Padre Raúl Lugo: ‘Gesù Cristo non ha mai condannato l’omosessualità’
Intervista di Christian Rea Tizcareño al sacerdote messicano Raúl Lugo, autore di Iglesia Católica y Homosexualidad (Chiesa Cattolica e omosessualità), tratta da notiese.org del 20 ottobre 2008, liberamente tradotta da Alessandra C.
Gesù di Nazaret non ha mai condannato gli omosessuali, sostiene in un’intervista Raúl Lugo, sacerdote dello Yucatán (Messico) e autore del libro Iglesia católica y homosexualidad (Editore Nueva Utopía, 2006, p. 224 ). Il sacerdote, che trova la ragione del suo essere un rivoluzionario nella Bibbia, pensa che “chiunque sia discepolo di Cristo, debba necessariamente stare accanto alle persone che soffrono, a prescindere dal giudizio morale che si possa ad esse attribuire”.
Padre Lugo è un appassionato di letteratura. Le ingiustizie, la manipolazione della fede e la mancanza di rispetto verso i più poveri lo sdegnano. Per questo, dal 1991 prende parte a Indignación, un’organizzazione civile che promuove l’esercizio dei diritti umani nelle comunità maya dello stato dello Yucatán; è, inoltre, amico e pastore dell’Oasis de San Juan de Dios, albergo ubicato nel comune di Conkal che accoglie gli ammalati di HIV/aids.
Lugo, autore di Las trampas del poder (Gli inganni del potere); Flor que nace de la muerte (Fiore che nasce dalla morte); la Bibla es verde (La Bibbia è verde); Los primeros profetas cristianos (I primi profeti cristiani), e Mujeres de la Biblia, mujeres para hoy (Donne della Bibbia, donne per oggi), racconta a NotieSe che poco dopo la pubblicazione del suo libro Iglesia Católica y homosexualidad, in cui difende la diversità sessuale, ricevette un’ammonizione dall’arcivescovo dello Yucatán, Emilio Berlié Belaunzarán.
Si sa che sul testo, pubblicato circa tre anni fa a Madrid (Spagna), dalla Casa Editrice Nueva Utopía, fu fatta istanza vaticana, ma ad oggi non è stato intrapreso alcun giudizio dalle autorità ecclesiastiche.
Censura per omofobia
Dopo aver scritto, per circa quindici anni, l’editoriale settimanale Iglesia y sociedad (Chiesa e società) per il quotidiano locale Diario de Yucatán, Lugo fu censurato per omofobia. Ai due testi, coi quali il sacerdote si impegnava di far cessare l’odio nei confronti degli omosessuali, fu posto il veto rispettivamente il 14 gennaio e il 12 maggio 2008 dal giornale stesso.
La ragione: “il consiglio editoriale decise che per questioni di morale sessuale o di temi particolarmente sensibili per i cittadini, si sarebbero riservati il diritto di pubblicare nient’altro che le opinioni delle autorità della Chiesa”. Il sacerdote, che per 15 anni non aveva mai ricevuto alcuna ammonizione, pur essendo sempre stato la voce “fuori dal coro” del giornale, si ribellò.
“O era una disposizione recente, o si stavano trattando i collaboratori in modo imparziale, dato che c’è un sacerdote che pubblica costantemente il tema della morale sessuale senza essere vescovo o un’autorità equivalente. Chiesi loro perché lui poteva pubblicare quei testi e io no. Dunque, presi la decisione di non scrivere più”.
Per il laureato in Sacre Scritture al Pontificio Istituto Biblico di Roma, la censura è la manifestazione di una “volontà forte” (che si considera detentrice di verità), contro una serie di idee che potrebbero sembrare trasgressive. In seguito a questa logica, le persone vengono concepite come “inferiori d’età” e subordinate ad un’autorità che decide di non pubblicare le idee che si suppongano essere “pericolose”.
Gli inganni della discriminazione
Padre Lugo crede che l’omofobia sia basata su pregiudizi ideologici che classificano i gay e le lesbiche come esseri malati, anomali o handicappati. In tal senso, la rinascita delle “terapie riparatrici” che pretendono di “curare” l’attrazione per lo stesso sesso rappresenta un “inganno”, dal momento in cui gli omosessuali non sono eterosessuali “difettosi” o “che smarrirono la retta via”. Non si tratta di una deviazione preferenziale, bensì di un orientamento sessuale.
Sigmund Freud (il padre della psicanalisi), rispose ad una donna che viveva in angoscia l’omosessualità del figlio: “non è un vizio, non è una degradazione, e non può essere considerata una malattia; la consideriamo una variazione del funzionamento sessuale… La (psico)analisi può fare qualcosa per tuo figlio in un altro senso. Se è triste, nevrotico, se è tormentato da conflitti interiori o se ha un comportamento inibito nella vita sociale, tu puoi dargli armonia, pace mentale e una gran forza”.
