Ora come genitori cattolici possiamo dire: “abbiamo vissuto il nostro primo Pride!”
Riflessioni di Corrado del gruppo Davide, Genitori cristiani con figli LGBT di Parma
Con una certa emozione posso dire: “ho vissuto il mio primo Pride!“
Ieri a Bologna anch’io e mia moglie Michela eravamo in quel fiume di persone, giovani e giovanissimi, che ha percorso via Santo Stefano per arrivare alla piazza delle Due Torri ed oltre. Due sono i sentimenti che mi riverberano dentro: lo stupore e la gioia.
Stupore per il colore, le danze, i suoni, le allegorie rappresentate, la voglia di vivere e di esserci espressa sui volti di quelle persone. Stupore per il desiderio potente, direi feroce, di essere se stessi fino in fondo al “di là di schemi o espressioni e la liberazione mista a provocazione nel poter dire: “io ci sono, io esisto! Io sono così!“
Stupore di incontrare in quella marea di persone visi noti, conosciuti altrove e di vedere in essi la felicità di ritrovarmi lì con loro, proprio lì: ”Che bello vederti! Anche tu ci sei? Grazie!”
Stupore per la felicità raccontata dagli occhi e dei volti di quelle persone quando guardando il nostro striscione: ”Kairos Firenze. Cristiani LGBT e i loro genitori” ci dicevano sorridendo: ”grazie per essere qui! Lo dirò a mia madre!”. Stranamente e purtroppo nessuno ha detto: ”lo dirò a mio padre”.
Stupore perché questo fiume di persone in qualche modo mi rappresentava la vita ed una vita che scorre potente direi quasi inarrestabile. Esempio di tutto questo è stata la bufera di vento di pioggia e di grandine che ci ha assaliti prima dell’inizio della marcia, come mai prima avevo provato e vissuto, quasi a dirmi e a dire a tutti: ”con la vita devi farci i conti, non puoi eluderla. La realtà è superiore all’idea!”
E la gioia!
Gioia di poter assaporare una goccia di questa vita, che non avrei mai pensato di poter incontrare. Con Beatrice, un’altra mamma di Bologna, ci dicevamo: ”non avremmo mai pensato che nella nostra promessa nel giorno di matrimonio, fosse compreso anche tutto questo! Che meraviglie la vita ci riserva!”
Gioia di incontrare tanti ragazzi e ragazze, potremmo dire figli e figlie, che ci sorridevano, ci ringraziavano, si sentivano incoraggiati/e nel cammino della loro vita.
Gioia nel vedere che leggendo nel nostro cartellone la parola “cristiani” alcuni ci applaudivano e ringraziando dicevano: ”finalmente!”
Gioia infine di incontrare altri genitori, padri e madri che come me, venuti da tante parti, volevano marciare con questi nostri figli e figlie per poter dire a loro: ”coraggio, non siete più soli, noi siamo qui con voi e marciamo al vostro fianco per sostenervi!”
Una dozzina di genitori per migliaia di ragazzi e ragazze: quanto risuonano vere le parole del Vangelo di oggi che possono essere lette come: ”date voi stessi da mangiare”!
L’inevitabile mal di schiena che alla fine mi ha assalito è stato il giusto prezzo che ho dovuto pagare per tanta “grazia”.