Padre ho peccato? Sono lesbica
Articolo pubblicato sul sito di MíraLES, rivista delle donne lesbiche e bisessuali di Spagna e America del sud, il 7 Agosto 2012, liberamente tradotto da Anna Iaderosa
Da bambina profondamente religiosa quale sono stata, torno dopo molti anni in Chiesa, trasformata in una donna lesbica, per confessare a sei diversi sacerdoti il mio amore appassionato per un’altra donna. Come mi accoglieranno?
Mi accetteranno per come sono, si mostreranno tolleranti e comprensivi verso la mia felicità o mi tratteranno come una malata e degenerata? Scopriamolo. Ave Maria purissima…
All’inizio della Settimana Santa, un sacerdote a Valencia (Spagna) ha negato a Pilar Gómez, 52 anni, l’eucarestia. Il motivo? Pilar è lesbica e vive con un’altra donna.
Quando Pilar, cattolica praticante, ha preteso una spiegazione, il sacerdote le ha fatto capire che il suo peccato non era di essere lesbica, ma di non nasconderlo, di renderlo “evidente”.
Io sono una delle persone battezzate che allungano la lista della Chiesa Cattolica, che conta tra i suoi seguaci 1.180 milioni di persone nel mondo, circa il 17,40% della popolazione mondiale (secondo l’Annuario Pontificio del 2011).
Da bambina e da adolescente fui un esempio di virtuosismo cattolico: volevo diventare una santa. Studiai in un collegio di monache, la domenica andavo a messa coi miei nonni, i venerdì non mangiavo carne, non andavo mai a dormire senza aver pregato e partecipavo alle missioni cattoliche, evangelizzando le masse ignare della parola di Dio.
Tra la ragazza che voleva essere santa e che nascondeva sotto al cuscino l’ostia della domenica per mangiarne un pezzo ogni giorno e avvicinarsi così a quella santità, e l’attivista lesbica che sono oggi, è passato molto tempo. Come mi accoglierebbe la Chiesa se tornassi? A braccia aperte come nella parabola del figliol prodigo?
Ho intenzione di indagare, e per questo mi avvicino a sei chiese di Madrid (Spagna) per confessare il mio lesbismo, per scoprire se Dio mi ama ancora e mi accetta per come sono, se posso ancora andare in paradiso, o se gli anni della mia infanzia e della mia gioventù ipotecati al servizio della Chiesa non sono serviti a niente.
Prima fermata: Non sono un mostro
Al momento di confessarmi, modifico la mia storia di lesbica esperta e mi presento ai sacerdoti come una ragazza che si è innamorata di una collega e che sta vivendo la sua prima relazione lesbica da due settimane. Nel mio ruolo di lesbica principiante mi sento felice e soddisfatta, visto che in precedenza avevo avuto diverse relazioni con ragazzi che non mi facevano stare bene.
La prima cosa che un sacerdote di una chiesa del quartiere La Latina chiarisce è che non sono un mostro. Finalmente respiro tranquilla. Non sono un mostro, però mi trovo sul cammino sbagliato.
All’inizio si dimostra comprensivo. Capisce che io possa provare piacere insieme a una donna perché Dio ha creato il piacere carnale. Ma per farmi capire quanto sia inconveniente questo piacere escogita una metafora contorta: “È come gettarsi la terra negli occhi: può darti molto piacere, ma non ti fa bene, ti fa male”. L’idea ecclesiastica del piacere non mi è per niente chiara.
Mi consiglia di porre subito fine alla relazione con la mia ragazza.
- Ma padre, io la amo. La amo tanto, spiego desolatamente.
- Ma figlia, chiaro che la ami, e la puoi amare tanto, la puoi amare come una madre ama il suo bambino malato. O come una donna cristiana ama i poveri. Quello che devi fare è cercare un uomo e avere dei figli per Dio.
- Ma sono stata con degli uomini, padre, però non sono felice con loro. Ci ho provato, ma non c’è niente da fare, non mi piace neanche che mi diano un bacio.
- Vediamo, vediamo, prima di tutto gli uomini non sono dei giocattoli. Non si può giocare con loro e buttarli via. Devi cercare un uomo anche se non sei felice con lui. Offri questa infelicità a Dio, offrigli anche il dolore di lasciare questa ragazza.
Per concludere, mi chiede di non cercare altri confessori o altre opinioni, di essere più pudica e di ascoltare e leggere solo il Papa.
Nel mio ruolo di brava cristiana leggo quello che dice il Papa. Scopro che, secondo lui, l’omosessualità minaccia l’umanità tanto quanto il cambiamento climatico, che si rifiuta di approvare un emendamento per depenalizzare l’omosessualità nel mondo e che lesbiche e gay non entreranno mai nel regno dei cieli.
Per non essere un mostro, mi fanno sentire tale.
