PalermoPride 2013. Bellezza e normalità dell’amore
Riflessioni di Marco Siino del gruppo Ali d’aquila di Palermo tratto Adista Segni nuovi n. 25, 6 Luglio 2013, pp.10-11
L’amore. Se vogliamo trovare una cifra comune per il Pride nazionale Lgbt tenutosi a Palermo dal 14 al 23 giugno scorso e per la significativa presenza cristiana a questa manifestazione, è proprio la centralità dell’amore. La invocava una delle madrine del Pride, alla conferenza stampa di presentazione a metà marzo.
E proprio della libertà di amarsi tra persone dello stesso sesso, dei diritti da riconoscere alle persone che non devono essere discriminate per il solo fatto di amarsi, del riconoscimento per legge che l’Europa chiede all’Italia di accordare all’amore tra persone Lgbt, di questo hanno parlato la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, e l’ex ministra per le Pari Opportunità Josefa Idem nel momento politico più alto del Pride: il convegno di apertura di venerdì 14 giugno, ispirato al rivoluzionario discorso di Hillary Clinton “Lgbt rights are human rights”, al quale è intervenuto, con un collegamento in video, anche il presidente dell’Europarlamento.
Due sono stati i filoni principali della presenza dei cristiani al Pride nazionale Lgbt di quest’anno.Il primo è uno dei temi centrali della riflessione dei cristiani Lgbt degli ultimi anni: il coming out, coi propri genitori, sorelle, fratelli in una famiglia cristiana. L’amore che ha bisogno di essere accolto, anche nella propria famiglia d’origine, e l’amore filiale e materno, che supera il pregiudizio.
Swara – associazione di lesbiche liguri – ha riproposto domenica 16 giugno al Cinema De Seta (cinema pubblico, al centro dei “Cantieri Culturali alla Zisa” che hanno ospitato per 10 giorni il Pride nazionale) la videointervista a Mila Banchi e Ursula Rütter Barzaghi, due madri cristiane che hanno scelto di raccontarsi davanti alla telecamera per testimoniare le scelte d’amore loro e dei rispettivi figli.
Ma soprattutto, venerdì 21 giugno, “Progetto Gionata”, network di credenti omosessuali italiani, ha presentato il romanzo Marito & marito di Gianluca Tornese, edito da Claudiana (in vendita anche presso Adista, ndr): un avvincente reading di brani ha restituito la difficoltà di confessare l’amore per una persona dello stesso sesso alla propria religiosissima famiglia del Sud Italia.
Il secondo filone della presenza cristiana al Pride è sintetizzabile nel titolo “Dalle maledizioni alle benedizioni” scelto dal gruppo di cristiani omosessuali di Palermo “Ali d’aquila” come filo conduttore degli approfondimenti biblici che hanno avuto luogo dall’ottobre al maggio scorsi: ragionare su fede e omosessualità, a partire dalla Parola.
L’obbedienza all’amore di Dio, che si manifesta nelle persone e nelle coppie omo che i pastori si ritrovano di fronte, è risultato essere uno dei temi centrali del più riuscito degli incontri della sezione cristiana del Village, il question time su fede e omosessualità di mercoledì 19 giugno moderato dal filosofo Augusto Cavadi. Durante l’incontro, affollatissimo, alla Biblioteca dell’Istituto Gramsci, Vittorio Avveduto (francescano e viceparroco a Bagheria), Cosimo Scordato (docente alla Facoltà teologica di Sicilia), Alessandro Esposito (pastore della Chiesa Valdese di Marsala e Trapani) e don Franco Barbero (presbitero nella Comunità di Base di Pinerolo) si sono alternati nel rispondere alle domande e agli interventi di un pubblico attento. Dal tema proposto sono scaturite riflessioni a spettro ben più ampio, dalle scelte celibatarie alla “naturalità” dell’amore omofilo, dall’obbedienza (a Dio attraverso la propria coscienza o al magistero di una Chiesa?) al prezzo da pagare per il servizio alla Parola e la libertà intellettuale.
