholique romaine