Seconda fermata: Il sesso è perdizione
Al sacerdote della seconda parrocchia del centro non fa molto piacere ascoltare la mia confessione. Quando il suo assistente mi porta in sacrestia per chiedergli di dedicarmi qualche minuto, il prelato mi fissa e respira rumorosamente per dimostrare la sua ostilità.
Scoprire del mio lesbismo gli fa ancora meno piacere. Mi ordina di allontanarmi immediatamente dalla mia ragazza e di smettere di vederla.
- Ma è una collega, rispondo.
- Non mi interessa. Cambia lavoro, mi risponde, come se con l’attuale tasso di disoccupazione in Spagna fosse facile. – Questo è un peccato molto grave, ma suppongo che non sia mortale, se non avete avuto rapporti sessuali…
- Beh, padre, in realtà li abbiamo avuti.
E con la mia risposta il suo forte respiro cresce a livelli insopportabili.
- Allora è peccato mortale, mortale!
La mia penitenza è un Padre Nostro e un’Ave Maria. Non sono neanche le undici del mattino e il mio corpo è già pesante. Credo che sia la normale stanchezza che sente un mostro che sta per rimanere senza ragazza e senza lavoro.
Terza fermata: L’amore non è essere felici, ma il contrario
Arrivo ad una basilica nel centro di Madrid. Finalmente un sacerdote giovane. Ma la mia idea che la giovinezza sia alleata della tolleranza dura molto poco.
Il prete precisa che il Papa ha dichiarato che essere lesbica non è una malattia, ma una tendenza da correggere. Paragona la mia inclinazione ad amare le donne a quella degli assassini ad uccidere, a quella di un pedofilo a molestare i bambini e a quella di un ladro a rubare.
- Ma padre, mi lamento, quelle sono cose brutte. Quello che sento io è amore, amore per una donna. L’amore è una cosa buona, non è paragonabile a un omicidio.
- No, quello che senti non è amore. La tua idea di amore non è corretta. L’amore non è quello che pensi. Non è essere felici, tutt’altro. L’amore non è cercare l’allegria o divertirsi. L’amore è seguire il cammino giusto, e il cammino giusto che devi seguire è accanto a un uomo. Devi cercare aiuto.
- Ho cercato aiuto, sono andata da uno psicologo.
- E cos’ha detto lo psicologo?
- Ha detto che va tutto bene, che non succede niente, che essere omosessuale è normale e che non devo sentirmi in colpa per questo.
- Pff, gli psicologi sono tutti ladri, dicono quello che vuoi sentire per rubarti i soldi. Devi cercare uno psicologo cattolico, ti dirà qualcosa di molto diverso. E devi smettere di essere amica delle lesbiche.
- Ma non posso averle né come fidanzate né come amiche, padre?
- No, perché gli omosessuali danno sempre la colpa di tutto a Dio e al Papa. E perché tu sei fatta, il tuo corpo è fatto per stare con un uomo, sposarti e avere dei figli. Questo è amore. E se non vuoi sposarti, non farlo, ma non vivere da lesbica perché tutte le relazioni tra lesbiche finiscono male, sono sbagliate. Un assassino non sarà mai felice, un pedofilo nemmeno. Come una lesbica o un gay. Tutto questo, la vita delle lesbiche, ti disgusterebbe. È impossibile che una cosa talmente innaturale finisca bene.
Me ne vado col morale a terra, una penitenza di tre Ave Maria e un invito a delle conferenze sul matrimonio tenute da lui, per imparare quello che per la Chiesa è davvero amore, quel sentimento tanto lontano dalla felicità.
Quarta fermata: Abbasso i socialisti!
In una chiesa del quartiere Ventas, la mia confessione è piuttosto curiosa, visto che oltre al sermone ricevo anche un indottrinamento politico.
Come nelle altre confessioni, il parroco mi consiglia di allontanarmi subito dalla donna che amo. Mi insegna a porre dei limiti all’amore, perché, secondo lui, l’amore non può venire dal cuore senza alcun tipo di supervisione o di confine. Mi dice chiaramente che va bene che le donne si vogliano bene, ma quando questo amore assume una sfumatura sentimentale deve fermarsi immediatamente, perché è la fine dell’umanità.
- Inoltre, l’amore tra due donne è illegale, dice il sacerdote.
- Non lo è, padre. Qui in Spagna due donne possono sposarsi e avere figli che sono di entrambe.
Mentre mi escono le parole, il suo viso appare spiazzato.
- Oh, i socialisti! Quella non è una legge di Dio, non è cristianamente possibile. I socialisti hanno provocato un danno alla società. Sì, sono anticattolici e anticristiani. Quell’infedele di Zapatero e i suoi seguaci, tutti massoni, vogliono cancellare il nome di Cristo. Se potessero bruciare tutte le chiese lo farebbero, ma non possono perché la gente si opporrebbe. Non credere a tutto il male che stanno facendo. Non fidarti. Non ascoltarli. Ascolta Dio, parla con questa ragazza e dille di no. Un “no” secco. Non esitare neanche se ti si spezza il cuore. Rinuncia alla felicità carnale, vinci l’angoscia di una relazione con un uomo, recupera la tua fede. Dai al Signore quello che ti costa di più.
