Padre Mychal, da vittima dell’attentato dell’11 settembre a simbolo dei gay credenti
.
Riflessioni tratte dal blog cathogay.canalblog.com dell’11 settembre 2007, liberamente tradotte da Dino M
Padre Mychal Judge è la prima vittima dell’attentato dell’11 settembre 2001, morto schiacciato dalle macerie mentre era chino su di un pompiere gravemente ferito, è una magnifica figura di prete. “La foto dei pompieri che trasportano le sue spoglie ha fatto il giro del mondo.
Di colpo molti cattolici hanno perorato la sua causa di beatificazione, sono state stampate delle immagini e composte delle preghiere in suo onore. Ma poi si venne a scoprire anche che era omosessuale e che i suoi confratelli e i suoi amici pompieri lo sapevano e che aiutava i gruppi locali di cattolici gay. Gli omofobi gridarono al tradimento. Oggi quando il nome di Padre Judge ogni anno viene letto insieme a tutte le vittime dell’11 settembre, tutti gli omosessuali pensano: “era dei nostri questo eroe, questo prete, questo omosessuale”. Questa è la sua storia.
Mychal Judge (pronunciato “Maikeul”, e quindi soprannominato Mike) aveva proprio tutte le caratteristiche che vengono attribuite ad un Irlandese tipico: generoso, allegro, appassionato, aperto, simpatico…Nato da una modesta famiglia immigrata di recente, ha persino fatto il lustrascarpe, è stato l’orfano che ha aiutato la mamma, i fratelli e le sorelle nelle difficoltà finanziarie, una vera immagine simbolica (e tuttavia del tutto reale).
Una magnifica figura di prete, ma non sono questi aspetti che l’hanno fatto entrare nella Storia. Wikipedia in lingua inglese vi informerà che è soprannominato la Vittima Numero 0001 dell’attentato contro il World Trade Center, sebbene tecnicamente sia la 17esima vittima iscritta nelle liste. La verità è che invece di restare nel quartier generale dei soccorsi organizzati per la città, si è precipitato insieme ai suoi colleghi pompieri (dei quali era il confessore da molti anni) nel centro della tragedia.
Ed è morto schiacciato dalle macerie del palazzo, mentre era chino su di un pompiere gravemente ferito e gli stava offrendo il conforto di una presenza sacerdotale. Il prete si era tolto l’elmetto di protezione per poter onorare almeno per un momento quell’uomo che era in punto di morte.
Sono convinto che effettivamente sulla beatificazione di Padre Mychal non ci fosse alcun dubbio, tanto la persona era carismatica. Per non parlare poi di quella magnifica tastimonianza cristiana che era stata il suo mettere a servizio della carità l’intera sua vita, come il Cristo. Ahimè, purtroppo si venne a scoprire anche che era omosessuale e che i suoi confratelli e i suoi amici pompieri lo sapevano. E inoltre che aiutava dei gruppi locali di cattolici gay. E non faceva mistero di come la sua omosessualità l’avesse profondamente aiutato nel suo ministero sacerdotale. Lui era un magnifico prete proprio grazie alla sua omosessualità, e non malgrado essa.Di colpo i cattolici omofobi gridarono al tradimento. Erano stati spinti ad infatuarsi di un santo dell’11 settembre, quando invece non si trattava altro che di un “finocchio”, che orrore! E oltretutto un’attivista gay! Allora doveva essere andato all’inferno, questo era certo. E dopo quello che ha pubblicato il Vaticano, riguardo ai candidati al sacerdozio, è chiaro: la beatificazione per opera di Benedetto XVI è andata a farsi “benedire”. Mychal Judge si definiva francamente gay (certo senza gridarlo ai quattro venti) e lo si poteva vedere in varie manifestazioni di omosessuali cattolici o no. Sicuramente, fino a prova contraria, egli ha onorato la castità dei suoi voti religiosi. Ma sapete benissimo anche voi che ai giorni nostri basta dire “prete omosessuale” perché gli ignoranti credano che egli abbia un’attività sessuale intensa, e perché no anche di tipo pedofilo.
