Ora è il momento! Il cammino dei cattolici LGBT+ verso il sinodo
Riflessioni bibliche* di Mark Guevarra** pubblicate sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 26 settembre 2021, liberamente tradotte da Silvia Lanzi
Per i cattolici che combattono per l’uguaglianza delle persone LGBTQ nella Chiesa, è il momento di raddoppiare gli sforzi nel gridare la verità per amore della giustizia. A ottobre la Chiesa inizierà il cammino sinodale, che ha un potenziale di rinnovamento che non si vedeva dal Concilio Vaticano II.
Come dice il vademecum del Sinodo, l’intera Chiesa entrerà in un intenso periodo di “ascolto e dialogo” nella preghiera, verso un “discernimento personale e comunitario” ed un “umile apprendimento” che le consenta di mettersi in ascolto del “modo in cui Dio ci sta chiamando ad essere Chiesa nel terzo millennio”.
Chi, come Chiesa, dovremmo ascoltare, risulta chiaro leggendo il vademecum. Piuttosto di essere “tentati di non guardare oltre i confini visibili della Chiesa” siamo chiamati a dare ascolto a “tutti i battezzati” e “ad un pubblico più vasto possibile”, specialmente “coloro che si sento esclusi o emarginati”, “donne, disabili, rifugiati, migranti, anziani, persone che vivono in povertà, cattolici che praticano la loro fede poco o per nulla, così come bambini e giovani”.
La lista include poi chi è stato “abusato sessualmente dai sacerdoti e dalle persone consacrate in posizione di potere”. Si spronano i cattolici ad ascoltare i loro fratelli delle altre tradizioni cristiane, e quelli delle altre fedi. Anche se non menzionate specificamente, quelle delle persone LGBTQ sono chiaramente parole che la Chiesa, nel suo cammino sinodale, dovrebbe ascoltare.
Le linee guida per il Sinodo chiariscono che il suo proposito “non è quello di produrre più documenti; piuttosto, è ispirare le persone a sognare la Chiesa che siamo chiamati ad essere, per far fiorire la speranza delle persone, aumentare la fiducia, fasciare le ferite, tessere relazioni nuove e più profonde, imparare gli uni dagli altri, costruire ponti, illuminare le menti, scaldare i cuori e ridare forza alle nostre mani per la nostra comune missione”.
La difficoltà di questo invito all’ascolto e al sogno è ben simboleggiata dalle letture liturgiche di oggi. Nella prima possiamo sentire le preoccupazioni di Giosuè, aiutante di Mosè, di fronte ad Eldad e Medad che stanno profetizzando pur essendo esclusi dal gruppo dei settanta anziani che aveva ricevuto lo Spirito.
Mosè rimprovera Giosuè, accusandolo di essere geloso e ribatte dicendo “Fossero tutti profeti nel popolo del SIGNORE, e volesse il SIGNORE dare loro il suo Spirito!”. Chi parla e lavora ai margini conosce fin troppo bene il rifiuto dei vertici della Chiesa. Si spera che, attraverso le direttive del documento preparatorio al Sinodo, e lo stesso iter sinodale, si possano sentire le voci LGBTQ+, insieme alle altre, come provenienti da Dio in vista del Regno di fratellanza/sororità di Dio.
Il Vangelo amplia questi concetti. L’apostolo Giovanni racconta diligentemente a Gesù che gli altri apostoli impedivano a qualcuno di scacciare i demoni nel suo nome, perché “non è dei nostri”. Come Mosè, Gesù li rimprovera: “Chi non è contro di noi è con noi”, toglie la condanna a chi fa il bene, e la commina a chi invita gli altri a peccare: “È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare”.
Guardando a duemila anni di storia cristiana, possiamo pensare alle volte in cui la nostra Chiesa ha frainteso la situazione invece di seguire lo Spirito, ponendo la sua fiducia nel potere e nella paura, alimentati da gelosia e tribalismo, e a livello individuale siamo tutti colpevoli della stessa cosa. Di conseguenza, le nostre azioni hanno portato a peccati gravi, come il genocidio culturale e le divisioni profonde.
Il vademecum del Sinodo mette in guarda dall’interpretare male i tempi, dalla “tentazione di voler guidare, anziché lasciarci guidare da Dio; la sinodalità è un processo spirituale gestito dallo Spirito Santo. Possiamo essere tentati di dimenticare che siamo pellegrini e servi sulla strada che Dio ci ha indicato. I nostri umili sforzi di organizzazione e coordinamento sono al servizio di Dio, che ci guida nel nostro percorso”.
Così, tanti fra noi hanno chiesto alla nostra Chiesa una riforma, anche se pochi ascoltano, e i cambiamenti avvengono raramente. Tanti fra noi hanno continuato e continuano a servirsi a vicenda, anche se siamo stati respinti dalle autorità ecclesiastiche. Lo facciamo perché, potenziati dallo Spirito Santo, “i precetti del Signore danno gioia al cuore”, come ci ricorda il Salmo di oggi.
Mentre intraprendiamo il cammino sinodale, rinnoviamo il nostro lavoro di ministri, facendo udire la voce di coloro che sono ai margini, per amore della dignità, della giustizia, e della gioia del Regno di fratellanza/sororità di Dio.
* Riflessioni scarturite dalle letture bibliche del 26 settembre 2021: Numeri 11:25-29; Salmo 19(18):8, 10, 12-13, 14; Giacomo 5:1-6; Marco 9:38-43, 45, 47-48
* Mark Guevarra, dopo essere stato licenziato dal suo posto di operatore pastorale per non aver rivelato la sua situazione sentimentale, è diventato un attivista LGBTQ+ nella Chiesa Cattolica. Mark è dottorando alla Graduate Theological Union di Berkeley, in California, dove si occupa di sinodalità.
Testo originale: Now is the Time: LGBTQ Catholics in the Synodal Journey