Mentre me ne vado mi dimentico della penitenza di tre Ave Maria. Penso alla bambina che voleva diventare santa e che pensava che Dio l’avrebbe amata sopra ogni cosa. Quella che pensava che Dio volesse solo che fosse felice. E ancora non so se mi dispiace di più per la bambina che sono stata o per il Dio che la Chiesa propone.
Quinta fermata: la vita non è vivere come si vorrebbe
Per la prima volta nella mia via crucis, un sacerdote non mi dice direttamente quello che devo fare. Non mi ordina né mi consiglia di lasciare la mia ragazza.
- Non posso dirle quello che deve fare o pensare. Lei deve leggere, ascoltare, osservare e prendere una decisione, mi dice. – Prima di tutto deve valorizzare sé stessa, conoscere sé stessa. A cosa servirebbe se le dicessi qualcosa? Lei è informata. Sa già quello che dice il Papa a riguardo. E non è una cosa che cambierà quando cambieremo Papa.
- Ma padre, io so quello che dice il Papa e non mi piace. Io con la mia ragazza sto bene, mi sento felice, innamorata. Il Papa fa in modo che tutto questo sia visto come un’aberrazione. Com’è possibile che una cosa tanto bella come l’amore che proviamo possa essere così sbagliato?
- È ovvio, perché è come un uomo che dice “Mi piace di più la mia vicina di mia moglie” e questo lo fa sentire bene. O come un bambino può dire che gli piacerebbe essere Cristiano Ronaldo, o come uno zoppo che vorrebbe non esserle zoppo… ma queste cose non sono possibili. La vita non è quello che vorremmo. Tutti sono pigri quando si tratta di alzarsi per andare a lavorare e vorrebbero ricevere lo stipendio ogni mese senza doversi alzare all’alba, ma non si vive di desideri.
- Credevo che fossimo qui per essere felici. Per cercare la nostra felicità. Io sono lesbica, mi rende felice e non posso evitarlo.
- Si può essere omosessuali ed essere cattolici e credenti e vivere una vita di fede, non ha scuse. Conosco omosessuali che sono cattolici e che hanno deciso di rinunciare alla propria omosessualità e sono sposati, con mogli e figli felici che siano tornati sul giusto cammino. Alla fine, dobbiamo prendere il controllo della nostra vita. Lei deve prendere il controllo della sua in base a quello che crede, sa, ha letto e sentito. Il signore del quarto piano non può dire “È che preferisco vivere con la mia vicina, mi trovo così bene con lei, sono più felice”. Ma dai…
Non mi assolve dal mio “peccato”. Mi chiede di pensarci e di tornare a confessarmi, di prendermi il mio tempo. Prima di andarmene, mi ricorda di tenere a mente che il Papa è l’unico a non ingannarmi. Ma io quasi non lo sento, non riesco a togliermi dalla testa tutti i gay e le lesbiche che non riescono ad essere felici perché credono alla storia della Chiesa, alla storia che non possiamo fare della nostra vita quello che vorremmo.
Sesta fermata: il vero amore è solo con un uomo
L’ultimo sacerdote fa parte dell’ordine dei cappuccini. Siamo nel pieno della Settimana Santa, le coscienze dei cattolici sono in subbuglio e, per la prima volta, mi tocca fare una coda di più di sette persone per confessarmi.
- Devi pensare “È la cosa giusta? È davvero naturale?”. Non è naturale. Ami davvero il Signore? Se lo ami e vuoi amare quella donna in modo sano, allora parla con lei, chiedile “Possiamo essere amiche?”. Se non può, allora niente, devi lasciar stare perché non è una buona cosa né per voi né per la società.
- Ma padre, che ne è dell’amore, della felicità?
- Il vero amore è solo con un uomo.
- Ma padre…
- No, quel piacere che provi non va bene. Non è naturale. Ci sono nature deviate, non sappiamo perché. Può essere una colpa; tu non sei colpevole di questo, ma devi evitarlo. Dio di perdonerà. Sei come l’adultera del Vangelo. Gesù la perdona, ma le dice: “Non farlo più”. Dio ti perdona, ma non farlo più.
Il mio esperimento finisce lasciandomi in corpo una sensazione molto spiacevole. Non sono un mostro, ma mi fanno sentire tale. Non sono malata, ma mi dicono che sono deviata come i pedofili, gli assassini e gli stupratori.
Né la mia vita, né il mio cuore, né il mio corpo mi appartengono. Non devo cercare la felicità e non importa da che parte vadano i miei sentimenti purché non li esprima.
I risultati del mio esperimento mi disgustano e mi intristiscono. Non per me, ma per i destinatari che crederanno a questo messaggio.
Testo originale: “PADRE, HE PECADO. SOY LESBIANA