Col cortometraggio “Out” la Disney si cimenta con il coming out
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Articolo di Joel Forster* pubblicato sul sito Evangelical Focus Europe (Spagna) il 19 giugno 2020, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
In maggio, la Disney Pixar ha lanciato il primo film per bambini con una coppia LGBT nel ruolo principale.
“Out” è un corto su Greg e Manuel, una coppia gay che tenta di dire ai genitori di Greg che loro due stanno insieme. Il titolo si riferisce all’espressione “coming out”, che descrive il processo con cui le persone LGBT rivelano di essere omosessuali a famiglia, amici e società.
ll corto, diretto da Steven Clay Hunter, è già disponibile in molti Paesi sulla piattaforma Disney+, fruibile da milioni di bambini in tutto il mondo.
In un contesto in cui sono sempre più presenti i temi LGBT nei programmi per bambini, spesso i genitori cristiani si fanno qualche domanda. Dovrebbero permettere ai loro bambini di vedere cartoni che includono questi valori? Qual è il modo migliore per aiutare i bambini ad analizzare ciò che vedono?
Evangelical Focus ha fatto queste domande a Margunn S. Dahle, professore associato in comunicazione internazionale alla Gimlekollen School of Journalism and Communication (NLA University College, Norvegia) che per anni ha condotto ricerche su “Bambini, media e visioni d’insieme” analizzando film e serie famose come “Frozen” e “Big Bang Theory”.
“Out” è il primo film Disney con personaggi gay nel ruolo principale. Crede che, d’ora in poi, questo sdoganerà definitivamente i temi LGBT nei programmi per bambini?
Per lo meno farà da apripista, vista la vastissima influenza della Disney come agente mediatico globale nella vita quotidiana dei bambini. “Out”, il film in questione, della durata di nove minuti, essendo stato trasmesso sulla nuova piattaforma Disney+ è molto popolare in diverse parti del mondo. E forse il fatto che sia così breve lo rende più appetibile ed incisivo – insieme alla trama avvincente.
I bambini si fanno prendere facilmente dalla storia, che mostra come il personaggio principale, Greg, si sforza di cercare di dire del suo ragazzo ai genitori. Questi ultimi lo accettano, e Greg “impara l’importanza di essere sinceri con se stessi”. Questi due messaggi di accettazione sono molto significativi e influenti.
Per il movimento LGBT, l’organizzazione Glaad afferma che “Out” aumenta l’aspettativa dell’inclusività nei programmi per i bambini e la famiglia. Penso che sia vero. Anche se sia Disney che Pixar, nel corso degli anni, hanno fatto passi avanti nell’inclusività in alcuni dei loro maggiori franchising, un personaggio principale gay è qualcosa di nuovo. C’è stato un gran vociare di “dare una fidanzata a Elsa” dopo “Frozen”, ma, com’è noto, non è quello che è successo in “Frozen 2”. Dopo “Out”, il tempo potrebbe essere maturo per un protagonista omosessuale in un lungometraggio.
I genitori dovrebbero proibire ai loro figli di guardare programmi come “Out” o suggerisce altri approcci a questi temi che appaiono nei canali dedicati all’infanzia?
Le situazioni sono diverse da una famiglia all’altra, e da un contesto all’altro. Ma, anche se si evita che i bambini vengono a contatto con determinati contenuti, finirà comunque che, in un modo o nell’altro, si troveranno ad affrontarli. Così, se si può, suggerirei che i genitori guardino programmi come “Out” insieme ai loro figli, per poi discuterne con loro.
Il processo del “doppio ascolto” della Parola e del mondo, è molto importante quando si tratta delle generazioni più giovani. Semplici domande come “Cosa si dice, e perché?” e “Cosa si affronta, e perché?” può portare ad un ricco dialogo, anche con dei bambini piccoli. Così facendo, imparano gradualmente che tutte le storie hanno qualcosa da insegnare, perciò dovremmo chiedere cosa viene mostrato, e cosa afferma la Bibbia in proposito. Vorrei che i nostri ragazzi capissero che Gesù vuole fare parte di ogni aspetto della loro vita!
Ha parlato spesso di come aiutare i bambini a valutare quello che vedono. Quali domande dovrebbero fare i genitori cristiani ai loro figli dopo aver visto un film, o l’episodio di una serie, per aiutarli ad essere consapevoli dei valori sottintesi alla storia?
Spesso uso la metafora dell’iceberg per aiutare a capire che bisogna andare al di là delle apparenze. Per esempio, quello che vediamo e sentiamo in un film, valori, visioni dell’umanità, della realtà e di cosa dovremmo fidarci – ecco, di cosa dovremmo fidarci. La punta dell’iceberg indica che c’è qualcosa sotto la superficie, c’è traccia di qualcos’altro nelle storie.
Certamente, non vado troppo a fondo con i bambini più piccoli, ma spesso sono sbalordita dalle loro riflessioni! Di solito, ci atteniamo al livello dei valori, e credo che usare il semplice strumento delle cinque dita è piuttosto utile:
1) Chi mi piace, e perché?
2) Chi non mi piace, e perché?
3) Cosa ho imparato?
4) Cosa mi fa ridere, e perché?
5) Cosa ne penserebbe Gesù?
Iniziando dal mignolo e finendo con il pollice, si può infine lasciare che le quattro dita afferrino il pollice, e in questo modo mettere Gesù al centro.
In generale, quali sono i valori principali e i punti di vista che vede nelle produzioni Disney Pixar degli ultimi 5-10 anni?
In breve, i cartoni animati della Disney mescolano messaggi morali e diverse prospettive fondamentali. Chiaramente, le storie più recenti rispecchiano la società pluralistica, e, nello stesso tempo è molto valutato anche l’individualismo. In parole povere: relativismo e individualismo sono aspetti chiave.
Quando ci si focalizza su questioni di identità, il sottolineare “i miei sogni e ciò che voglio”, “sii gentile, ma onesto con te stesso”, “segui il tuo cuore”, “non arrenderti, avrai una ricompensa”, “abbi fede e coraggio” e “meriti di essere felice”, richiama in particolare a esistenzialismo e postmodernismo.
Questa è la visione esistenzialista di scegliere e creare la propria identità, direi postmoderna. Il fondamento di tutto questo è l’insistenza sulla felicità, che si allinea molto bene con il postmodernismo.
Allo stesso tempo, in questi film ci sono molti valori tradizionali, come per esempio mostrare compassione e gentilezza, non giudicare le in base alla razza o all’apparenza, fare il proprio dovere, avere fiducia, prendersi le proprie responsabilità, avere coraggio, essere disponibile al sacrificio, opporsi al male, prendersi cura dell’ambiente, essere lenti all’ira e pronti nel perdonare, essere tolleranti e capire che ci vuole fiducia. Tutti questi valori, ovviamente, sono compatibili con la fede cristiana.
* Joel Forster si è laureato in giornalismo nel 2008 all’Università Autonoma di Barcellona e ha lavorato nella Televisione Pubblica Catalana (TV3). Ha lavorato in seguito con gli studenti cristiani nel Regno Unito, poi di nuovo in Spagna per quattro anni con i Gruppi Biblici Uniti (Grupos Bíblicos Unidos), in qualità di animatore e di manager della comunicazione. È coautore del libro Esencia y Resistencia (2012). Dal 2008 collabora al sito spagnolo di notizie Protestante Digital, di cui è membro della redazione, e attualmente è direttore di Evangelical Focus. È sposato con Ruth e vive a Valencia. Twitter: @joelfwal
Testo originale: How to help children think through LGBT cartoons from a Christian perspective