#OutInChurch: le persone queer chiedono il rinnovamento della Chiesa
Articolo di Annika Schmitz (KNA) sul portale cattolico Katholisch.de (Germania) il 24 gennaio 2022, liberamente tradotto da Antonio De Caro
Centoventicinque persone queer ammettono pubblicamente di aver tenuto segreto per molto tempo il loro orientamento sessuale nella Chiesa Cattolica – e ora non vogliono più tacere. La campagna #OutInChurch fa seguito ai dibattiti in corso (nella chiesa tedesca).
Le richieste non sono proprio nuove: la morale sessuale cattolica dovrebbe evolversi ulteriormente sulla base delle nuove scoperte nelle discipline umanistiche e teologiche, dovrebbero esserci anche celebrazioni di benedizione per le coppie dello stesso sesso e l’orientamento sessuale non dovrebbe più essere un problema per il rapporto di lavoro. La novità, però, è la forza con cui vengono avanzate: 125 persone fanno coming out nel documentario TV “Wie Gott sie schuf” (“Come Dio ha li creati“) in onda sul Primo Canale e nell’ambito della campagna “”#OutInChurch – für eine Kirche ohne Angst” (#OutInChurch – per una chiesa senza paura”). Una trentina di associazioni cattoliche hanno già espresso la loro solidarietà.
Le persone che ora stanno uscendo allo scoperto non sono solo cattoliche e queer: molte di loro sono impiegate in istituzioni cattoliche. Il loro coming out può quindi avere conseguenze ai sensi del diritto del lavoro, fino ad includere il licenziamento, poiché i dipendenti della Chiesa con il loro contratto di lavoro assumono anche obblighi di lealtà. Questi stabiliscono che i dipendenti allineino le loro vite con la dottrina della Chiesa su fede e morale. E il catechismo che viene spesso citato in questo contesto è chiaro sul tema dell’omosessualità.
Si tratta di un “fenomeno complesso”, afferma il libro sulle questioni fondamentali della fede del 1992. Rispetto all’eterosessualità, l’omosessualità porta con sé “menomazioni” e, in base all’ordine della creazione, non deve essere considerata una “tendenza sessuale di pari valore”. Il catechismo rifiuta “qualsiasi diffamazione di persone omosessuali”, ma allo stesso tempo dichiara: “I partner dello stesso sesso non possono ottenere il riconoscimento della Chiesa come istituzione“.
Chiarezza soprattutto sulla carta
L’insegnamento cattolico oggi è ancora su questa linea– una posizione univoca che esiste principalmente sulla carta. La frattura con opinioni diverse sul significato, lo sviluppo e la possibile revisione della dottrina ecclesiastica ufficiale attraversa intanto le diocesi, le facoltà teologiche e le comunità ecclesiali.
Ad esempio, nel marzo dello scorso anno, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha riaffermato che la Chiesa cattolica non ha l’autorità di benedire le relazioni omosessuali perché non conformi alla volontà divina. In tal modo, ha causato un notevole dibattito in Germania. Mentre alcuni teologi e voci cattoliche hanno espresso grande approvazione sul documento vaticano, c’è stata una notevole resistenza in molti luoghi.
Su iniziativa di diversi pastori, nell’ambito della campagna #lamorevince, si sono svolti a livello nazionale riti di benedizione per le coppie dello stesso sesso. I vescovi tedeschi sono giunti a conclusioni molto diverse sulla valutazione del responsum da Roma. Anche il processo di riforma cattolica “Cammino Sinodale” si occupa attualmente di questioni di moralità sessuale.
Collegamento con i dibattiti in corso
L’iniziativa #OutInChurch segue quindi i dibattiti esistenti, in modo abbastanza coerente, ma stabilisce anche nuove priorità. Parla delle persone queer nella Chiesa Cattolica – per mostrare che le questioni della sessualità e dell’identità di genere non vanno pensate solo nelle categorie dell’eterosessualità e dell’omosessualità. La campagna si concentra anche sulle persone trans, intersessuali e non binarie.
Secondo il libro “Cattolici e Queer”, pubblicato alla fine dello scorso anno, le persone queer nella Chiesa non fanno parte del sistema. Per quanto riguarda le persone queer nel diritto canonico, il teologo di Friburgo Georg Bier si esprime in una direzione simile. “Finora il legislatore non ha tenuto in considerazione questi temi ed è per questo che implicitamente non vengono presi in considerazione”, risponde alla domanda dell’Agenzia di Informazione Cattolica (KNA).
Luoghi diversi di conoscenza della fede
Il manifesto della nuova iniziativa afferma che i progetti di vita delle persone queer sono “luoghi diversi di conoscenza della fede, dove si sperimenta l’opera divina“. Fanno le loro richieste non solo per la comunità queer, ma per l’intera Chiesa: “Una chiesa che ha al centro la discriminazione e l’esclusione delle minoranze sessuali e di genere deve chiedersi se può richiamarsi a a Gesù Cristo”.
Nel frattempo, c’è stato fermento non solo nei dibattiti interni alla Chiesa, ma anche nella valutazione legale del diritto del lavoro nella Chiesa. Nel 2019, ad esempio, la Corte costituzionale federale ha dichiarato invalido il licenziamento di un primario di un ospedale cattolico a causa di un nuovo matrimonio. Il diritto all’autodeterminazione delle Chiese è stato così, in una cera misura, limitato. E ciò potrebbe anche avere conseguenze per le persone omosessuali impiegate in servizi ecclesiali.
Il coming out è particolarmente rischioso per coloro che per lavorare hanno bisogno del permesso della Chiesa a causa della loro vicinanza all’annuncio della Chiesa, come i responsabili pastorali o gli insegnanti di religione. Il fatto che la loro confessione porti al licenziamento dipenderà anche dalla discrezionalità e dall’interpretazione, da parte del vescovo locale, delle linee guida sul lavoro nelle strutture ecclesiali.
Testo originale: #OutInChurch”: Queere Menschen fordern Erneuerung der Kirche