Le “terapie riparatrici” non sono recenti, nacquero negli Stati Uniti e sono fortemente connesse a gruppi conservatori, quali la Legión de Cristo (congregazione religiosa che esercita una gran influenza all’interno della Chiesa e dei mass media).
Le idee sostenute dai leader di questo movimento sono “molto discutibili” in quanto l’intera conoscenza scientifica si basa sulla sperimentazione e sull’osservazione, non su pregiudizi, spiega l’esperto in Scienze Bilico-Orientali.
Il fautore delle terapie, Richard Cohen, sostiene di aver recuperato l’orientamento sessuale “naturale”. Con un linguaggio religioso, si fa in modo che le persone omosessuali individuino le presunte cause che generarono la loro ”deviazione”; tuttavia, le associazioni psicologiche e psichiatriche mondiali rivelano come tale metodo possa provocare seri danni alle persone, ci allarma Lugo.
Inoltre, associare l’omosessualità alla pederastia è una stigmate che non corrisponde alla realtà, dal momento in cui la maggior parte di coloro che violano i bambini sono eterosessuali. La violenza sessuale verso i minori è un delitto “terribilmente” distruttivo e non aumenta né diminuisce di gravità a seconda che l’aggressore sia dello stesso sesso o di quello opposto, aggiunge.
La Chiesa deve condannare l’omofobia
D’accordo con Lugo, le chiese cristiane dovrebbero mettere seriamente in discussione il proprio discorso religioso per capire se, ideologicamente, incoraggiano o meno i mali sociali come l’omofobia; infatti “non troviamo né nelle prediche, né nella prassi di Gesù alcuna critica all’omosessualità; al contrario, pare che Egli abbia sempre dato poca importanza agli argomenti di sessualità”.
La lotta all’omofobia e alle altre ingiustizie sociali, assicura, è sostenuta all’interno della Chiesa stessa, che riunisce in sé una gran diversità di tendenze. Una dimostrazione di tale pluralità è il Concilio Vaticano II, in cui le visioni diverse del cattolicesimo generarono un dibattito nella prima metà degli anni ’60. “Nessuno deve sentirsi estraneo alla Chiesa, e nessuno ha l’autorità di estraniare gli altri perché la pensano diversamente”.
La dottrina ufficiale della Chiesa per quanto riguarda l’omosessualità è restrittiva, ma vari gruppi si sono messi al lavoro affinché la situazione cambi. Come discepoli e discepole di Gesù, i cattolici hanno edificato, nel giro di due millenni, nuove risposte dalla prospettiva del maestro. Le parole della gerarchia ecclesiastica non sono immutabili.
Le posizioni al riguardo della pena di morte, del conflitto ideologico capitalismo-socialismo o del ruolo della donna nella società, Lugo elenca a titolo di esempio, hanno subito una metamorfosi nel corso dei secoli.
Lugo prova ammirazione per Raúl Vera, vescovo di Saltillo, Coahuila, che porta avanti il proprio compito pastorale “ad immagine di Gesù Cristo, che provocò scandalo tra la gente e le autorità religiose del Suo tempo per la Sua propensione ad unirsi agli emarginati della società”.
È stato accanto ai parenti dei minatori morti a Pasta de Conchos così come alle prostitute sfruttate dai membri dell’esercito messicano in Castaños.
Per questo, non è strano che esista un gruppo gay San Elredo nel Centro Diocesano di diritti Umani Fray Juan de Larios, dove le persone con un orientamento diverso a quello eterosessuale ricevono l’appoggio della Diocesi di Saltillo.
Si tratta di un esempio che altri prelati dovrebbero seguire. Di fatto, esistono già varie comunità all’interno della Chiesa che accolgono, non discriminano e accompagnano spiritualmente gli omosessuali, sebbene il loro lavoro non sia ancora pubblico.
Don Samuel Ruiz, un tempo vescovo di San Cristóbal de las Casas, Chiapas, paragonava la Chiesa ad “un elefante che impiega molto tempo per spostare un piede in avanti”, e aggiungeva “ma quando inizia a correre, nessuno riesce più a stargli dietro”.
“Noi che viviamo all’interno di questa realtà sappiamo che bisogna insistere per accelerare il tutto”, afferma entusiasta il sacerdote Raúl Lugo Rodríguez, che continua a scrivere il suo editoriale settimanale.
Testo originale: Raúl Lugo: Jesucristo jamás condenó la homosexualidad
Argomenti collegati:
Io, peccatore e prete, chiedo perdono alle persone omosessuali, lettera di padre Raul H. Lugo Rodriguez tratta dal suo libro Iglesia católica y homosexualidad (2006)