Omosessualità e magistero cattolico, un excursus. Dai roghi alle aperture
Scheda pubblicata sul quotidiano Avvenire il 14 ottobre 2020, pag.18
Dal Sinodo di Elvira (300-303) al Sinodo sui giovani (2018) sono decine gli interventi del magistero sull’omosessualità̀. Dopo le dure condanne di epoca medievale (anche roghi e catene), in quello recente il testo più̀ organico è la Lettera della Congregazione per la dottrina della fede (1986) in cui si spiega che la «particolare inclinazione della persona omosessuale, benché́ non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza più o meno forte verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale».
Per un cambio di prospettive bisogna arrivare al doppio Sinodo sulla famiglia. Nella Relatio post disceptationem (2014), si spiega che «le persone omosessuali hanno doti e qualità̀ da offrire alla comunità̀ cristiana» (n.50).
In Amoris laetitia, papa Francesco riprende il Catechismo: «Ogni persona indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità̀ e accolta con rispetto» (n.250), senza però ribadire il giudizio di gravità morale.
Nella Relazione finale del Sinodo dei giovani il tema è ripreso nei paragrafi 149 e 150: «Esistono questioni relative al corpo, all’affettività̀ e alla sessualità̀ che hanno bisogno di una più approfondita elaborazione antropologica, teologica e pastorale». Dottrina in sviluppo, quindi.