Nella stessa occasione si è venuti a sapere anche che aveva avuto delle grosse seccature col cardinale arcivescovo poiché partecipava alle riunioni degli alcolisti anonimi gay. Aveva anche fatto sì che il suo convento accogliesse le eucaristie del gruppo cattolico gay Dignity, quando invece l’arcivescovo l’aveva vietato in tutte le “sue” chiese. Mychal Judge aveva anche partecipato in abito talare ad una parata di San Patrizio, ritenuta “concorrente”, dato che gli omosessuali di origine irlandese (fino a quel giorno) non erano autorizzati a sfilare insieme agli altri.
In numerosi documenti non temeva di dire che le denunce per pedofilia di cui è stato fatto oggetto (e per le quali è stato pienamente assolto dalla giustizia), avevano origine negli ambienti cattolici che lo detestavano. Sicuramente durante il funerale di Padre Mychal il “buon” cardinale avrà sentito il defunto che gli tirava le orecchie.
Per fortuna, accanto a questi omofobi ringhiosi, c’è tutta una serie di omofili che hanno dato il suo nome a stazioni di pompieri in tutto il mondo, a scuole, a ponti… E in tutto il mondo cristiano egli è venerato tra i martiri della carità, vicino a Martin Luther King Jr.
Il mondo gay cattolico americano certamente lo onora come “il suo” santo. Ed è così dappertutto nel mondo cristiano omo, ed anche in altri ambienti. In lui viene vista la figura dell’amore supremo, una vera icona del Cristo. E quando il nome di Padre Judge ogni anno viene letto insieme a tutte le vittime dell’ 11 settembre, tutti gli omosessuali pensano: “era dei nostri questo eroe, questo prete, questo omosessuale”.
Fianco a fianco, i familiari sopravvissuti omo ed etero delle vittime, si sono adoperati nelle associazioni per onorare la memoria dei loro defunti, ed anche perchè vengano rispettati i loro diritti (non voglio nemmeno descrivervi il labirinto amministrativo in cui si sino venuti a trovare).E sicuramente anche qui ci sono stati degli omofobi rabbiosi che tentavano di escludere gli omosessuali. Per fortuna, nella gran maggioranza dei casi la comunità dei sopravvissuti si è dimostrata molto più aperta. E lo sottolineo, questa tragedia è stata l’occasione per molti etero di scoprire la realtà delle coppie omo e la forza dell’amore che le pervade (persino oltre la morte).
Ad esempio, in molti servizi religiosi, vedovi e vedove di coppie omo sono stati fatti partecipare allo stesso modo che i sopravvissuti di coppie etero. Per loro era importante che il loro amore fosse riconosciuto e compreso nella morte e nella tragedia.
Ho degli orribili ricordi di omosessuali ai quali “è stato sottratto persino il funerale dell’amore di tutta la loro vita” poiché la famiglia del defunto si è impadronita della cerimonia, e qualche volta non li ha neppure invitati… Nella tragedia dell’AIDS ci sono state delle crudeltà terribili fatte ai sopravvissuti… Per fortuna non è stato così a New York… Ho letto anche la testimonianza di molti bambini o adolescenti che nella tragedia hanno perso “i loro due papà o le loro due mamme”.
Allora, oggi, io voglio commemorare tutte le vittime del terrorismo, compresi i nostri fratelli e le nostre sorelle omo. Ma soprattutto ringrazio il Signore per gli eroi di quel giorno, compresi gli omo, come Padre Mychal Judge, come alcuni pompieri che sono morti nella tragedia, come Mark Bingham o altri passeggeri degli aerei. Un momento di commemorazione, ma anche un momento di gratitudine e di orgoglio.
.
Testo originale: Il priera toujours