Il panenteismo: alla scoperta della trasparenza dell’essere
Riflessioni del reverendo Mario Bonfanti* pubblicate sul blog COEXIST il 23 settembre 2017
“La materia è trasparente e malleabile in relazione allo spirito” scriveva il teologo gesuita e paleontologo francese Teilhard de Chardin [1]. Parto da questa citazione per portare subito all’attenzione tre elementi: materia, trasparenza, spirito (l’ordine non è casuale ma ha un senso che verrà svelato in seguito).
Una certa tradizione spirituale e, insieme, una cultura scientista hanno, nei secoli, separato materia e spirito a tal punto da renderli inconciliabili e acerrimi nemici. Per cui ancora oggi c’è chi ritiene un bordello o una sauna un luogo dove sicuramente non vi è spirito (neppure umano) mentre si reca al tempio, in chiesa, alla moschea, in sinagoga per incontrare il sacro. Ma basta entrare in certi cosiddetti “luoghi sacri” e accorgersi di quanto lo spirito lì proprio non ci sia mai passato. Io, per esempio, ho ancora vivo il ricordo del fortissimo senso di angoscia, morte e oppressione che ho provato quando entrai nel Duomo di Colonia anni fa. Al contrario, quando circa un anno fa con la mia comunità MCC “Il Cerchio” abbiamo guardato il film “Gesù è morto per i peccati degli altri” abbiamo scoperto quanto spirito è presente e vivo tra le prostitute trans di San Berillo a Catania.
E torniamo un attimo indietro alle parole citate in apertura.
Partiamo con “materia”.
Cos’è la materia? La scienza classica (che purtroppo è spesso l’unica che abbiamo studiato a scuola) diceva che essa è una sostanza che ha una massa e occupa uno spazio. Lo sviluppo degli strumenti di indagine e soprattutto le scoperte della fisica (e meccanica quantistica) hanno rivelato che c’è più vuoto che pieno nella materia; e che essa non è affatto stabile e ferma; e che più che occupare dello spazio essa è energia in azione. La meccanica quantistica ha individuato alcuni elementi base della materia che sono i fermioni e i bosoni. La materia, cioè, è costituita da una certa classe di particelle, che sono le più piccole e fondamentali entità fisicamente rilevabili: dette fermioni; i bosoni costituiscono invece i campi: essi possono essere considerati gli agenti che operano gli assemblaggi dei fermioni o le loro modificazioni, interazioni e scambi di energia.
E lo spirito?
Se per molti esso è considerato l’opposto della materia, è importante ricordare che nella medicina antica e in quella medioevale poi, spiritus aveva connotazioni materiali e fisiche. Anche la parola greca che lo indica (pneuma) è più vicina alle nostre parole “vita” ed “energia” che all’opposto della materia, come noi oggi intendiamo lo spirito. La stessa Bibbia (e con esse la tradizione spirituale giudaico cristiana) vedeva spirito e materia come intrinsecamente inscindibili. Sarà, in seguito, soprattutto la filosofia moderna che introdurrà uno iato sempre più ampio tra spirito e materia, così da divenire entità separate e ben distinte. Ma sia la fisica (quantistica) sia le filosofie post-materialiste ed esistenzialiste (contemporanee) chiedono un ripensamento e ci invitano a una nuova visione olistica.
Ed ecco che a questo punto ci viene in aiuto la parola “trasparenza”.
L’etimologia della parola ci parla di un apparire/manifestarsi di un qualcosa attraverso qualcos’altro. E qui ora si svela il senso dell’ordine iniziale delle parole: lo spirito appare attraverso la materia; e la materia è trasparente allo spirito. Il che significa che c’è una profonda co-inerenza dell’uno all’altra e non esiste spirito senza materia e materia che non sia spirituale.
Questo è il nocciolo del cosiddetto “panenteismo”. Che non è panteismo.
Cito a spiegazione le parole del teologo cristiano Matthew Fox (col quale collaboro da anni): “Il panteismo sostiene che tutto è Dio e Dio è tutto. In panenteismo, invece, aggiungendo la preposizione greca “en”, afferma che ogni cosa è in Dio e Dio è in ogni cosa” [2]. Tradotto anche in parole laiche, non religiose: c’è vita in ogni cosa e ogni cosa è vitale. Anche la materia! Come dimostrano la fisica e meccanica quantistica – appunto.
Cosa significa e comporta tutto questo per la spiritualità?
Cito ancora Matthew Fox: “Il panenteismo è un modo sacramentale di vedere il mondo (…) Il panenteismo è la dottrina della matura presenza di Dio, che parla della profonda co-inerenza di Dio con le creature” [3].
Questa co-inerenza o interconnessione di tutte le cose e del tutto con l’energia primordiale porta alcune conseguenze molto rilevanti per le spiritualità:
1. non esiste alcun “dio” là al di fuori da qualche parte;
2. “dio” (spirito, energia, o qualsivoglia nome vogliate utilizzare) non è un ente separato e distinto dalla materia (men che meno è una persona);
3. lo spirito è inerente alla materia, che è trasparente allo spirito;
4. per entrare in relazione con lo spirito (o energia, o “dio”, o vita, ecc) è essenziale entrare in relazione con (e conoscere) la materia;
5. la materia conduce allo spirito e lo spirito è rinvenibile nella materia.
E termino con alcune parole provocatorie (e profonde) di Mattew Fox: “A me viene da ridere quando le persone a volte mi dicono che non pregano più; perché nella stragrande maggioranza dei casi questo significa che non pregano più come una volta o che non vanno più in chiesa. Ma se eravamo abituati a pregare un Dio fuori di noi e se le liturgie cristiane sono ancora teistiche, allora è una benedizione per me sentire che ci sono persone abbastanza cresciute spiritualmente da non poter più sopportare un culto di stampo dualistico.” [4]
Buona crescita spiri-materiale a tutt*!
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[1] Pierre Teilhard de Chardin, L’energia umana (trad. di Annetta Dozon Daverio) Parma, Pratiche, 1997, p. 167.
[2] Matthew Fox, In principio era la gioia, Roma, Fazi Editore, 2011, p. 102.
[3] Matthew Fox, In principio era la gioia, Roma, Fazi Editore, 2011, p. 103; 105.
[4] Matthew Fox, In principio era la gioia, Roma, Fazi Editore, 2011, p. 105s.
* Sono il reverendo Mario Bonfanti, ordinato sacerdote nel 2002 e uscito dalla Chiesa Cattolica nel 2012 per essere autenticamente me stesso: spiritualmente e sessualmente impegnato nello stesso tempo. Dopo un avvicinamento alla Chiesa Anglicana ho aderito alle Metropolitan Community Churches ( www.mccchurch.org ). Attualmente mi definisco “prete queer” in quanto pastore di una comunità MCC a nord di Milano ( www.mccilcerchio.it ) e appartenente alla teologia e al movimento queer.