Ora, più che mai, per i cristiani LGBT+ è il momento di essere profetici!
Riflessioni di Yunuen Trujillo* pubblicate su Bonding 2.0, blog di spiritualità LGBT+ di New Ways Ministry (Stati Uniti), il 21 luglio 2024, liberamente tradotte da Innocenzo Pontillo
«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo» (Geremia 23:1)
Oggi ho un fuoco nel mio cuore, mi sento bruciare come Gesù, tanto da capovolgere i piani del mio carattere solitamente calmo. Sento un fuoco che nasce dall’incredulità nel vedere il modo in cui molti pastori portano fuori strada la nostra chiesa usando il loro pulpito. Forse se ti racconto cosa mi è successo lo scorso fine settimana, capirai quello che intendo.
Da quando ho cambiato residenza, sono stata alla ricerca di una nuova casa spirituale. La mia vecchia parrocchia, che ho frequentato per 20 anni, ora è a un’ora di distanza, perciò mi è più difficile partecipare alla messa lì.
Quindi, dopo una lunga ricerca, ho trovato una nuova parrocchia cattolica che sembrava accogliente e ho pensato di aver trovato una nuova casa spirituale. La settimana scorsa ho partecipato alla messa lì.
La messa è iniziata con un insolito monologo del pastore sulla violenza, che era comprensibile dato il recente tentativo di assassinio di un candidato presidenziale (negli Stati Uniti). La sua richiesta di modi pacifici di confronto è stata tempestiva e appropriata. Tuttavia, qualcosa non mi tornava, anche se non riuscivo a capire cosa.
Ho cercato di rifocalizzarmi sulla Messa, fino a che è arrivata l’omelia che è stata tenuta da un diacono.
“Questa è una battaglia spirituale”, ha esordito. Eppure, non si riferiva alla recente violenza verificatasi negli Stati Uniti. Piuttosto, ha ritratto Trump come un leader cristiano impegnato in una battaglia spirituale e qualsiasi persona che non lo appoggia come un agenti del male.
Ha continuato: “Il mondo ci dice che dovremmo accogliere qui le persone unite nei cosiddetti “matrimoni gay”… ( o che si sentono emarginati), ma questa battaglia spirituale (contro di loro) la “vinceremo noi”.
In un lampo, un’omelia contro la violenza su un incidente specifico si è trasformata in un sermone che celebrava i gruppi anti-gay e anti-emarginati. Indipendentemente dal partito o dal gruppo politico che si sostiene, questi sono concetti cristiani che sento lontani e ingiusti.
Mentre ascoltavo, il mio cuore correva. Non sono venuta a messa per sentirmi indirettamente molestata.
Sembrava un discorso della stagione elettorale del 2014, non del 2024, soprattutto dopo il cammino in corso della Chiesa cattolica nel processo sinodale, che vuol aiutare ad ascoltare e discernere le testimonianze di coloro che sono emarginati.
Poi il diacono affermò: “Vedete quei banchi vuoti? Sono vuoti perché noi cattolici non abbiamo proclamato la verità. Non dobbiamo più vergognarci di dire la verità. Dobbiamo essere coraggiosi”. Stranamente, sono d’accordo con quelle sue parole, ma non credo saremmo d’accordo sulla sua verità .
A quel punto ho sentito del rumore tra i banchi: i giovani sembrano perplessi, i genitori erano a disagio, gli anziani avevano paura di dissentire. Ero lì, ero affamata e alla ricerca di una nuova casa spirituale e sono stata lasciata spiritualmente affamata, insieme agli altri, dopo che la Parola è stata predicata.
Ma la vera festa, l’Eucaristia, doveva ancora venire.
Dopo la Comunione, il mio cuore sapeva cosa fare. Un’idea, una voce nel mio cuore mi diceva “sii coraggiosa, proclama e testimonia, dai da mangiare agli affamati, scuoti la polvere”. Sembrava un fuoco che bruciava dentro di me, mi sentivo come Maria Maddalena, la cui festa è il 22 luglio. Il tipo di fuoco che ci invita a testimoniare anche se le persone non ci crederanno o ci rifiuteranno definitivamente. Mi avrebbe spinto a fare qualcosa che normalmente non avrei mai fatto.
Verso la fine della messa, dopo che tutte le parti solenni della liturgia erano passate e gli annunci parrocchiali erano stati letti, hanno invitato quelli che avrebbero festeggiato il proprio compleanni a breve a farsi avanti. Così ho fatto.
Dopo aver detto il mio nome e aver ricevuto una benedizione, mi sono girata, ho guardato le persone ancora nei banchi e – con la mia voce normale, che può essere abbastanza forte, e con un tono totalmente calmo e rispettoso – ho detto: “Sono una persona LGBTQ, sono una cattolica, sono civilmente sposata e sono anche … chiesa. La pace sia con Voi”.
Per un secondo ho visto i volti degli altri fedeli, alcuni stupiti, alcuni sorpresi, alcuni perplessi, altri felici. Un applauso è scoppiato tra alcune panche dei fedeli, e mentre me ne andavo, ho sentito alcuni commenti come ”grazie per averlo detto”. Tutto il resto è continuato come al solito.
Le letture e il Vangelo di oggi ci ricordano che il Signore è il nostro pastore, che Egli ci dà riposo, non angoscia. Sentiamo che la Sua bontà e gentilezza ci seguono tutti i giorni della nostra vita, che coloro che una volta erano lontani sono ora vicini attraverso il Sangue di Cristo, e che i nostri cuori devono essere commossi quando vediamo persone senza pastore.
Quando quelli che fanno da pastore falliscono, dobbiamo essere lì l’uno per l’altro e stare in piedi l’uno con l’altro. Dobbiamo nutrirci a vicenda anche se solo con la riflessione, l’amicizia e la testimonianza.
Possiamo essere testimoni per coloro che ne hanno bisogno e per coloro che sono aperti all’ascolto.
Dobbiamo continuare a condividere le nostre storie in luoghi accoglienti, ma anche spingendoci ai confini in luoghi che potrebbero non accoglierci, cogliendo ogni finestra e opportunità. Non farlo lascerebbe molte persone affamate, senza speranza e smarrite.
Potresti non fare quello che ho fatto io quel giorno, ma lo Spirito Santo ti mostrerà quelle opportunità per essere anche tu un pastore: sii coraggioso, testimonia e dai riposo al tuo fuoco. Ora più che mai, è il momento di essere profetici.
*Yunuen Trujillo è una catechista dei giovani adulti åcon più di 15 anni ) e ora si occupa di pastorale LGBT cattolico inclusivo ed è la coordinatrice della formazione religiosa (Sp) per il ministero cattolico con persone lesbiche e gay dell’arcidiocesi di Los Angeles. È l’autrice del libro “LGBT Catholics: A Guide for Inclusive Ministry”, pubblicato nella primavera del 2022 dalla Paulist Press.
Testo originale: The Time to Be Prophetic and Give Repose is Now