Il tema del riconoscimento dell’amore tra persone dello stesso sesso nelle Chiese e nella società ha ispirato la mostra fotografica “Just married”, curata da Giovanni Capizzi con la consulenza di Mininè e organizzata da “Ali d’aquila” (grazie al finanziamento del Fondo Samaria, la neonata associazione di fund raising del quale l’arcipelago cristiano Lgbt s’è dotato dal 2012): 47 scatti di nozze civili e religiose, di matrimoni contratti all’estero e di liturgie di benedizione che da 30 anni vengono celebrate nelle Comunità di Base anche in Italia e da 3 anni nelle chiese valdesi ed episcopali.
Fotografi italiani e stranieri hanno prestato le loro opere per un allestimento suggestivo che restituiva – nella Sala Bausch dei Cantieri, riaperta per l’occasione dagli organizzatori – la bellezza ma anche la “normalità” del momento delle nozze. Massimo Milani e Gino Campanella, uniti in un matrimonio simbolico in piazza a Palermo 20 anni fa, hanno tagliato il nastro, e Marco Carbonaro e Salvo Schiavo, sposatisi a New York e residenti a Palermo, sono stati i padrini del vernissage, rispondendo assieme a Fabrizia Cuti e Danilo Fadale alle curiosità del pubblico in sala. Migliaia le presenze in uno spazio espositivo riconosciuto dal pubblico come uno degli allestimenti più belli (grazie alle scenografie di Raffaella Corallo) all’interno di un Village che ha consentito di riaprire – in alcuni casi anche dopo 15 anni di abbandono o chiusura – quasi tutti gli spazi di quello che potrebbe essere il principale contenitore culturale del capoluogo siciliano. 250mila le presenze stimate: singoli e famiglie, giovani e adulti, di ogni fascia sociale e orientamento.
Su un tema analogo, il Palermo Pride ha invitato Ciccio Sciotto – pastore valdese – a presentare la raccolta di liturgie Benedizione delle coppie omosessuali curata da Franco Barbero e appena pubblicata da Harmattan Italia: nello spazio lesbico del Village, Barbero ha potuto raccontare dell’accompagnamento spirituale di centinaia di coppie Lgbt, e ragionare coi presenti delle vie concrete da percorrere perché l’amore tra due uomini o tra due donne possa trovare accoglienza nelle comunità cristiane e sempre più chiese locali possano annunciare apertis verbis la benedizione di Dio che quell’amore, da sé, è già per la comunità.
Il Pride ha catalizzato la presenza dei Laici Comboniani di Palermo, della corale evangelica Freedom Voices, di esponenti di Noi Siamo Chiesa dalla Romagna, nonché di cristiane e cristiani (qualche volta anche coppie omogenitoriali con bambini!) provenienti da gruppi Lgbt cristiani di Malta, Catania, Napoli, Latina, Firenze, Milano, Pinerolo e da gruppi di condivisione Mcf (Mondo di Comunità e Famiglia), e una nutrita rappresentanza dei cristiani Lgbt del “Progetto Rùah” dal Friuli Venezia Giulia e dal trevigiano.
La parata nazionale di sabato 22 giugno ha attraversato l’intera città per più di 4 chilometri, dal mare fino alla Zisa, ed è stata una festa gioiosa e ordinata, registrando – a dire della Questura – almeno 135mila presenze per il Pride “più a Sud d’Europa” (fatte salve Malta e la Grecia).
Oltre al neonato “Fondo Samaria”, hanno collaborato alla riuscita degli eventi ancora una volta gli altri due gruppi “di servizio”: i volontari del web che con “Progetto Gionata” coprono l’informazione su questi temi, da un lato, e dall’altro il Centro Studi e Documentazione “Ferruccio Castellano”.
Col Pride 2013 per la prima volta “Progetto Gionata” ha iniziato a raccogliere la documentazione in video delle veglie ecumeniche di preghiera per le vittime di omo e transfobia organizzate dallo European Forum of Lgbt Christian Groups, che in 7 anni sono andate affermandosi come uno dei principali eventi a livello mondiale dell’Idahot (la Giornata Mondiale per il superamento di Omofobia e Transfobia del 17 maggio).